Viaggi di Jacques Prèvert
Anch’io
come i pittori
possiedo i miei modelli
Un giorno
ed è già ieri
dalla piattaforma di un autobus
guardavo le donne
scendere per via Amsterdam
D’improvviso attraverso il vetro del tram
ne scoprii una
che non avevo veduto salire
Seduta e sola pareva sorridere
E subito mi piacque moltissimo
ma subito
m’accorsi che era mia moglie
Ne fui felice.
Quando… di Jacques Prèvert
Quando il leoncino fa colazione
la leonessa ridiventa giovane
Quando il fuoco reclama la sua parte
la terra avvampa
Quando la morte le parla dell’amore
ha un fremito la vita
Quando la vita gli parla della morte
ha un sorriso l’amore.
Il messaggio di Jacques Prèvert
La porta che uno ha aperto
La porta che uno ha richiuso
La sedia su cui s’è seduto
Il gatto che uno ha accarezzato
Il frutto che uno ha morso
La lettera che uno ha letto
La sedia che uno ha rovesciato
La porta che uno ha aperto
La strada dove uno sta correndo
Il bosco che uno attraversa
Il fiume dove uno si butta
L’ospedale dove uno è morto.
Le porte romane Vincenzo Galli
Da Roma romanesca turistica e panoramica
Ed. Rugantino e Calandrino
Quarch’anno fa trovavi l’aria sana
fòri de porta, su pe’ l’Appia antica;
oppuramente verso Tuscolana,
tra li muri anniscosti da l’ortica…
Da Porta San Giovanni, castellana,
o da Porta Maggiore, cara amica,
passavi a San Lorenzo, o la Pinciana,
oppure a Porta Pia, senza fatica…
Da la Porta der Popolo, giù in piano,
a la Porta San Paolo, e l’Ardeatina,
appresso a quella poi San Sebastiano.
Porta Metronia, oppure la vicina
Porta Latina… er giro sano sano
de la Roma chiamata la Divina!
Destino Dominick Ferrante da “Incompiutaggini
Il fatato destriero accelera.
Invecchia.
Ma non è così.
Ci offusca ogni volta la colpa
di braccarlo sempre più audaci.
Ma lui non cambia.
Consunti da sempre i suoi zoccoli
scalpitano di suono uguale
echeggiano in valli e monti. Coperti.
Avvolti.
A volte sembra si fermi
come negli occhi il miraggio,
illusi nel sordo rumore dell’ennesima attesa.
Ma si allontana solamente.
Guardandoci per burla.
Non dirlo e lasciarci fermi al palo.
Il nostro giardino Dada Prunotto, da “Tango per il mio gatto”
Ricordi amore
Quando mi portavi i fiori?
Ma oggi c’era vento nel nostro giardino
Calma è ora la sera
E silenziosa
E io aspetto ancora
Portami i tuoi fiori senza vento
Non dire parole pensate
Lascia lontano la loro voce
I pensieri stanchi non sono fiori
Allora accenderò lumi
Nella notte che cammina
E veglierò al profumo
Del nostro giardino
Per questo amore
Ti aspetto ancora
Portami i tuoi fiori senza vento