Verso sera
di Ivan Fedeli
A questa poesia è andato il primo premio nel concorso di Pamparato. Questa la motivazione:”Il poeta rende l’atmosfera serale di una città con immagini cariche di intime sensazioni. Una sottile vena malinconica permea i versi dall’andamento spezzato, franto come onde che si accavallano. La sera viene personificata come muta presenza accanto “alle borse piene degli impiegati” in attesa del tram. E’ l’ora del ritorno a casa dopo una lunga giornata di lavoro e il poeta la connota con sapienti incastri di immagini ed evocazioni memoriali.
Dopo i binari, dove s’accavallano
bici e orari che sembra sempre tardi
e anche il vento accelera, è lì la sera
e viene per tutti. Sta muta accanto
alle borse piene degli impiegati,
quella flemma immobile di chi aspetta
un tram o la vita prima del rientro.
Sono solo pensieri e vanno via
ripetono chiusi nelle giacche anche
se è settembre e ieri è come oggi, un giorno
in più da mettere in conto. Qualcuno
tenta un saluto, altri spuntano appunti
dalla agenda in pelle. Ma è un tempo bello
e sorridono ogni tanto ai ragazzi
più in là, nel pieno del mondo.
Si rivedono un po’ in quegli occhi, nelle scarpe
più in là nel pieno del mondo. Si rivedono
un po’ in quegli occhi, nelle scarpe in tinta
e così amano ciò che sono stati.
S’incamminano in fretta allora e sfilano
oltre, nella loro malinconia
di un’età di mezzo da definire
allorché annunciano l’ultima corsa,
la dolcezza inquieta che porta a casa.
Ponte dell’Angioli
da “Roma romantica, turistica e Panoramica”
di Vincenzo Galli
‘Sta piazza de la Roma seicentesca,
co’ le fontane fatte a simetria,
è un salotto-soggiorno sciccheria,
un vero nido d’arte Berninesca …
Ce sta quella der Moro mentre pesca
un pesce che je sta pe’ scappà via …
quattro giganti attorno, in sintonia,
co’ li pormoni gonfi d’aria fresca.
L’antra centrale, detta de li Fiumi,
si te fissi a guardalla pe’ un momento
fa un’impressione che … te ce consumi!
Ner vedé l’obbelisco, quer colosso,
retto da quattro statue in movimento,
da’ l’impressione che te casca addosso! …
Integrazione
Gualtiero Giovando
Dove comincia la radice
e dove, la terra che la nutre?
Dove comincia la fronda
e dove, l’aria che la dondola?
Dove inizia il frutto
e dove, il sole che lo indora?
La pianta, ml’aria, la luce, il bosco.
Dove comincia il bosco
e dove, il verde prato?
Dove comincia il colle
e dove, l’ubertoso piano?
Dove comincia la terra
e dove, l’onda che la bagna?
L’aria, l’acqua, la terra
Dove comincio io
e dove tu, che tanto amo?
Tu, io, il verde, il fiore,
il blu, il sole;
Uno …, tutto …, Dio.
Figlio mio
Da “La voce del cuore” Ed. Gribaudi
Figlio mio
ora devo
farti capire
con il cuore
che tu ed Io siamo UNO.
Non siamo tu ed Io,
ci sono Io
che mi esprimo attraverso te.
Spetta a Me
Illuminarti.
E’ per questo che ti ripeto:
Vieni a me senza riserve.
La verità è nel tuo cuore.
Ascolta la voce del tuo cuore.
Il regno è in te,
nel tuo cuore.
Esso è per i fanciulli
e per quelli che son simili a loro.