“UN CAROSELLO DI INGIUSTIZIE E DI BUONI PROPOSITI” Dada
Elezioni, tavole rotonde, bipolarismi politici, emergenza rifiuti, scandali e finte indignazioni, buoni propositi traballanti, demagogia e belle parole, viaggi del Papa, G8. “Gossip” e cose serie, assassinii, tecnologie avanzate, sicurezza, scienza, scientismo e Scientology, Sette, satanismo, voci autorevoli che denunciano emergenze planetarie inquietanti e piccole voci coraggiose di uomini di buona volontà, bene informati e che a loro volta desiderano informare con onestà, i quali contrappongono al voto politico il voto di coscienza, con una lista detta “pazza”: NO! all’aborto! Sì alla vita, alla gioia, alla serenità d’animo. Sì alla dignità umana, sì! Non mortifichi la donna la sua femminilità dicendo sì all’aborto, che apre la porta al dolore straziante per una vita troncata al suo nascere! Ottimisti e pessimisti. Ottimisti che un tempo potevano significare spinta all’azione per costruire o ricostruire qualcosa di buono, nonostante tutto, combattendo l’affievolirsi della voglia di “andare avanti”, e il crescere della rassegnazione.
Oggi l’ottimista è guardato con aria sospetta. Ci si guarda intorno e ci si domanda come ancora una volta si può cominciare la giornata con ottimismo, quando l’inquinamento ci toglie il respiro, la delinquenza ci dà insicurezza non solo per le strade, nei metrò, sui treni, nelle stazioni, ma anche quando siamo nelle nostre case. Il lavoro è sovente precario, gli stipendi non hanno potere d’acquisto adeguato, il cibo in tante case basta 15 giorni al mese e poi ci si deve arrangiare; come facciamo ad essere ottimisti?
Il cibo. Leggo che migliaia di bambini al giorno muoiono nel mondo per fame, mancanza di igiene, malattie.
Mai sentito parlare del Darfur? Cosa abbiamo fatto, cosa facciamo per il Darfur, da quando un noto presentatore, in occasione di un festival di S. Remo, ha cercato di sensibilizzare l’opinione pubblica? Se ne è parlato un po’ e poi tutto è caduto nel silenzio.
Per sfamare la società opulenta dell’emisfero nord, bisogna allevare e sfamare un’enorme quantità di bestiame da macello, che anche beve e inquina emettendo CO2, e attraverso le urine, pregne di antibiotici e di ormoni iniettati. Acqua e cereali dati alle bestie a scapito dei bambini, che muoiono. Le coltivazioni di riso, per esempio, destinate a sfamare 1/3 della popolazione mondiale, conoscono una forte crisi a causa della scarsità della materia prima e di acqua e a malattie parassitarie, dovute al surriscaldamento della terra.
Emergenza cibo, emergenza aria, emergenza acqua…. Emergenza aborto. Due miliardi e mezzo di aborti sono troppi, si è detto recentemente. E ce ne accorgiamo adesso? L’aborto praticato come contraccettivo; bisogna rivedere la legge 194. E ce ne accorgiamo adesso?
Sì alle centrali nucleari, che danno energia pulita e che fanno risparmiare miliardi ai nostri governi. Fino a quando si pensa di andare avanti col bruciare legna, carbone, petrolio per ottenere energia?
Sta iniziando un’emergenza petrolio, a quanto pare.
Leggo un’intervista a Lester Brown, uno dei massimi analisti ambientali che dice l’Arabia Saudita essere “arrivata ormai al massimo della produzione, mentre la scoperta di nuovi grandi giacimenti è sempre più rara”, Secondo Brown è la fine di un’era durata oltre un secolo.
“I giacimenti del Mar del Nord sono arrivati al picco della produzione nel 1999 e ora rendono il 50% in meno. Quelli norvegesi hanno toccato il massimo nel 2000, ora sono scesi del 20%. I Paesi produttori di petrolio sono in preda alla sindrome della scarsità. Sanno che devono far durare le loro scorte il più a lungo possibile, e non accelerarne l’esaurimento. Hanno un punto di vista ben diverso rispetto alle società petrolifere, che invece vogliono massimizzare i profitti a breve scadenza, senza curarsi delle prossime generazioni. Nessuno lo sa, ma penso che (il petrolio) potrebbe toccare facilmente i 200 dollari, un prezzo che distruggerebbe intere economie. Oggi il grano è legato al petrolio. Quando il prezzo del barile aumenta, sale anche quello del grano. Il mercato del cibo è sempre più legato a quello dell’energia”.
