MARIA DOLENS
Davanti a me s'apre un viale, è cinto
da aste sfoggianti bandiere di ogni nazione.
Un vento impetuoso s'insinua tra loro
che emettono un misterioso brusio,
al mio orecchio sembrano gemiti di voci dolenti.
L'eco lo moltiplica e mentre vola via
mi par sussurri in una lingua universale,
Pace, Pace, Pace.
Cala nelle vallate teatri di sanguinose battaglie
entra in ogni casa, ogni cuore percependole
ricorda con dolore un passato recente e, invoca la pace.
La speranza rende solide quelle invocazioni,
che s'incatenano l'un l'altra
con ghirlande d'amore il vento della pace le spinge in alto,
davanti al trono DELL'ALTISSIMO.
LUI, è assiso su un trono di luce, attorniato
da moltitudini di angeli, anch'essi invocanti pace in terra.
LUI ascolta le preghiere e a risposta,
le cupe nuvole si diradano, un cielo sfolgorante
illumina la grande campana,
i suoi rintocchi
sembrano una dolce sinfonia che
infondono speranza, sembra un
patto d'alleanza d'una pace universale.
Anna
UN PO' DI DIARIO
Montiamo in pullman e via per il camposcuola a Rovereto!
Arrivati a destinazione, scarichiamo i bagagli.
A noi che veniamo dalla città, causa meraviglia vedere tutt'intorno montagne stupende con case e villette, arrampicate lungo dorsali dove sembra impossibile arrivare. Non ci sembrava vero di poter trovare tanta tranquillità, pace… e aria pulita.
Nonostante le previsioni, abbiamo avuto giornate bellissime e calde e abbiamo potuto ammirare le meraviglie del Signore. Peccato che l'uomo non sa apprezzarle!
Lo scopo del camposcuola non era il divertimento ma la riflessione sulla Parola di Dio. Gli stimoli ci sono giunti dalla prima lettera di S. Pietro e sono stati veramente illuminanti sul modo di comportarci nella nostra vita terrena e in particolare ci ha dato stimoli per migliorare la vita di famiglia.
Pietro ci ha spronati energicamente ad esprimere la nostra fede nella vita di tutti i giorni, nelle incombenze umili o grandi che ognuno di noi svolge, affinché il nostro mondo si santifichi. Di questo ha bisogno la Chiesa, così come noi abbiamo bisogno della Chiesa per crescere nella fede e nella santità, attraverso le tappe sacramentali, nostre e dei nostri figli, che, opportunamente vissute, diventano tappe di crescita per l'intera famiglia.
Questo cammino compiuto insieme ad altre famiglie, forma la comunità che s'impegna a rispondere, sia pure in forma non sempre coerente, al piano che Dio ha sulla famiglia cristiana. Noi coniugi siamo chiamati ad un compito promozionale molto importante, da vivere prima all'interno delle nostre case e poi far trasparire nella condotta morale che caratterizza la nostra vita.
Ciò significa allargare il cuore a Dio ed è lì che opera la sua onnipotenza, in quanto Egli si offre con amore in sacrificio per noi, riempiendoci di sé quando riceviamo l'Eucaristia, perché l'Ostia santa è sacramento della sua presenza viva e reale.
Per me aver fede significa credere che Egli vive, che Egli ascolta il grido di ogni cuore. La fede per me è innanzitutto una grazia, un dono di Dio, la proposta di incontrare una persona viva: Gesù Cristo, che, come un padre buono e misericordioso, ci insegna a vivere da figli di Dio.
Quante volte il Signore sta in mezzo a noi e ci aiuta a camminare, ma noi non vediamo i suoi benefici e non sappiamo valorizzare la nostra situazione per la santificazione, vivendola per amore.
Ma il Signore ci vuole bene, non ci fa mancare il suo sostegno, anche se noi siamo ciechi.
Personalmente ho toccato con mano l'amore immenso che Dio ha per me, nella prova che ho superato lo scorso anno, quando ho dovuto sopportare diversi interventi. La grazia della presenza di Dio, mi ha aiutato a dare un senso al mio soffrire, mi sono abbandonata completamente sul cuore del Signore. Sono certa che in me ha profuso tutto il suo amore: mi ha ridato fiducia e coraggio di vivere, ha trasformato la mia vita di sofferenza in speranza e fede.
Posso dire che trovandomi in un cammino di fede, in tutto ciò che mi accade mi affido a Dio; ripeto il mio atto di abbandono in Lui nei momenti in cui mi è difficile superare certe situazioni di sofferenza e a sera rimetto nelle sue mani l'intera giornata.
Prendiamo l'esempio da Madre Speranza, che ha seguito il Signore nella via dell'amore e del sacrificio. Proprio per intercessione di Madre Speranza, chiediamo al Signore di sostenerci e di fortificare il nostro spirito, perché possiamo essere veri discepoli di Cristo.
