“EMERGENZA ACQUA” Dada
L’umanità sta attraversando un momento di grande buio. E’ la crisi delle coscienze; è l’uomo che ha perduto il senso del bene e del male; è l’uomo che perde dignità, che non conosce più la virtù, che non ha più il senso del peccato.
Ci stiamo rubando a vicenda la vita, senza più riflettere sulla morte. Dio è morto.
Esorcizziamo le persone con surrogati pericolosi, se non devastanti.
Le Emergenze Planetarie di cui si parla in questa rubrica, sono un esempio, purtroppo molto inquietante del disprezzo della dignità umana e dell’ambiente.
L’estate è passata da qualche mese, quando i telegiornali ci facevano vedere gli esodi di ferragosto: tempo di vacanza. Milioni di famiglie si spostavano dalle città alle località balneari in code interminabili d’automobili sulle autostrade d’Italia.
Era un’umanità che andava alla ricerca di aria buona, di acqua pura, di mare limpido, di ambienti predisponenti al relax. Ma trovare acqua pura ai laghi, al mare, nei fiumi ormai è diventato sempre più difficile. Puntando sugli immediati obiettivi del profitto, l’uomo ha abbandonato i valori dell’esistenza, come se il profitto fosse il bene ultimo dell’esistenza. Sicché l’attività di appropriazione, ignorando gli insegnamenti della vera grande scienza, ha portato l’acqua, così come l’aria e il suolo, a livelli di degrado ambientale tale da porre l’umanità tutta di fronte ad emergenze che abbracciano ormai tutto ilo nostro Pianeta Terra.
Un pezzo di suolo coltivabile, contaminato da concimi chimici, da antiparassitari, o da discariche selvagge (non differenziate), inquina le falde acquifere del sottosuolo e fa assorbire alle piante elementi radioattivi dannosi per l’uomo, per gli animali e per i vegetali. Ho letto di recente che uno di questi elementi è lo Stronzio 90, fortemente tumorale, assorbito in particolare dalle graminacee. Vogliamo anche ricordare che il piombo che respiriamo ogni giorno nell’atmosfera ed in quantità sempre maggiore con i gas tossici eliminati dai veicoli e dalle fabbriche, dagli impianti di riscaldamento, è fortemente tossico per l’uomo?
Contaminare un pezzo di suolo coltivabile dunque, e inquinare una sorgente d’acqua pura, avvelenare una grande (o piccola) massa d’aria, vuol dire uccidere un po’ della nostra stessa esistenza.
Un delitto ecologico è un’offesa alla vita e ai suoi valori, ed è necessario che questo sentimento entri nel cuore di tutti!
Dall’alba della civiltà ad oggi l’acqua è stata fonte di vita e di prosperità. Laghi, fiumi, sorgenti superficiali e sotterranee sono stati al centro dello sviluppo della nostra civiltà. Purtroppo oggi si assiste impotenti (o indifferenti?) alla distruzione di questa fondamentale sorgente di vita, come se essa fosse inesauribile.
Fra i tanti esempi di inquinamento delle acque nel mondo, desidero focalizzare l’attenzione sul Mare d’Aral e sul Lago Bajkal, di cui ci parla nel libro (già citato) “Scienza ed Emergenze Planetarie” il prof. Antonino Zichichi.
Riporto testualmente, dal suddetto libro, il paragrafo 2.2 del capitolo II (pagg 59-60-61)
“Il Mare d’Aral e il Lago Bajkal”
Un lago più grande del Piemonte, della Lombardia e della Liguria messe insieme sta quasi morendo. Come abbiamo già detto prima, le sue acque sono state dimezzate dall’irresponsabilità di coloro che avrebbero dovuto vigilare sulla preziosa sorgente di vita che era il cosiddetto Mare di Aral. Per estensione è il quarto lago del mondo. Le sue acque differiscono da quelle dell'Oceano per un elevato tenore di Calcio/Magnesio e Solfato. È un lago chiuso, senza emissario. Esso ha due grandi fiumi, l’Amu-Darja e il Syr-Darja, che gli assicurano oltre un milione e cinquecentomila litri d'acqua al secondo. Per ingordigia dell'uomo, quel lago è già ridotto a metà, causa i prelievi d'acqua destinati all'Agricoltura. Prelievi che adesso ne minacciano gravemente l'esistenza. Non basta.
