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CON CRISTO, PIETRE VIVE
Consideriamoci bambini appena nati e attacchiamoci al seno di Dio, squarciato per noi dalla lancia di Longino, perché noi potessimo nutrirci del latte salutare che sgorga da quella ferita fatta dall'amore.
La cattiveria, l'ipocrisia, l'invidia, la frode non appartengono ai bambini, sono sentimenti che vengono inoculati dal dente avvelenato di Satana. Ma noi non vogliamo più appartenergli, vogliamo apparte-nere a Dio, vivere la sua stessa vita e lo potremo fare se ci nutriremo di quel Sangue di perdono e di quell'acqua di grazia che sgorgano continuamente dal Cuore di Cristo.
“ Chi ha sete venga a me e beva ” ha detto Gesù (Gv 7,37)
L'immagine offertaci da Pietro è tenera, ma questo latte spirituale è capace di darci la robustezza della pietra e della pietra preziosa, scelta da Dio per formare il suo tempio santo.
Diventare “pietra scelta” deve essere l'ambizione santa di ogni cristiano, ma per divenirlo bisogna imparare da Gesù l'amore che si fa dono e dono totale fino all'annientamento di sé, non temendo la morte del corpo, che ci apre alla vita dell'anima.
Questa fede convinta deve avere la consistenza e il peso della pietra, che sarà anche scartata dai costruttori di castelli fatati di cui pullula il mondo, castelli che un bambino può distruggere in un momento, ma sarà pietra scelta da Dio e messa sopra la “ pietra angolare ” Cristo Signore, per edificare il tempio vivo di Dio, il sacerdozio santo, capace di offrire sacrifici graditi a Dio.
Le immagini usate da Pietro forse non rispondono alla logica sintattica, esse sembrano cozzare fra loro, ma hanno spessore biblico: di bimbo portato al seno parlò Osea, mentre la pietra sulla quale costruire l'edificio spirituale, ci riporta all'alleanza del Sinai, in cui il popolo di Dio doveva costituirsi intorno al tempio regolato dai comandamenti, ma nessuno poteva avvicinarsi al monte:
“Mosè salì verso Dio e il SIGNORE lo chiamò dal monte dicendo: «Parla così alla casa di Giacobbe e annunzia questo ai figli d'Israele: "Voi avete visto quello che ho fatto agli Egiziani e come vi ho portato sopra ali d'aquila e vi ho condotti a me. Dunque, se ubbidite davvero alla mia voce e osservate il mio patto, sarete fra tutti i popoli il mio tesoro particolare; poiché tutta la terra è mia; e mi sarete un regno di sacerdoti, una nazione santa". Queste sono le parole che dirai ai figli d'Israele».
Allora Mosè venne, chiamò gli anziani del popolo ed espose loro tutte queste parole che il SIGNORE gli aveva ordinato di dire.
Tutto il popolo rispose concordemente e disse: « Noi faremo tutto quello che il SIGNORE ha detto ». E Mosè riferì al SIGNORE le parole del popolo. Il SIGNORE disse a Mosè: «Ecco, io verrò a te in una fitta nuvola, affinché il popolo oda quando io parlerò con te, e ti presti fede per sempre». E Mosè riferì al SIGNORE le parole del popolo.
Allora il SIGNORE disse a Mosè: «Va' dal popolo, santificalo oggi e domani; fa' che si lavi le vesti. Siano pronti per il terzo giorno; perché il terzo giorno il SIGNORE scenderà in presenza di tutto il popolo sul monte Sinai. Tu fisserai tutto intorno dei limiti al popolo, e dirai: "Guardatevi dal salire sul monte o dal toccarne i fianchi. Chiunque toccherà il monte sarà messo a morte .” ( Es 19:3-12)
Ci potremmo chiedere perché questa differenza tra l'antico popolo e noi. Il fatto è che la Redenzione ci ha riconciliati con Dio e ci ha permesso di chiamarlo Padre. Ora noi possiamo accostarci al monte, non solo, ma possiamo abbeverarci al Cuore stesso di Cristo, trafitto dalla lancia e succhiare il sangue del perdono e l'acqua della grazia. Le cose sono cambiate completamente e Pietro sottolinea tutto ciò che la Redenzione ci ha fatto recuperare: “ Ma voi siete una stirpe eletta, un sacerdozio regale, una gente santa, un popolo che Dio si è acquistato , perché proclamiate le virtù di colui che vi ha chiamati dalle tenebre alla sua luce meravigliosa; voi, che prima non eravate un popolo, ma ora siete il popolo di Dio; voi, che non avevate ottenuto misericordia, ma ora avete ottenuto misericordia.”
Siamo veramente fortunati, abbiamo recuperato una dignità enorme. Ovviamente, questa nuova dignità esige uno stile di vita nuovo: se siamo diventati cittadini del cielo , qui sulla terra siamo solo pellegrini, siamo chiamati a proclamare l'assoluto di Dio , il predomi-nio dell'anima sul corpo, a vivere in maniera esemplare, affinché chi ci osserva sia indotto a glorificare Dio e a decidersi per Lui.
Pietro ci dice di essere sottomessi anche a chi ci governa, perché comunque Dio ha approvato la loro elezione o a nostro premio o a nostra punizione; e se punizione abbiamo meritato, è bene che ci sottoponiamo con umiltà al meritato castigo.
Il cristianesimo ha annullato la schiavitù e la sudditanza, dando come parametro per valutare le persone non la condizione economica o sociale, ma l'amore di cui è capace, la virtù e l'integrità della vita. Evidentemente la società non ha modificato in pieno il suo modo di comportarsi e perciò ci si può trovare a dover subire ingiustizie e soprusi. Pietro non istiga alla violenza i cristiani, al contrario li esorta a santificare le ingiustizie subite, considerandosi addirittura fortunati di subire la stessa sorte di Gesù, che è l'esempio che dobbiamo avere sempre davanti agli occhi e seguirne le orme:
«Egli non commise peccato
e nella sua bocca non si è trovato inganno ».
