L’EFFETTO – SERRA a cura di Dada
Scrivo questo pezzo mentre si sta avvicinando il ferragosto, per la gioia di tante famiglie che non hanno ancora “consumato” le ferie quest’anno e che cercano nelle vacanze un periodo di relax.
Sicuramente non amo i luoghi sovraffollati e rumorosi; se si va nelle località turistiche si nota il concentrato d’inquinamento, proprio a causa del sovraffollamento. Inquinamento ambientale, acustico, elettromagnetico ecc ecc. Dispiace vedere tanto poco rispetto. Non si contano i telefonini che suonano continuamente, le radioline e i CD a tutto volume sulle automobili, nelle case le televisioni accese a tutte le ore, i cumuli di rifiuti che tracimano dai cassonetti (ci si domanda: in quanti avranno fatto la raccolta differenziata?). Mi dà una certa ansia pensare a quanto poco rispetto c’è in questa nostra terra. Ho letto di recente che il mercurio contenuto in una batteria a pastiglia è sufficiente ad inquinare 400 litri di acqua e un metro cubo di terra per mezzo secolo; ogni anno nel mondo si fabbricano 10 miliardi di queste batterie. Lasciati a se stessi, i rifiuti sono causa di inquinamento e di costi ormai insostenibili; selezionati e gestiti con intelligenza, diventano una risorsa vitale.
Per esempio il pile (leggi “pail) è fatto con le bottiglie di plastica riciclate! Le grandi multinazionali della profumeria e della cosmesi mettono a punto sofisticati laboratori di ricerca, per distribuire sul mercato prodotti, che proteggono sempre più efficacemente l’epidermide dai raggi UV, i quali arrivano a “bombardarci”, a causa del famigerato buco nell’ozono. L’“effetto serra” incombe, anche sulle nostre coscienze. Se poi mi fermo a pensare ai disastri ambientali causati dalla sconsideratezza dell’uomo, mi prende un’inquietudine profonda, perché penso al futuro dei nostri figli e dell’umanità.
La nostra terra è una navicella spaziale sulla quale viaggiano 6,6 miliardi di persone, che ne costituiscono l’equipaggio, ovvero la parte responsabile di questo viaggiare. L’astronave perciò deve funzionare bene per garantire un viaggio sicuro e confortevole per tutti.
Ci sono voci autorevolissime che con forza da decenni denunciano un’incompatibilità del progresso tecnologico e dello sviluppo con le risorse del pianeta sul quale viviamo. La questione è enorme, vasta e complessa. Queste voci autorevoli e importantissime spesso svaniscono in un deserto senza ascolto. Bisogna innanzitutto che ci rendiamo consapevoli del fatto che il progresso scientifico – tecnologico non può prescindere da quello umano. Questo nostro mondo ha bisogno di un nuovo umanesimo. Dobbiamo essere di nuovo capaci di fermarci a riflettere ed a guardarci dentro, con coraggio e onestà intellettuale. I cambiamenti in meglio su questa nostra navicella spaziale si faranno evidenti quando l’uomo che la guida capirà che non è dal progresso tecnologico che troviamo la salvezza, ma dall’esercizio delle Virtù – con la maiuscola-. Virtù capaci di leggere nella coscienza e riconoscere a ciascuno di noi il diritto di poter scegliere una politica attenta ai valori ed in favore della vita. Valori assoluti che portano alla benevolenza, all’amore e alla misericordia. Un amore che coinvolge l’intero creato, opera esclusiva di Dio; una misericordia verso coloro che hanno meno di noi, uomini della società dei consumi, in termini di cibo, acqua ma soprattutto in termini di cultura.
Confucio diceva che per aiutare chi ha bisogno non bisogna procurare il pesce, ma insegnargli a pescare. Ecco il modo giusto per aiutare i paesi sottosviluppati e tenuti nell’ignoranza. Ma ci vuole una volontà politica ed una consapevolezza dettate dalla virtù.
Propongo alla vostra attenzione quanto scrive il prof. Zichichi sull’effetto serra (“Scienza ed emergenze planetarie” ed. Bur cap II. 8 pagg 104 e sgg.)
EFFETTO SERRA
La temperatura del pianeta è aumentata?
