Chiesa de l’Araceli Vincenzo Galli
Da Roma romanesca turistica e panoramica
Ed. Rugantino e Calandrino
Sopra ‘sto Colle sacro, contornato
da l’avanzi gloriosi d’un Impero,
ce regna er Re de l’Universo intero:
quer Bambinello santo e venerato!
E’ ciuco ciuco, ma è considerato
granne, potente e pieno de mistero;
dispensa ar monno tanto amore vero,
e un credo in ogni core sconsolato!
E’ senza braccia… ma cusi pietoso
che strigne a sé chi crede e chi non crede
in un alone dorce e luminoso…
Quello che cià li dubbi su la fede
visita ‘sto patuffolo radioso,
e appena che lo guarda se ricrede!
Ma il mondo lo ignora Dominick Ferrante
da “Incompiutaggini
Ti ho vista
Ben nascosta tra la folla e il suo inutile odore.
Coperta dagli occhi venduti a un sorriso,
fra lucciole intermittenti di nausea
e braccia di orsi affamati di miele.
Ti ho vista.
Respirare di te tutto in un niente,
ascoltare il tuo passo leggero di luna
per fermare il tempo solo sfiorando
il bacio più sensuale del mio sguardo.
Un attimo.
Quello che basta per sciogliere quel ghiaccio di ruggine;
non saper nulla del tuo cuore confuso fra mille,
un solo rumore,
magico amore trovato e perduto
su una strada;
un giorno a un’ora.
Il tenero e rischioso volto dell’amore
Jacques Prèvert
Il tenero e rischioso
volto dell’amore
m’è apparso la sera
di un giorno troppo lungo
Forse era un arciere
con l’arco
o forse un musicista
con l’arpa
Io non so più
Io non so nulla
Tutto quel che so
è che m’ha ferita
forse con una freccia
forse con un canto
Tutto quel che so
è che m’ha ferita
e ferita al cuore
e per la vita
Scottante oh scottante
ferita dell’amore.
La luce Dada Prunotto, da “Tango per il mio gatto”
Cammino
Nel buio opaco
Delle cose lasciata
Parole e oggetti
Ombre accennate
Guidano
I miei passi incerti
Cose mie
Possesso di momenti passati
Effimera realtà seducente
Frivola ed eccitante
Ora giacciono silenziose
Ferme
Morte in questo buio
Devo andare avanti
Le pupille dilatate
Il labbro asciutto
Tracce d’ombre
Mi fanno strada
Arrivare finalmente
Sotto un cielo
Punteggiato di pensieri abbaglianti
Ed entrare nell’orizzonte
Dove l’impossibile
E’ ormai mio
E a piene mani
Raccogliere infinite stelle
E perdermi in quella luce
Sì
Questo vorrei!
Il bimbo da “preghiere” di Quoist
Per un attimo la mamma ha lasciato
la carrozzina del bimbo,
ed io mi sono accostato per incontrare
la Santa Trinità vivente nell’anima pura.
Il bimbo dorme, con le braccia abbandonate
sul piccolo lenzuolo ricamato.
Gli occhi chiusi guardano all’interno
ed il petto si solleva dolcemente.
Sembra che la vita mormori: la casa è abitata.
Signore, Tu sei qui.
Ti adoro in questo piccolo
che non Ti ha ancora sfigurato.
Aiutami a tornare come lui,
a ritrovare la Tua immagina e la Tua vita,
così profondamente sepolta nel mio cuore.