Estate Mariella Teti Roma 28/6/02
Il sole cala, la città respira,
per le strade affannate il ponentino
regala refoli di vita e d'allegrezza.
Esce la gente per le strade calde
ricercando nell'aria della notte
di guarire lo spirito perduto
nell'afa insostenibile del giorno.
Cicale Mariella Teti Bracciano 20/7/02
Cercando d'accoppiarsi la cicale
frinisce forte e l'aria ne riempie
del suo destre ardente e necessario,
incurante del tempo che tramuta
dal sole forte all'umido piovasco.
Ora tacciono gli uccelli i loro canti
il bosco sembra essere sospeso
nell'attesa imminente della pioggia,
ma la cicala insiste nel richiamo
perché la vita che deve propagare
urgente chiede d'essere donata.
Cortile Mariella Teti Roma 27/4/02
Risuona di voci il cortile:
insieme alle rondini i bimbi
son già ritornati a giocare,
di nuovo il pallone rimbalza.
La vita reclama i suoi ritmi,
risponde al silenzio la gioia.
N.B. Ripubblichiamo la poesia “Nove anni”, perché, per un errore
di stampa era stato scritto “corpo nero, invece di capo nero”
Nove anni Mariella Teti Roma 14 / 5 / 05
Ti guardavo furtiva quel mattino,
avevi solamente poche ore
ed i pugnetti chiusi e il capo nero.
Il cuore mio d'amore si gonfiava
per la piccola tua vita nascente,
donata da una calda primavera
prima vita tra noi dopo una morte!
“Bella di nonna” mi fuggì dal petto
e così ti ripeto nel mio cuore
mentre ammiro le stelle dei tuoi occhi
ed il sorriso che ti irradia il viso.
“Nessuno” Dada Prunotto
Andiamo
andiamo gente
per le città
che ci dimenticano
tra struggimenti di sirene
esussulti di fontane
enoi come ornamento
itorno ad esse
per il piacere di sguardi
distratti
e il fresco dell'acqua
che lava il dolore
o la gioia di esserci
guardati e subito fagocitati
dal gigante
siamo tanti Ulisse
a fuggire ancora
nel ventre dei metrò
e per le strade
fra le insegne
che dicono parole al neon
Vite nascoste in cammino
nelle auto
e nei parchi
tra siringhe fetide
e fiori a primavera.
Complice il cielo Daminick Ferrante “Incompiutaggini” ELI Ed.
Un giorno (pioveva)
non vedevo più il cielo.
Lui era lì. Nascosto.
Era giorno, ma era notte.
Non so, non capii,
ma di colpo:
l'orecchio vibrò: forse un richiamo.
Strozzato.
Seguii con l'istinto ma era di notte
E io non vedevo, (forse là dietro, oppure a fianco)
sforzavo la vista e….
Di nuovo! Ma un tonfo stavolta.
Sordo. Cieco. Iniziai a sudare.
Occhi sbarrati di intelligenza
ansimavano frenetici.
Molleggiai.
Indotto e frenato.
Desiderio di spirito. Corporale paura.
Nulla. Inchiodato in un limbo dondolante.
Aspettai.
(Silenzio).
Aspettai ancora.
Poi alzai gli occhi:
tutto come prima:
nessun colore,
un liquido bagnò il mio piede.
L'uomo e il poeta Dada Prunotto
Non intaccare
uomo
la vita di cristallo
del poeta
che il buio non conosce.
Egli è sposo dell'attimo.
Celebra sicuro
il tuo Dio
e spargi d'incenso
le Sue cattedrali.
Lascia al poeta
soltanto
un cammino solitario
e profumo di gigli.
Egli è signore del vento
Non intaccare
uomo
la vita di cristallo
del poeta
che cammina nel deserto