Il motivo principale per via del quale ci si preoccupa dell’effetto – serra è l’aumento della Temperatura media del nostro pianeta. Secondo misure registrate dal 1880 al 1980, l’aumento è stato di mezzo grado. L’incertezza su queste misure è però tale che questo aumento globale della temperatura nel Pianeta non può essere dato per certo. Non si ha alcuna seria evidenza di un aumento medio della Temperatura della Terra negli ultimi 100 anni. L’errore supera l’effetto cercato e – da molti – tanto propagandato. Si ritorna così ad un problema di grande attualità: l’effetto serra. Qui bisogna fare una distinzione tra inquinamento atmosferico e aumento della Temperatura.
Introdurre nell’atmosfera sostanze nocive alla salute dell’uomo e dell’ambiente è un delitto. Bloccare l’immissione di queste sostanze velenose è un dovere immediato. Alcune di queste sostanze, oltre ad essere autentici veleni, producono l’effetto- serra. Effetto che viene prodotto in massima parte dal vapore acqueo e in misura minore da altre sostanze. Tra di esse ce n’è una che nutre le piante: l’Anidride Carbonica. Per chiarezza immaginiamo di avere come problema soltanto l’immissione nell’Atmosfera di Anidride Carbonica. E basta. Niente sostanze velenose di alcun tipo. Il quesito sarebbe in fondo di stabilire fino a che punto si può aumentare la quantità di Anidride Carbonica nell’Atmosfera. Continuando ad immettere quantità sempre maggiori di questa sostanza (non nociva né velenosa) aumenterà l’effetto – serra? E di quanto? Due parole sull’effetto – serra: non è un nemico dell’uomo. Infatti. Se fosse nullo, la Temperatura media della Terra sarebbe 18 gradi sotto zero. Più Anidride Carbonica c’è nell’aria, più grande sarà l’effetto – serra, più alta sarà la Temperatura del Pianeta. E qui bisogna fare una precisazione. La Temperatura del Pianeta non dipende solo dall’effetto – serra. D’altronde, le stagioni, il Clima, l’evoluzione meteorologica nelle varie zone del mondo, non sono cose che dipendono esclusivamente dalla quantità di Anidride Carbonica che l’uomo immette nell’Atmosfera. Ce lo insegna lo studio delle epoche passate, che hanno visto sconvolgimenti climatici enormi, senza che nessuno si fosse sognato di immettere Anidride Carbonica nell’Atmosfera. (…)
Ma c’è di più. Se qualcuno venisse a dirci che ha misurato la Temperatura media della nostra città, mettendo molti termometri solo in un’area ristretta, che copre a malapena un quinto dell’abitato, lasciandone scoperti i 4/5, accetteremmo i suoi risultati? La risposta è certamente “no”, per l’ovvia ragione che non ha senso parlare di Temperatura media nella città se le misure, per quanto numerose, provengono solo da un’area ristretta.
Ebbene. Le stazioni che hanno registrato continuamente la Temperatura negli ultimi 100 anni sono concentrate in Europa, nell’America del Nord e in Giappone. Non esistono praticamente misure del genere in gran parte dell’Asia, in Africa e ovviamente, sugli Oceani (Qui le misure sono affidate alle navi mercantili e petroliere, con problemi enormi di affidabilità e di certezza negli errori) che, da soli, coprono 2/3 della superficie terrestre. Per quanto riguarda le misure fatte su terraferma, esse sono concentrate su un’area quasi trascurabile della superficie terrestre.
Ma torniamo al caso della città e supponiamo di scoprire che tutte le misure siano state fatte nel centro storico, dove, d’inverno, il traffico e il riscaldamento domestico alzano artificialmente la Temperatura. Questo rappresenterebbe un altro serio motivo per obiettare alla stima del valore medio della Temperatura. Sappiamo, infatti, che d’inverno nel centro fa più caldo, rispetto al resto della città.
I dati da cui si è voluto dedurre l’aumento della Temperatura media della Terra vengono, nella stragrande maggioranza, da stazioni situate nei centri abitati o comunque nelle vicinanze di case e di altre strutture. Cioè esattamente dove le misure non dovrebbero essere fatte per avere una stima attendibile del valore medio della Temperatura sulla superficie terrestre. Questo non dipende dall’incompetenza di chi ha deciso dove fare le misure, ma più semplicemente dal fatto che tali misure non dovevano servire all’uso che se ne fa ora. E tantomeno alla verifica di come la Temperatura dovrebbe variare sulla base dell’effetto – serra.
