Santo Stanislao Karol Wojtyla
Sullo sfondo di tante luminose figure di santi polacchi, con gli occhi del cuore vedo stagliarsi il gigantesco profilo del vescovo e martire santo Stanislao. Come ho già accennato, a lui ho dedicato un poema, nel quale ho rievocato la vicenda del suo martirio, leggendovi quasi rispecchiata la storia della Chiesa in Polonia. Ecco alcuni passaggi di quel canto:
1
Voglio descrivere la Chiesa
la mia Chiesa che nasce insieme a me,
ma non muore con me - e io non muoio con lei
che sempre mi sovrasta –
Chiesa: il fondo e la vetta del mio essere.
Chiesa: radice che metto nel passato
e nel futuro,
sacramento della mia esistenza in Dio
che è Padre.
Voglio descrivere la Chiesa –
la mia Chiesa legata alla mia terra
(le fu detto «ogni cosa che legherai sulla terra
sarà legata nei cieli») –
e alla mia terra si è legata la mia Chiesa.
La terra è nel bacino della Vistola,
con affluenti gonfi a primavera, quando le nevi si sciolgono nei Carpazi.
La Chiesa è legata alla mia terra
perché quanto vi sarà legato, resti legato nei cieli.
2.
Vi fu un uomo in cui la mia terra seppe di essere legata ai cieli.
Vi fu quell'uomo, quegli uomini... In ogni tempo ve ne[sono...
Grazie a loro la terra vede se stessa nel sacramento di una nuova esistenza.
È una patria: poiché lì viene concepita la casa del Padre, lì nasce.
Voglio descrivere la mia Chiesa in un uomo di nome Stanislao,
il nome che fu scritto nelle cronache più antiche dalla spada di re Boleslao.
Egli tracciò quel nome sul pavimento della cattedrale quando uscirono rivoli di sangue.
3
Voglio descrivere la mia Chiesa nel nome in cui il popolo
ricevette un secondo battesimo,
un battesimo di sangue; per essere poi sottoposto, e non una volta sola,
al battesimo di prove diverse
al battesimo di desiderio, in cui si scopre l'occulto soffio dello Spirito –
in un Nome innestato alla zolla dell'umana libertà
ancor prima del nome di Stanislao.
4
Sulla zolla dell'umana libertà già nascevano il Corpo e il Sangue,
tagliati dalla spada reale nel nodo stesso della parola sacerdotale,
tagliati alla base del cranio, tagliati nel tronco vivo...
Corpo e Sangue non ebbero allora il tempo di nascere
la spada colpì il metallo del calice e il pane di [grano.
5.
Il re forse pensava: da te oggi non nascerà ancora la Chiesa
non nascerà il popolo dalla parola che rimprovera la carne e il sangue;
nascerà dalla spada, dalla mia spada che a mezzo taglierà le tue parole,
dal sangue versato…. così pensava forse il re.
Ma il soffio occulto dello Spirito salderà insieme la parola troncata
e la spada: la spina dorsale troncata, le mani piene di sangue...
Dice: camminerete insieme in futuro, nulla potrà dividervi!
Voglio descrivere la mia Chiesa nella quale, nei secoli,
parola e sangue procedono insieme uniti dal soffio occulto dello Spirito.
6.
Pensava forse Stanislao: la mia parola ti ferirà e ti [convertirà,
alle porte della Cattedrale tu verrai da penitente,
tu verrai esausto per il digiuno, trafitto dal raggio di [una voce interiore...
ti accosterai alla Mensa del Signore, come il Figlio Prodigo.
La parola non ha convertito, il sangue convertirà
forse al vescovo mancò il tempo di pensare:
allontana da me questo calice.
7.
Sulla zolla della nostra libertà cade la spada.
Sulla zolla della nostra libertà cade il sangue.
Quale dei due prevarrà?
Il primo secolo volge alla fine e comincia il secondo.
Prendiamo nelle mani il DISEGNO di un tempo che sicuramente verrà.
Sicilia Mariella Teti 23/6/03
Non chiudo gli occhi,
perdere non voglio
neppure un tratto,
né scorcio
di questa terra antica,
vigorosa!
L'estate esplode
in tutti i suoi colori,
negli oleandri, nelle bouganville,
nei rossi degli ibischi e dei gerani,
nel verde delle piante rigogliose
e nell'azzurro magico del mare!
Neppure un paesaggio
vorrò dimenticare:
quei faraglioni, giganti dentro al mare,
e i ciclopici massi,
e le vestigia di antichi abitatori,
e l'arte, regalata a profusione!
Tutto negli occhi voglio che rimanga!