Oltraggiato, non rendeva gli oltraggi;
soffrendo, non minacciava,
ma si rimetteva a colui che giudica giustamente;
egli ha portato i nostri peccati nel suo corpo,
sul legno della croce, affinché,
morti al peccato, vivessimo per la giustizia,
e mediante le sue lividure siete stati sanati.
Poiché eravate erranti come pecore,
ma ora siete tornati al pastore
e guardiano delle vostre anime.
Se Gesù, l'innocente, si è sottoposto al dolore ingiusto e l'ha santificato vivendolo per amore, anche noi dobbiamo santificare con la pazienza amorosa le sofferenze di varia natura che tentano di affliggere la nostra vita, ma che non hanno il potere di rubarci la gioia di saperci amati da Dio e scelti da Lui per edificare il tempio santo dei salvati, sulla Pietra angolare, Cristo Gesù.
Noi eravamo come un gregge errante e senza pastore e Lui è venuto a raccoglierci per guidarci ai pascoli eterni del suo Regno. Ci ha radunati col suo vincastro, bastonando i “ mercenari” che ci lasciavano in balia dei lupi feroci. L' Ovile santo in cui ci ha raccolti è la sua Chiesa, una, santa, cattolica, apostolica, romana; ovile sicuro da non sottovalutare, dove non mancheremo di nulla. In esso troveremo il cibo sostanzioso della Parola, l'alimento della grazia offertaci dai sacramenti, la vigilanza attenta dei pastori terreni: il Papa, i Vescovi, i Sacerdoti, che ci permettono di riposare in pace nell'aurea dolce dello Spirito che aleggia su di essa, per proteggerla, fortificarla, liberarla da ogni male.
Paolo dice: “Non ci manca nessuna grazia” e questo ci dice anche Pietro, investito di autorità da Gesù stesso.
Ascoltiamo questi giganti della fede, ai quali Gesù ha affidato la conduzione visibile della sua Chiesa e che ci indicano la strada della fedeltà a Dio, a noi stessi e ai fratelli.
QUESTIONARIO PER LA RIFLESSIONE PERSONALE
- Pietro ci rivela che siamo chiamati a costruire su Cristo il tempio santo dei salvati: Lui Pietra angolare, noi, pietre vive.
- Ma io mi posso considerare una pietra viva? Ho le qualità della pietra pregiata?
- La pietra è dura, compatta… La mia fede è granitica o si sgretola ad ogni soffio di vento?
- La pietra è ben salda, non ammette vuoti nel suo interno… La mia anima è completamente redenta o nel mio interno vi sono ancora zone irredente, che io sottraggo all'azione della grazia?
- La pietra si lascia modellare dallo scalpellino… Io mi Lascio lavorare da Dio, sono duttile nelle sue mani, accetto quanto la vita mi presenta, anche se difficile, santifico le circostanze della vita o mi ribello alla volontà di Dio?
- La pietra non ha il potere di imporre il suo volere, io sono una “pietra viva”, questa situazione di privilegio mi rende responsabile delle mie scelte… Quando devo fare delle scelte, ricordo che sono chiamato ad essere pietra viva per edificare il tempio di Dio o mi presto ad edificare templi a Satana, magari per superficialità?
- Noi siamo usciti dalla mano di Dio, unici e irripetibili, se io mi sottraggo al compito che mi è stato affidato, nessuno potrà occupare il mio posto e il tempio di Dio sarà fragile per mia colpa o addirittura crollerà… Che penso di fare?
- Le virtù che rendono salde, duttili e preziose le pietre vive sono: la fede viva, la speranza certa, la carità operosa…. A che punto sono queste virtù dentro di me?
- Oggi il Signore mi chiede di fare una scelta: “Vuoi essere pietra viva per edificare il mio tempio?”…. Cosa rispondo al Signore?
- Se la tua risposta è “sì”, prendi una pietra e, al momento dell'offertorio della Messa, la metterai dove l'Architetto divino ha pensato di metterla.
- Fai un proposito fermo di non tornare a sottrarre la tua pietra dal posto destinato dalla sapienza divina e poi esprimi la tua volontà al momento della preghiera dei fedeli.
- Nel momento del “grande Amen”, se sei veramente deciso a vivere nella volontà di Dio tutti i tuoi giorni, aggiungi all'Amen la frase con la quale il popolo di Dio sancì l'alleanza del Sinai: “Tutto ciò che il Signore vuole da me, io lo farò”!
- Impegnati a pregare tutti i giorni per essere fedele al tuo impegno.
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LONTANI RICORDI (Iolanda Lo Monte)
La mamma ci raccontava le fiabe
mentre sferruzzava,
e noi si sognava, come nelle fiabe,
di diventare giganti
e con le nostre fantasie
ci si sentiva importanti.
O come erano belli i tempi di allora,
senza pensieri e con la fissa dimora.
Non si conoscevano le brutture della vita,
non ci chiedevamo come sarebbe finita.
Un dì….. sarà finita….
Mi lascio andare per un momento,
ma subito mi riprendo:
la vita è anche bella,
non è solo un tormento.
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Caro anno 2007 (Iolanda Lo Monte)
Forse un giorno gli storici
ti chiameranno cruciale,
ma sarebbe molto meglio per te sentirti dire
favoloso, mitico, indimenticabile!
Bene, te lo dico io: per me sei indimenticabile,
perché nel bene e nel male
sei una tappa della mia eternità.
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