Infine, un grazie di cuore, pieno di riconoscenza a Suor Rifugio, per il grande impegno che ha profuso, perché il camposcuola riuscisse nel migliore dei modi. Un grazie a Don Antonio per la sua disponibilità; il buon Dio lo ricompensi.
Si ricomincia un nuovo anno comunitario; Rinaldo ed io vi auguriamo con tutto il cuore, che questo campo scuola sia servito a ridarci l'entusiasmo e la giusta carica per riprendere il nostro cammino.
Con affetto Gabriella e Rinaldo Mengoni
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DIGNITA', DIGNITA'! Dada
Anche questo campo scuola è passato e ormai sembra lontano. Tutto passa, tutto rapidamente. Ci si trova con tanti anni addosso e la vita scorre inesorabile, col tempo che la definisce; sempre poco, rispetto a ciò che uno vorrebbe fare. Progetti su progetti, o semplicemente il tran tran quotidiano, dipende dal nostro destino o da ciò che vogliamo costruire. E il tempo scorre come un fiume, in cerca del mare.
Ma noi siamo cristiani: Che ci ha insegnato il nostro Cristo? A non correre, ma piuttosto a dare dignità alla nostra vita, ai pensieri, alle azioni, alle scelte, alle unioni, alla famiglia, alla vita insomma. S. Pietro, che visse come uno di noi, con le stesse passioni, gli errori, la viltà, le debolezze, le gioie, i dolori, fino alla grande scelta finale: la crocifissione a testa in giù; ecco che Pietro arriva a credere veramente che Gesù è Dio, ed a costruire la sua vita su pietra vera e solida. Una pietra posata nel posto giusto, voluto dal suo Signore, dove accogliere altre pietre e costruire una comunità con i vessilli della dignità di cristiani autentici.
Pellegrini su questa terra, che non ci appartiene, ma ci offre occasioni preziose: dai dolori ai sacrifici, alla gioia di essere figli dello stesso Dio, gioia che illumina la mente e fa da propellente per una consapevolezza profetica, quella infine della conquista del Regno.
“Dignità, miei cari, dignità!” sembra dire l'Apostolo nella sua lettera agli eletti, ai convertiti del tempo ed a noi, uomini del XXI secolo, che ci lasciamo trasformare dal Signore, dando la nostra adesione al suo progetto. Noi siamo gli eletti, benedetti da Dio in Cristo, noi siamo il popolo che prega e perdona, che si nutre della Parola di Dio e dell'Eucaristia per andare a testimoniare, pellegrini e missionari insieme.
“Portate questa pietra nel luogo indicato da Dio, prescelto dalla sua Sapienza e dal suo Amore, e profetizzate il Regno, mentre vi accingete a costruire, con sacrificio, questa Chiesa di uomini come me, peccatori e redenti, traditori e pentiti, pavidi e passionali, coraggiosi e incerti”
Insomma contradditori e affascinanti, come lo sono tutti gli uomini che sbagliano e sanno rialzarsi con volontà, sacrificio e voglia di cambiare.
Tante vite quelle che si sono incontrate al camposcuola, che hanno portato la loro pietra; chi con gioia, chi con timore, chi con sacrificio, chi col pianto, chi col cuore spezzato dal dolore di cose dette o tenute molto nascoste nel profondo dell'anima, perché certi dolori non hanno nome.
Il camposcuola ci è parsa un'oasi, con luci ed ombre, ma anche con acqua viva nel deserto della vita, sgorgante dalla Chiesa che tutti abbiamo contribuito a costruire, pietra su pietra, nel tempo. E la casa, la nostra casa, quella dei nostri cari, delle nostre radici, dove talvolta si consumano tragedie o che, trasparente alla grazia ed alla vita, aperta a tutti ed accogliente, diventa dimora di Dio.
Sicché Chiesa e casa si fondono, trasparenza e pietra solida diventano una cosa unica, un punto cardinale per gli uomini di buona volontà.
“Dignità, dignità, non perdete la dignità!”, sembra dirci Pietro nella sua lettera. Sì, perché il Vangelo è esperienza di vita ed esempio di perfetta dignità.
Non c'è vero amore, senza la profonda consapevolezza di stare dalla parte di Dio. Gemma preziosa questo Amore, da maneggiare con grazia, delicatezza d'animo, rispetto, fatica e dignità.
Tempo, ti prego Dada
Tempo,
arsura del dolore vivi con me
sposo nell'attesa vivi con me
ladro di felicità vivi con me
sospiro impaziente vivi con me
avido di memorie vivi con me
incanto dei gaudenti vivi con me
fuoco di passione vivi con me
testimone di estasi vivi con me
dono quotidiano vivi con me
finché finirà questa vita
amata e sofferta
Rispetta i miei ritmi
Se piango
concedimi di asciugare
lentamente
anche l'ultima lacrima
Ora guarda con me
il grande fiume che scorre
silenzioso e presente
e pensa che finirà
Sì, finirà
un giorno con te
questa vita!
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