Con molto piacere propongo alcune opere di Margherita Faustini che già conoscete, perché attraverso esse possiate apprezzare con me “l'incanto della parola”. Dada
Vorrei andarmene, così
Raggiunto il limite del mio tempo
vorrei andarmene
in una notte stellata
simile al cielo del mio presepe.
Il babbo creava per me
un paesaggio di luce
nel prodigio di una storia lontana.
Padre, ti prego,
alla mia ultima ora
donami la cometa,
che più non indicherà
la capanna di Gesù Bambino,
ma l'austera dimora
del Giudice Supremo.
Un lontano Capodanno
In quella sera di fine anno,
la pioggia battente sulle strade
già scivolose,
i pochi passanti
sparivano in fretta nei portoni.
Io non sapevo dove andare.
Ad un tavolo traballante
brindai con il barista ed un barbone,
due uomini soli,
uniti da un mazzo di carte.
Fui per loro la nota lieta,
l'inaspettata compagnia.
Ricordo quel Capodanno
in una città straniera
tra sconosciuti amici.
Posto vuoto
Tavola imbandita,
posto vuoto del nonno
a capotavola.
Tintinnano i bicchieri
per il brindisi di Capodanno.
Nell'angolo semibuio
scricchiola la sua poltrona.
Brivido
e… greve silenzio.
I vivi non vedono
e aspettano;
i morti sanno
e non tornano.
Ave Maria
Ti immagino gioiosa
gli occhi al cielo
per spaziare nell'azzurro.
Sei la Madre del figlio di Dio,
ma col tuo sposo terreno
devi condividere la vita di Cristo.
Una stella percorre la notte:
è nato Gesù.
Ubbidiente al sogno dello sposo,
avvolgi nell'abbraccio
il divino neonato
per condurlo lontano.
Adori il figlio in silenzio
lasciandolo al Padre celeste
nel mistero della Sua concezione.
Ma durante il Calvario
alzi la tua voce,
rotta da disperato pianto.
Cristo muore crocifisso
e su quella Croce
la tua agonia non ha fine.
Ave Maria
da te è nata
la nostra salvezza.