Di morte è anche minacciata la più grande riserva d'acqua dolce del mondo; il Lago Bajkal in Siberia. È come se il Creatore del mondo avesse deciso di mettere al sicuro, nel frigo, un'enorme riserva di acqua potabile, tenendola bene al fresco. .
Nella sua lingua madre (il Tartaro) Bajkal vuoi dire «mare ricco». Infatti, più popolato di vita non potrebbe essere. In esso ci sono milleseicento specie animali e settecentotrenta specie vegetali. Gli organismi che vivono nel Lago Bajkal sono quasi tutti tipici ed esclusivi di quell'angolo di mondo. Ne sono un esempio la foca detta Pusa Siribica e le oltre mille specie di pesci e piante che vivono solo in quelle acque.
La purezza delle sue acque è leggendaria; esse sono cento volte più trasparenti di quelle di qualsiasi altro lago. Questa purezza è dovuta al particolare tipo di plancton che filtra tutte le impurità. Insomma, un'autentica grazia del Signore. Questa formidabile riserva d'acqua potrebbe dissetare tutti gli abitanti della Terra per secoli e secoli.
Cosa fa l'uomo? La disprezza e la distrugge, inquinandola. Infatti, oggi il Lago Bajkal rischia la morte. Vediamo perché. Anzitutto c'è un'industria di cellulosa che vi scarica i suoi veleni. Secondo una valutazione degli scienziati del Worid Lab c'è un fattore cento tra danno ecologico e ricchezza prodotta da quell'industria. Infatti, è vero che la produzione annuale di quella industria garantisce un certo guadagno. Ma è altrettanto vero che i danni ecologici causati da quel complesso industriale sono cento volte più grandi del reddito prodotto. Ma non è tutto. Vicino al lago è nata, senza alcun piano urbanistico, una città; Severoba-jkal. Essa conta già quarantamila abitanti e rappresenta la più potente fonte di inquinamento del Lago Bajkal. Ciò nonostante, alcuni urbanisti hanno proposto un piano di sviluppo per quella città. Il progetto prevede la creazione di quattordicimila posti-lavoro al fine di portare la popolazione a centoquarantamila abitanti. Da un lato, aumenterebbe il già critico livello di inquinamento dovuto all'insediamento urbano. Dall'altro, i posti-lavoro sarebbero legati a due complessi industriali, anch'essi fonte di nuovo inquinamento. Le acque del Lago Bajkal appartengono a tutti. Come la Foresta Amazzonica. L'ordine planetario va stabilito partendo da queste Emergenze. Senza dimenticare che la loro soluzione ha bisogno di una solidarietà tra tutti i popoli della Terra. Le discriminazioni razziali, geografiche, politiche sono i veri ostacoli che si frappongono alla corretta azione per affrontare, a livello planetario, le Emergenze. Quella dell'Acqua è una tra le più drammatiche. È necessario che tutti si sentano viaggiatori nella stessa navicella spaziale affinché il recupero del Lago Bajkal, con le sue preziose riserve d'acqua, possa essere affrontato a livello globale. .
L'industrializzazione selvaggia e l'inquinamento non minacciano solo il cuore della Siberia, come molti amano definire il Lago Bajkal. Se immaginiamo, con un po' di fantasia, di saltare dal freddo siberiano alle calde coste della Florida, troviamo un altro aspetto dell'Emergenza Acqua. Meno grave per le sue proporzioni, ma altrettanto esemplare per il suo significato. Esso riguarda le «sirene del mare». O, più esattamente, quelle innocue e gentili creature marine che Cristoforo Colombo pensò fossero le mitiche sirene. E infatti così scrisse nel suo famoso diario di bordo: «Ho visto tre sirene schizzare dal mare librandosi molto in alto; esse però non sono così affascinanti come si dice, pur avendo sembianze umane». Quelle creature marine erano in effetti i lamantini, animali estremamente gentili e affettuosi. Oggi quasi tutti portano nel loro corpo i segni di qualche ferita dovuta ai fuoribordo. Molti vengono uccisi. L'inquinamento fa il resto. Cristoforo Colombo non avrebbe potuto immaginare - quando per primo aveva visto le sue «sirene» - che l'uomo del Duemila sarebbe arrivato al punto di farle sparire.