DOMANDE A SUOR RIFUGIO
E’ sempre Maria Angela
- Suor Rifugio, cosa hai fatto per divenire suora?
- Io non ho fatto niente. Si tratta di una chiamata di Dio all’anima. Io fin da piccolissima ho capito di aver bisogno di un amore puro, grande, totale, di un amore spirituale, forse soprannaturale anche se non ne capivo pienamente il significato. Comunque fin da piccola non ho permesso mai a nessuno di mettermi neanche un dito addosso, non ero in vendita e non volevo essere oggetto di soddisfazione per nessuno, ero molto determinata a fare liberamente le mie scelte. Sono rimasta a casa mia, in paese fino a tredici anni quando, all’improvviso, per infarto morì il mio papà. Mi sembrò che un muro si mettesse davanti ai miei occhi e m’impedisse di progettarmi la vita. A che serviva, infatti, fare progetti se poi la morte li interrompeva senza pietà e senza possibilità di appello?
Fu a questo punto che nella mia vita intervenne Madre Speranza: veniva al mio paese per fare delle spese e mia zia, a titolo informativo, le chiese: “Madre, sono rimaste orfane due nipotine, le prenderebbe in collegio a Roma?” “Si, rispose la Madre, e una sarà mia”. Lei sapeva, per ispirazione divina, che io sarei diventata un’Ancella dell’Amore Misericordioso ma non mi disse niente. A settembre mamma ci accompagnò in Via Casilina e io dissi a mia mamma, mentre salivo le scale della porta d’ingrasso: “Io qui non ci starò neanche morta”. Mamma se ne andò sicuramente triste ma, appena sole, incontrammo la Madre Speranza che ci disse: “Voi non rimanete qui, andrete domani mattina stesso a Francenigo, in provincia di Treviso” Accettai senza replicare. Era l’aspirantato, dove trovammo una decina di ragazze adolescenti, che avevano chiesto di fare un’esperienza perché sentivano il desiderio di consacrarsi al Signore. Io non sapevo che quello era l’aspirantato e che io fossi aspirante; mi lasciavo portare dagli eventi, concentrata solo sulla mancanza del mio papà.
Qui, lentamente il Signore si fece conoscere e mi chiese di donarmi totalmente a Lui: era l’amore puro che io desideravo ma …
- Perché hai scelto di chiamarti Suor Rifugio invece di Maria Teresa?
Ma … io a quel tempo ero molto suscettibile, ogni piccola indelicatezza mi faceva soffrire e dissi al Signore: “Forse mi stai chiedendo una cosa per me impossibile, perché se a casa mia, dove ci vogliamo bene faccio tante lacrime, in convento non possono certo stare dietro alle mie sensibilità”. Ma Gesù insisteva e allora cercai un modo per poterlo seguire. Mi feci un iglù virtuale, all’ingresso ci scrissi. “Solo Gesù” e decisi che tutto quello che mi faceva soffrire lo avrei fatto scivolare dall’iglù. Con il mio iglù immaginario ma efficace, potei entrare in noviziato. Guidata da un santo padre spirituale, feci un bel cammino e arrivò il giorno della mia professione religiosa, diciamo del mio matrimonio con Gesù. