Certe sere
V. Galli “Roma romanesca turistica e panoramica”
Ed, Rugantino e Casandrino
Nelle serate estive, sventavate
de rondini che pareno impazzite,
listesso a commarelle attaccalite
trilleno come fossero ad dannate!...
Voleno a gruppi, oppure sparpajate,
da l’arto in basso, vorteggianno a vite,
pe’ dà l’abbrivio a l’antre intontonite
che s’unischeno ar coro, rinfrancate…
E’ un putifèrio de sgrilletti e danze,
come maschietti ch’escheno da scola
er giorno che precede le vacanze…
Dànno un saluto a Roma e a la giornata,
mentre ognuna s’ingegna a fa da spola
pe’ tèsse un velo nero a la nottata!...
Tornare Dominick Ferrante
“Poesie” 1° percorso
Visi puliti – i vostri, voi –
caldi mi stringono abbracci.
Non è questo posto, le piazze i palazzi
quello che manca, che fa la distanza.
O case allineate, le strade
quei monti, l’odore dell’aria
che spinge all’indietro, a inspirare.
Io. Bambino curioso eccitato.
Travolto mi fondo sincero incosciente
nel ventre torrente del tempo imperfetto
d’un fitto fluire che s’apre e mi parla:
sono i luoghi soltanto cornici
dei vostri, splendidi – vivi sorrisi.
Guerra Miguel Hernàndez
La vecchiaia nei paesi.
Il cuore senza padrone.
L’amore senza scopo.
L’erba, la polvere, il corvo.
E la gioventù?
Nella bara laggiù.
L’albero solo e secco.
La donna come un legno
di vedovanza sul letto.
L’odio senza più scampo.
E la gioventù?
Nella bara, laggiù.
Maria come sei bella
Vania Carmassi Guidi
Viso dolcissimo, viso d’Amore
prendi la mia mano
tienila stretta
aiutami nel cammino del dolore
e dell’amore.
Fammi salire sempre per mano
fino ad arrivare davanti a Lui.
Che vergogna!
Mamma ti prego fammi da scudo
per coprire i peccati miei.
Gesù sorride
sento dei canti
busso alla porta
gli angeli dicono avanti.
Cos’è morire? Margherita Faustini
da “Posso giocare?”
Mamma, cos’è morire?
Significa andare
dove si può stringere il sole
giocare a cerchio con la luna,
raccogliere stelle.
Lo zio è stato messo nella terra.
Nella terra si trova la via
per salire al cielo.
Quando sarai grande capirai.
Io voglio essere già grande domani
per sapere tutto.
Abbandonato al sonno
Andrea sorride al desiderio
di diventare uomo.
Gibran Kahlil Gibran da “Il profeta”
Ma voi non vedete e non udite, ed è bene.
Il velo che annebbia i vostri occhi
sarà sollevato dalle mani
che lo hanno tessuto.
E l’argilla che riempie i vostri orecchi
sarà bucata dalle dita
che l’hanno impastata.
E voi vedrete.
E udirete.
E non deplorerete la cecità conosciuta,
né avrete rimpianti per essere stati sordi.
Perché in quel giorno conoscerete
il fine occulto di ogni cosa,
e benedirete le tenebre,
come benedirete la luce.