La coscienza del mondo Jaroslav Smeljakov
Mia buona mamma, buona e generosa.
Tu prova un giorno, coronato o storpio,
a presentarti a lei
per vantare fortuna od affogare
la tua tristezza.
Ti darà il tè, ti appresterà la cena,
saprà ascoltarti;
e per la notte ti sistemerà
tu nel suo letto, lei là sul baule.
Vecchia mia! Ne ha vedute
d'ogni colore.
Offese inganni insulti ha conosciuto:
ma la lezione non l'è valsa a niente.
Spenti i fanali, le finestre buie,
da noi soltanto, fino a notte tarda,
ancora splende un lumicino allegro.
E lei, sopra una lettera
curva. Niente si scorda.
Non sa cos'è pigrizia,
risponde a tutti in ogni direzione.
Con uno pena, con l'altro gioisce.
La coscienza del mondo è la mia mamma.
Veglia a lungo sui fogli, scostando il ciuffo grigio
(per riposare è sempre troppo presto);
non chiude gli occhi stanchi,
per riscaldare i vicini e i lontani
col vispo fuoco della sua bontà.
Ha un saluto per tutti, vorrebbe tutti amici
e combinare nozze fra quelli che conosce.
Sogna di averli tutti intorno alla sua tavola
e lei, come di troppo,
silenziosa in un angolo a seguire
il chiasso della festa.
Vorrei trovare sempre
un'intesa con te; vorrei lisciare
le tue piccole rughe.
Ed è per questo forse
che scrivo poesia.
Mamma: perché nella mia forza d’uomo
ti porto dentro al cuore
come tu m’hai portato
dentro di te.
Vanità Dada
Oh magico amore
che te ne andasti
lasciami il sapore
del mare!
Dicevi parole al mio cuore
e io sentivo suoni confusi
e profumi nell’aria leggera
Era vanità e frivolezza
su quel mare di cristallo,
gonfio della nostra giovinezza.
Quello che ci porta Dominick Ferrante
da “Poesie” 1° percorso
Sentendomi un giorno più vuoto
dell’inutile pesantezza dello stato
delle cose poco più utili dell’inutilità
dell’essere ormai freneticanti addosso ai passi
delle ore che scalciano dietro le mode
di nulla, ulla,lla:
la mia testa è esplosa.
Via in mille pezzi, mille posti.
Più vuoto che mai ho capito:
scomposti in unti biglietti vaghiamo;
per intuire tutto. Non capire niente.
Spalmati di cosmica superficialità,
sfiliamo col nostro abito più bello
cercando gli occhi finiti, dove?
Danza della pace Laura Zucco
Danza,
danza sui piedi bambini
il cuore di oggi
querulo e garrulo
si rincorre si cerca si ama
splendidamente incosciente
un giorno
uno tra i tanti
uno come una preghiera.
E’ un giorno di festa e di giochi
è un giorno senza memorie passato e futuro,
presente
e poi basta.
E un sorriso si avanza
si offre si allarga
quasi una tregua
un’offerta di pace.
Profumo di quiete nell’aria
breve, intensa
sensazione d’armonie
e
in questa immacolata sosta dell’anima
allargare le braccia
in una creduta invocazione
di pace pace pace…
Trema la mano che scrive
trema
perché la danza è al tramonto col giorno
l’incanto si confonde con l’effimero
e domani
è tanto troppo vicino.