TERZA LEZIONCINA
APPLICARE A SE’ LA PARABOLA
IL NOME NUOVO
Obiettivo: Permettere al bambino di appropriarsi della parabola.
- Si torna a leggere la parabola in clima di silenzio e di rispetto
Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 10,11-16)
Io sono il buon pastore. Il buon pastore offre la vita per le pecore. Il mercenario invece, che non è pastore e al quale le pecore non appartengono, vede venire il lupo, abbandona le pecore e fugge e il lupo le rapisce e le disperde; egli è un mercenario e non gli importa delle pecore. Io sono il buon pastore, conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me, come il Padre conosce me e io conosco il Padre; e offro la vita per le pecore. E ho altre pecore che non sono di quest'ovile; anche queste io devo condurre; ascolteranno la mia voce e diventeranno un solo gregge e un solo pastore.
- Si torna brevemente ad identificare i personaggi.
- Si chiede al bambino, magari mostrando un disegno, quale pecorella vuol essere.
- Se vuole stare con il Buon Pastore o con il Mercenario.
DISEGNO
- S’invitano i bambini a disegnare la propria decisione.
AVVIARE I BAMBINI A DIALOGARE CON IL BUON PASTORE
- La mamma o la catechista o il papà finge di essere il Buon Pastore e avvia un dialogo con la pecorella (E’ sempre Gesù che fa le proposte positive)
- Esempio:
- Pecorella mia, mi ami?
- Mi prometti che non ti allontanerai mai da me?
- Lo sai che se ti allontani puoi cadere tra le spine e farti male?
- Io ti voglio dare un nome nuovo, ti voglio chiamare (Amore di Gesù, Gioia di Gesù, Stellina di Gesù, Dolcezza di Gesù, Pace di Gesù, Violetta di Gesù, Giglio di Gesù…)
- Ti piace questo nome? Te l’ho dato perché tu sia sempre come io ti ho pensato: “Amore di Gesù”…
- (Naturalmente si aspetta che i bambini rispondano e poi s’invitano a scrivere grande, nel “Quadernino del Buon Pastore” il nome che hanno ricevuto.
- (Se sono in grado di farlo si possono invitare a scrivere il dialogo intercorso tra loro e Gesù per non dimenticarlo)
GIOCO
- Si può mimare un’uscita con il Buon Pastore e di parlare con Lui usando il nome nuovo che hanno ricevuto.
- Si educano i bambini a non essere egoisti, ma di permettere anche alle altre pecorelle di avvicinarsi al Buon Pastore e di parlare con Lui.
- Rientrando all’ovile, il Pastore le saluta chiamandole per nome e anche le pecorelle rispondono al saluto dicendo qualche parolina di saluto o di ringraziamento o di lode al Buon Pastore.
( Si può imparare qualche canto del Buon Pastore)
IL SIGNORE E’ IL MIO PASTORE
Il Signore è il mio pastore,
nulla manca ad ogni attesa,
in verdissimi prati mi pasce,
mi disseta a placide acque.
E’ ristoro dell’anima mia,
in sentieri diritti mi guida,
per amore del santo suo nome,
dietro lui mi sento sicuro.
Pur se andassi per valle oscura,
non avrò a temere alcun male,
perché sempre mi sei vicino,
mi sostieni col tuo vincastro.
Quale mensa per me Tu prepari,
sotto gli occhi dei miei nemici
e di olio mi ungi il capo:
il mio calice è colmo di ebbrezza.
Bontà e grazia mi sono compagne
quanto dura il mio cammino:
io starò nella casa di Dio
lungo tutto il migrare dei giorni.
Nota bene.
(Per l’efficacia di queste lezioncine, bisogna innanzitutto crederci ed essere noi stessi convinti che non potremo fare un dono più grande ai nostri bambini che metterli a contatto con Dio
ed entrare in rapporto confidente con Lui (educazione alla preghiera).
Bisogna creare un clima di raccoglimento adorante di Dio, presente nella sua Parola.
Dobbiamo pensare che in quel momento noi stiamo al posto di Gesù,
che annunzia queste grandi verità, proprio ai nostri bambini, oggi.
Dobbiamo convincerci che si tratta di un momento educativo di grandissimo valore, più grande, addirittura, di quando correggiamo nei nostri figli la tendenza al peccato,
perché la tendenza al peccato può essere vinta solo da un amore più grande, l’amore di Dio).