La nascita de Roma da “Roma
romantica, turistica e Panoramica” di Vincenzo Galli
Romolo disse a Remo: “Er sorco è fatto.
Mo ce rimane de riempì er quadrato
de case e scòle; un murajopne adatto
listesso a un baluardo corazzato…
Su, portame la carce!...”. “Ah tutto matto…
- je rispose er fratello, impaturgnato –
nun ciai nemmanco un cinico de tatto
co’ ‘st’arie da ingegnere appatentato?!
Co’ la cofena in collo, amico mio,
nun me ce vedi!...” “Embé, vordì che allora
uno de noi è de troppo… e nun so’ io!...”
Accusì j’infirzò una lama in panza!...
E quello fu er principio, er giorno e l’ora
che a Roma cominciò… la fratellanza!...
Tre di notte da “Incompiutaggini” di Dominick Ferrante
Sono così stanco da non farcela nemmeno a dormire.
Di andare a dormire.
Vorrei restare qui
Sospeso nel vuoto che sale. Di un ascensore.
Sospeso lì dove nessuno osa parlare
E scappando fissa il soffitto.
Passeggeri per caso dello stesso vuoto.
Soli; labbra morse da vergognose porte.
Terrestri confusi circondati da alieni.
Così, così solo e stanco.
Fermo fende il cubo la notte.
Invitata alle nozze di Cana
Da “Poesie a Maria” di Laura De Rosa Mochi
Voleva Gesù
rimanere
ancora nell’ombra
Tu Maria
sapevi
in cuor tuo
era giunto
il momento
dell’inizio:
Tuo Figlio
può
farsi conoscere
e Tu Madre
hai il coraggio
di dirgli:
ora vai!
Beffa fatale
Elena Salvatori (la mamma di Dominick)
Giocavi nel circo
dei tuoi pensieri
inanellati in versi
pietre di luce
verità di vita.
Come, quando, perché
Beffa fatale!
Improvvisi i granelli
nella clessidra, rapidi
scivolano lungo la gola
a dissolversi nell'infinito.
Attoniti gli occhi
della tua giovinezza spezzata
fissano la smorfia di dolore
sul viso del pagliaccio di gomma
che invano tenta
d'ingannare il fato.
Ch’ sera Maria Grazia Zagaria
‘Na virgulella ‘e luna
e ‘nu pizzichillo ‘e stelle
pe puté sunnà
Guardo ‘stu cielo,
mo’ scuro e mo’ lucente,
‘na musica doce
Luntana se sente,
e mentre
l’aria fresca d’a sera
m’accarezza,
suspiro, me ‘ncanto…
…e torno ‘a sunnà.
Andiamo fino a Betlemme Don Tonino Bello
Andiamo fino a Betlemme, come i pastori.
L'importante è muoversi.
E se invece di un Dio glorioso,
ci imbattiamo nella fragilità di un bambino,
non ci venga il dubbio di aver sbagliato il percorso.
Il volto spaurito degli oppressi,
la solitudine degli infelici,
l'amarezza di tutti gli uomini della Terra,
sono il luogo dove Egli continua
a vivere in clandestinità.
A noi il compito di cercarlo.
Mettiamoci in cammino senza paura.