AI TUOI PIEDI Tagore
Non mi ricordo
da dove son venuto
insieme a innumerevoli
pellegrini verso il tempio,
in mezzo a questa terra.
La barca si ancorò
alle rive dell'oceano
azzurro come il cielo.
Da tutte le parti si sentono
le notti e i giorni risuonare
di forti richiami terreni
nel respiro di migliaia di vite.
Per tutto il tempo
i pellegrini hanno fatto festa
assieme alle loro compagne creature,
nell'albergo, ai sobborghi della città.
In bagni ed in bevande,
in storielle e in canti,
in risa venne la sera.
Ora son venuto al tuo tempio,
solitario, ai tuoi piedi
piego le mie ginocchia,
o Signore, per finire
l'adorazione della mia vita.
O Padrone del mondo,
poi dovrò entrare
in un nuovo santuario.
FIGLI DELL'ETERNITA' Tagore
Bisogna abbattere la morte,
le falsità della paura,
le masse innumerevoli
dei rifiuti della materia,
le immondizie morte.
Bisogna svegliarsi
Davanti a questa luminosa aurora Attraversate tutte le tenebre,
In mezzo al mondo vigile, bisogna mirare a testa alta
nella dimora del lavoro. il mondo infinito
Allontanerò nella luce piena.
Gli ostacoli al lavoro, Bisogna proclamare
gli ostacoli al moto della vita, con animo
gli ostacoli alla giustizia, senza ombre di dubbio
gli ostacoli all'intelligenza "O Angeli tutti del cielo,
e, chiusi gli occhi, anche noi, come voi,
mi unirò al canto siamo figli dell'eternità".
degli uccelli liberi,
in gioia vasta e piena. (Rubrica a cura di Dada)