Il giornalista Enrico Pedemonte, nell’intervista a Brown, su “L’Espresso” del 6 dicembre 2007 chiede: “Se la produzione del petrolio cominciasse a calare, quali sono i settori industriali più vulnerabili?” Risposta: “Il trasporto aereo è in prima fila, perché il combustibile è una componente importante dei suoi costi industriali. Un’altra industria sensibile è quella alimentare. Negli Stati Uniti gran parte della verdura cresce in California ed è consumata nel Nord-Est: deve attraversare in camion tutto il Paese. Il supermercato vicino a casa mia d’inverno compra frutta in Cile. Ma se i costi del petrolio s’impennano, queste abitudini diventeranno sempre meno economiche. In futuro mangeremo alimenti più legati alle stagioni e al territorio… Sta emergendo la possibilità di usare auto ibride… (con batterie molto potenti e intercambiabili n.d.r)… già oggi si potrebbero compiere le brevi distanze andando ad elettricità. …Tutti prevediamo che l’economia mondiale sarebbe raddoppiata o triplicata. Non credo che sarà così. In futuro ci potrà anche essere una crescita, ma comporterà un grande cambiamento nell’economia globale, nei consumi energetici e nei trasporti. Si dovrà spostare gli investimenti dalla strada alla ferrovia…”
Le centrali nucleari della IV generazione danno una sicurezza che un tempo non c’era. Le scorie si possono neutralizzare nell’arco di 50 anni (contro le migliaia di anni necessarie in passato). Addirittura si arriverà a riciclare le scorie. I governi sono tenuti ad informare, prima di metterci di fronte al fatto compiuto e alle emergenze. E’ una questione di cultura. Le riforme sono una risorsa dei Paesi civili, ma si parte dalla scuola, che deve essere foriera di una giusta e onesta informazione. La cultura deve far riflettere l’uomo su cos’è la dignità, un valore che si sta perdendo di vista. Non è vita dignitosa quella che noi e i nostri figli conduciamo. La cultura del buon senso, quella che la Parola di Dio ci insegna da secoli, non è più recepita. Il buon senso non è qualunquismo. Il buon senso è la vita dell’uomo che sa amare, che protegge l’ambiente in cui vive. Il Papa ci ricorda sempre quali sono i grandi valori e, recentemente in visita alle Nazioni Unite, ha sottolineato con forza i doveri dell’uomo nei rapporti interpersonali, sempre all’insegna del dialogo accogliente e comprensivo; i rapporti fra Stato e Stato in favore della pace e della giustizia; e il rapporto dell’uomo con l’ambiente.
Pace, giustizia, bioetica, ecologia sono i grandi temi che oggi e sempre dovranno essere argomento primario, seduti alle grandi tavole rotonde dell’ONU e fra gli uomini di buona volontà.
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Londra verso il disastro embrionale
Da “Il Foglio” martedì 18 marzo 2008
In Inghilterra il disegno di legge per modificare la norma sulla fecondazione assistita
divide gli scienziati e il governo. Su bebé farmaco, ibridi, sperma artificiale e selezione eugenetica
laburisti in ordine sparso.
Roma. In Inghilterra c'è chi parla di ''disastro embrionale”, riferendosi al disegno di legge che la Hfea (Human Fertilisatiòn and Embryology Authority) ha presentato per modificare la legge sulla fecondazione artificiale che risale al 1990. L’Hfea è l’agenzia che si occupa di consigliare il governo inglése sulle questioni bioetiche e ha proposto 6 modifiche alla legge che hanno subito scatenato proteste sia nel mondo cattolico sia da quello scientifico. Innanzitutto la possibilità di creare embrioni ibridi mescolando sperma umano e ovuli animali. Questi embrioni dovrebbero vivere non oltre i 14 giorni ed essere utilizzati dagli scienziati per trovare cure per gravi malattie genetiche. L’altra modifica proposta alla legge sulla fecondazione artificiale è quella per cui sia possibile la creazione dei cosiddetti “bebé farmaco”: bambini creati apposta per curare i “gemelli” malati donando loro organi o tessuti. La terza proposta è quella di rendere possibile agli scienziati la selezione di embrioni “sani” da impiantare per far nascere bambini senza malattie. A questa proposta l’associazione britannica dei non udenti ha proposto un emendamento per poter selezionare figli sordi. La “necessità del padre” per il nascituro, poi, non sarà un requisito discriminante per il medico che avrà a che fare con donne single o a coppie lesbiche che vogliono un figlio. Questo aspetto, a detta dei promotori del disegno di legge, è un “messaggio alla società che il padre non è importante”. Le ultime due modifiche proposte sono la riduzione del limite massimo di settimane entro cui abortire (da 24 a 20) e la possibilità di utilizzare sperma e ovuli artificiali nelle cure dell’infertilità.
Anche secondo chi si sta opponendo con forza alla proposta dell’Hfea, la legge necessita aggiornamenti. Il dubbio però è che quelli avanzati dall’Autorità bioetica del governo vadano pericolosamente su un terreno “eticamente minato”.
Le reazioni, sia a favore che contrarie, sono state diverse e trasversali. Rowan Willams, arcivescovo di Canterbury ha detto che al Paese “manca una chiara prospettiva morale su questi temi”. Commenti negativi sono giunti però anche dal mondo scientifico. Sir Liam Donaldson, chief medical officer del governo nutre riserve soprattutto sugli embrioni ibridi – considerati “un passo troppo lungo” – e avverte che “gli stessi scienziati provano un senso di ripugnanza all’idea”. Anche all’interno della stessa maggioranza di governo non c’è unanimità sulla proposta. Il premier Gordon Brown la appoggia in pieno ritenendola cruciale per evitare una fuga di cervelli in Paesi in cui questo tipo di ricerca sia già permessa. I ministri cattolici, però, hanno già fatto sapere per mezzo del ministro dei Trasporti Rufh Kelly di non poter votare “contro la propria coscienza”. Molti membri del Parlamento (in particolare i laburisti) hanno quindi chiesto libertà di voto sull’argomento nonostante che il disegno di legge sia di fatto appoggiato dal governo.