Comunicare oggi da “Poesie” di Dominick Ferrante
Troppi occhi intorno.
Non vedono, Sfidano.
Presunta a drammatica età di eroi.
Non sapete. Eppure sfidate.
S’inabissa titanica la mia.
Lingua feroce insabbiata di sguardi.
Meglio cornice di luna
a riflettere il marcio dirottato volo.
Meglio dirglielo a lei. Solo.
Eppure sfidate. Non colgo.
Mi spiace non posso, Stasera non so.
Mento.
Maestoso si erge il muro di sommossa.
Stasera non so. Mento.
La rivolta ha persuaso l’idea,
e io non so, io non so cosa vuoi,
come cerchi di convincermi di COME GRANDE!
sei.
E mi dici, che m’informi, che hai guardato, ascoltato
del progresso, della morte, del successo e del passato.
Basta adesso!
Grida l’amara coscienza del poco.
Stagliata nel viso, rivolta altrove.
Maledetto gioco di parole.
Comunicazione.
Cubo magico imbrigliato di spine e male.
Schiaffi di guanto e intanto si parla.
Credendo velluto un legno da tarlo.
I pensieri della stanza buia
Elena Salvatori Ferrante la mamma di Dominick
I pensieri della stanza buia
s'illuminavano
al tuo incedere tranquillo
e,davi fiato alle cose
che ti parlavano
quando ti libravi in volo
verso cieli che io a stento
riuscivo a intravedere.
Mai fu fuliggine o stoppia
il senso che davi alle parole
e, se esse ti guardavano "offese"
non fu per le maglie
in cui l'avevi strette
ma per la verità
che da esse traspariva
E quando il tuo gran cuore
piangeva a quel vagito,
fu solo perché
gli somigliava tanto
quel verso appena nato.
La lupa romana Vincenzo Galli da “Roma romanesca
turistica e panoramica” Ed. Rugantino e Cassandrino
L’embrema de la Lupa e li Gemelli
che se succhiano er latte in permanenza
senza scambiasse mai li caporelli,
è un segno de… discreta compiacenza.
Nun se sposteno mai ‘sti due fratelli
perché sanno benissimo in partenza
che deveno fa posto a tutti quelli
che scambieno ogni zinna pe’ dispensa…
‘Sta Lupa qua, da quann’è nata Roma
ha dato er latte a tanta e tanta gente;
e ancora je lo dà, nun è mai doma…
Ognuno che va lì s’attacca e ingozza!...
Lei lo guarda… speranno, finalmente,
de vedenne qualcuno che se strozza!...
Un tango amico Dada Prunotto
Ha lasciato i suoi amori
a Buenos Aires!
L’onda dell’oceano
Portò via la bambina
Dal carnevale a Plaza de Mayo
E sciolse in salsedine
I suoni e le danze
Lungo la scia del Conte Verde *
Già conosceva i suoi amori!
Nei muri umidi
Di Buenos Aires
Lasciò il caldo
Delle notti argentine
E sul marciapiede lucido
I suoi pensieri adulti
la radio la bicicletta
e il comodino
Il controcanto
Di un tango amico
Lasciò nel patio buio
Della sua casa
A San Martin
Se ne andò
Senza sapere
Di avere avvolto
Con radici sottili
E pensieri adulti
L’aria umida
di Buenos Aires
Bambina
Solo un tango amico
Portasti via
Dai marciapiedi
Di Buenos Aires.
* Una nave passeggeri che seguiva la rotta Genova – Buenos Aires,