Quella sera d’estate
Quella sera tacita e ridente
la luna diffondeva dolcemente
il suo magnifico splendore
sulle casette antiche
del mio bel paese,
tra orti fecondi
e castagneti in flore.
Stupiti, i ranocchi del Riace
innalzavano un coro roco, ma efficace,
mentre le lucciole gioiose
gareggiavano in danze altalenanti, ma armoniose.
Intanto, nel bosco lì vicino
si udiva un grillo canterino
e il verso stridulo
di un povero rapace,
che impertinente reclamava pace,
mentre una cornacchia disperata
gracchiava forte
per essere ascoltata.
A quell’orchestra strana e sorprendente
si associò un furioso cane
latrando fortemente.
Allora, un cuculo geloso e intraprendente
col suo cu-cu ritmico e deciso
s’infilò senza alcun preavviso
in quel concerto imprevisto e divertente,
per attirare l’attenzione della gente.
Ci fu una risata generale
dinanzi a quei simpatici animali.
Perfino la luna sorpresa e incuriosita
osservava la scena divertita.
Stupita ed estasiata
di quella bellissima serata
tornai di corsa a casa,
per riportare in rime
quel concerto strano e senza fine.
Ma era mezzanotte ormai inoltrata
e andai subito a letto,
tant’ero stanca ed assonnata.
Oggi, in preda ai ricordi del passato
ho rivisto il mio paesello tanto amato
e di quella memorabile serata
ho riportato finalmente in rime
quel concerto strano e senza fine.
Ma era mezzanotte ormai inoltrata
e andai subito a letto,
tant’ero stanca ed assonnata.
Oggi, in preda ai ricordi del passato
ho rivisto il mio paesello tanto amato
e di quella memorabile serata
ho riportato finalmente in rime
quel concerto strano e senza fine.
Bastimento in viaggio (già frammento)
Inediti Dino Campana
L'albero oscilla a tocchi nel silenzio.
Una tenue luce bianca e verde cade dall'albero
Il cielo limpido all'orizzonte,
carico verde e dorato dopo la burrasca.
Il quadro bianco della lanterna in alto
Illumina il segreto notturno: dalla finestra
Le corde dall'alto a triangolo d'oro
E un globo bianco di fumo
Che non esiste come musica
Sopra del cerchio coi tocchi dell'acqua in sordina.
Fontana delle Najadi
da “Roma romantica, turistica e Panoramica”
di Vincenzo Galli
Quer maschione che viggila a l’interno
le Najadi bellissime, sdrajate,
nun so perché le tiè cisì spojate
a beccasse la doccia in sempiterno.
Lo schizzo che le bagna estate e inverno
forma er carcaree che già l’ha rovinate.
Cusì, povere donne disgraziate,
stanno a subì quer raschiamento… esterno.
Armeno je gettassero un costume.
Se tratta de questione de decenza …
Eppoi nun je vedressi quer lordume.
Dar momento che stanno sempre sposte
Er fatto se ripete in permanenza:
più le lavi e più tengheno le croste.
Nel sale la fatica
Franca Prosperi 1° Premio e assoluto
Quante reti
hanno solcato i mari!
Nel sale
la fatica dei marinai:
sapori di tutte le fatiche,
che ancora scorrono
come rivoli nei campi,
rifluiscono
dalle viscere buie delle miniere,
trasudano
dalle catene di montaggio,
gonfiano
di amara dignità
la storia del mondo,
goccia dopo goccia,
raccolte
in oceano profondo.
In attesa della sua venuta
Acclamazione liturgica (primi secoli)
Temiamo la Parola del Signore,
nel giorno che ci giudicherà.
Nella speranza della risurrezione
e della misericordia di Cristo.
Nella speranza della risurrezione
e della vita che non finisce.
Aspettiamo la risurrezione dei morti
e la vita del tempo che verrà.