Frammenti
Maria Grazia Zagaria.
Legati al filo d’Arianna
Son quei ricordi
Persi nel tempo dei tempi;
come nettare han brillato
poi sono svaniti nel buio.
Frammenti sono i sogni spezzati
Delle anime in pena,
che hanno smarrito la via
che han perso la speranza,
che vagano
brancolando nel vuoto.
Come petali
In balia del vento,
quei fragili, sottili, impalpabili
brividi del cuore
che,
di tanto,
s’infrangono
sugli aguzzi scogli.
Esempio?
Dominick Ferrante “Poesie”
Che io scriva per gli altri
si sa ch’è poi inutile
solo però perché pare io voglia poesia.
Toccare quei tasti mollicci
interiori, istinti, matrici motrici
di che, chissà che.
Ma è questo poi il punto.
Quel non saperlo nobilita
Il buio di pagine, righe,
avvizzisce la fama,
tempra la fede.
(E)
Avvezzo nell’ombra
assaporo ogni volta
il grido fiero del vuoto
che disfa il mio fare.
Non arrivare e cercare
il non terminare
È la meraviglia,
l’anticompiuto
e quindi…
Quelle radici d’inchiostro
mi guardano offese
imperfette
che le impaglio
in pose costrette.
Sono gli instabili impasti
ladro custode
di ottuse chiavi d’ottone.
(Matrici) Si sporcano fogli
Mi inganno i giorni, le ore signore
di illogiche lucide stanze,
rimbalzi di specchi.
Sono idiota reale
di idioti fantocci
da idiota realtà.
Ma ti dirò
come uomo valgo poco
meglio corro con le mie gambe.
In onore di Bacco da “Roma romantica, turistica e Panoramica” di Vincenzo Galli
Per ingozzà ‘sta robba saporita
La deve spigne un bòn bicchier de vino:
più adatto è quello secco de Marino
che te ricrea e te fa brindà a la vita!
Doppo de che, la cosa più gradita
È un tubbo de Frascati, cannellino;
oppuro er Monteporzio, genuino
o de grottaferata, mai smentita…
Sinnò ce sta er Genzano saporoso
Che invita a fatte fa’ la pennichella
Perché ‘sto vino è puro soporoso…
Bacco ce fa sentì tutti fratelli:
ce fa cantà “Nannì”… La vita è bella!
Evviva Roma e tutti li Castelli!!!
Congiungo le mani
Serafino Falvo
Mio Dio,
non mi sento mai così grande,
come quando mi prostro nella polvere;
così forte, come quando confesso le mie deficienze;
così potente, come quando confesso la mia nullità;
così libero, come quando congiungo le mani;
così ricco, come quando espongo al cielo
la povertà del mio spirito,
la nudità del mio cuore.
Preghiera!
Non parole difficili
né formule complicate,
ma incontro semplice e affettuoso
del figlio col Padre
che si guardano negli occhi,
si parlano col cuore.
rido dell’ammalato che invoca il medico,
dell’affamato che chiede un pezzo di pane,
dell’assetato che brama l’acqua di fonte,
del naufrago che implora un salvagente.
Pianto di prodigo
Sulle soglie della casa paterna,
lacrime di Maddalena
sui piedi del Cristo,
osanna trionfale del cuore esultante.