Modelli: bilancio energetico ed effetto serra
Comunque la Temperatura media del nostro pianeta è dominata da una sola sorgente: il Sole. Da quando Galilei scoprì le macchie solari, c’è un record continuo. Più macchie ci sono, più il sole emette Energia. Al massimo delle macchie corrisponde un aumento del 2% nell’Energia emessa dal Sole. Tra il 1645 e il 1715, ci fu un periodo privo di macchie solari. In quel periodo la Temperatura registrò valori minimi.
Il Sole è una potente sorgente di luce e calore. La Terra è una piccola sfera che gli ruota intorno. Ci troviamo ad una distanza talmente grande dal Sole che di tutta la potenza irradiata dalla nostra stella, noi ne riceviamo appena due miliardesimi. Facendo i calcolo della potenza che arriva sulla sfera terrestre, viene fuori che la Temperatura media dovrebbe essere 18° sotto zero. Invece la Temperatura media al suolo è di 15° sopra lo zero dei nostri termometri. Questo scarto di 33 gradi è per noi la salvezza. Come lo si spiega? Risposta: effetto – serra.
Immaginiamo di essere su un’astronave cosmica e di osservare la Terra. Scopriremmo che la Temperatura di -18° è all’altezza di 6 Km dalla superficie della Terra. Continuando le osservazioni, troveremmo che solo il 30% dell’Energia incidente contribuisce a portare la superficie della Terra e lo strato basso dell’Atmosfera a +15°. E’ questa componente (30% del totale incidente) che ci salva. Attenzione: tutta l’energia che arriva dal Sole viene restituita dalla Terra nello Spazio cosmico. Se così non fosse, la Temperatura della Terra aumenterebbe continuamente.
L’equilibrio termico è garantito dal fatto che tanta Energia entra al di sotto dei 6 Km di altezza, e altrettanta ne esce. Quando la radiazione elettromagnetica entra, ha una frequenza alta. Quando esce l’ha più bassa. Tra l’entrata e l’uscita ci sono Tempi diversi. Sotto i 6 Km entra il 60% dell’Energia incidente. Però soltanto il 30% rimane intrappolato, prima di ritornare nel Cosmo. E’ questo “intrappolamento” che ci permette di avere al suolo +15°.
L’effetto – serra corrisponde a questo “intrappolamento” Da cosa dipende? Risposta, dicono i più: dalla composizione dell’Atmosfera. In essa ci sono almeno 4 gas, tra cui l’Anidride Carbonica, che contribuiscono a scaldare i 6 Km d’aria che sta sulle nostre teste. L’effetto – serra e le sue conseguenze sul Clima sono ancora nel limbo dei modelli matematici costruiti ad hoc.
Immaginiamo di partire da 6 Km di altezza. Là dove la Temperatura è -18°. E cioè quella “giusta” se non fosse per l’effetto – serra. Scendendo un chilometro troveremmo che la Temperatura è aumentata di 5 gradi e mezzo. A questo aumento di Temperatura per chilometro, si dà il nome di “gradimento termico dell’Atmosfera”. Si provi a moltiplicare sei per cinque e mezzo: si otterrà 33. Siamo partiti da -18°. Meno 18 gradi + 33 ci dà +15°: la Temperatura superficiale della Terra. Adesso attenzione. Tutto quanto precede sono discorsi che si basano su modelli. La Terra viene descritta come una sfera solida, circondata da uno strato d’aria che ha lo spessore di 6 Km. Questo strato d’aria – dice il modello – è come una coperta planetaria che circonda la Terra. Grazie all’effetto – serra la coperta si riscalda. Nella sua parte esterna, la Temperatura è -18°. Nella sua parte interna, quella a contatto col suolo, la Temperatura della coperta è di +15°. Lo strato d’aria di 6 Km che circonda la Terra è quindi una formidabile coperta che ci permette di stare al caldo. (….)
Nessuno può pretendere di saperne di più se prima non riesce a dare risposte rigorose a tutti i quesiti aperti. Con l’effetto – serra siamo lungi da questo traguardo. (Continua al numero successivo)
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In fretta (di Stefania Consoli)
Se ci fermiamo un attimo ad ascoltare il ritmo della vita che scorre dentro di noi, scandita dal pulsare del cuore, ci accorgiamo di quanto sia lento, calmo e armonioso. A meno che non siamo noi stessi a costringerlo ad accelerare quando affrontiamo il nostro quotidiano in fretta e talvolta in furia.
Il nostro giornale - l’Eco - arriva in molte parti del mondo e probabilmente gli uomini di terra d’Africa o di altri paesi remoti non hanno gli stessi affanni dell’uomo occidentale, immerso inesorabilmente in un meccanismo produttivo che in continuo lo minaccia: “Chi si ferma è perduto!”. Ma chi l’ha detto?
Mi consentano allora gli amici africani di parlare a chi si sveglia la mattina con la mente già affollata dalle cose da sbrigare e che poi si addormenta a sera sfinito, pensando: “Avrò fatto tutto?”, invece di chiedersi: “Quello che era importante, l’ho vissuto bene? L’ho compiuto in modo da custodire in me la pace?”.
Corriamo per garantirci serenità, spesso costruendola in modo artificiale, e non ci accorgiamo che talvolta ci sfugge persino l’occasione di assaporarne il gusto. Eseguiamo i nostri doveri meccanicamente e ci sembra di non aver concluso nulla. Forse allora vale la pena sostare un po’ a riflettere cosa dobbiamo cambiare.
Per scoprirlo ci conviene ancora una volta spiare Maria. Sì, d’accordo, il suo tempo non era il nostro tempo convulso e sempre più esigente: il tempo del “tutto-e-subito”, dell'“usa-e-getta”, del “gratta-e-vinci”… La Palestina di 2000 anni fa non era misurata dal contachilometri delle automobili; forse lo scalpiccio di zoccoli sul selciato era l’unico rumore per via. Non pretendiamo quindi di confrontarci con quello che faceva Maria, ma su come lo faceva.
Anche la Vergine, ci dice s. Luca, «raggiunse in fretta» la casa di Elisabetta (cf. Lc 1,39). Ma la sua premura era di natura del tutto diversa. Significava infatti: sollecita interiormente a seguire la volontà di Dio; pronta a lasciare le proprie cose per visitare l’altro; disposta a rinunciare al gusto solitario della novella gravidanza per condividerla con la parente lontana.
Maria raggiunse in fretta la città di Giuda, ma poi una volta arrivata certamente visse le minime cose del quotidiano immersa nella vita di quel Dio che già portava in grembo. Semplici gesti che assumevano un’aria regale perché fatti con cura, attenzione e dedizione. Senza la nostra solita dispersione.
Se ad ogni cosa, anche la più ovvia o apparentemente banale (come salire e scendere le scale!) doniamo il meglio di noi stessi pensando a quello che stiamo facendo, scopriremmo un mondo che altrimenti ci sfugge, la meraviglia di cose perfettamente create e armoniosamente connesse, a cominciare dal nostro corpo capace di esprimersi in modo prodigioso.
Ammireremmo il genio umano che sa trasformare in utile e bello anche gli oggetti più elementari. Ci accorgeremmo che tutto è dono per noi, dall’acqua quando ci laviamo il viso al mattino, alle coperte che “ci tiriamo su” per proteggere il sonno della notte. Nascerà allora in noi un costante sentimento di gratitudine che dilaterà il nostro respiro fino a quietarlo. In tutto l’essere si farà pace.
Ma se poi non riusciamo a fare tutto quello che dobbiamo perché il mondo ci supera e continua la sua corsa nonostante noi? Il trucco c’è. Basta affidare a Dio al principio di ogni nuovo giorno i nostri programmi e le faccende. Egli ci aiuterà a comprendere l’essenziale. Sarà lo Spirito Santo a selezionare in noi l’urgente dall’inutile, donandoci sapienza per affrontarlo e forza per realizzarlo.
Svanirà il nervosismo prodotto dalla fretta e sorgerà in noi gioia, perché godremmo ogni attimo nella sua pienezza senza moltiplicare sprechi di vita preziosa.
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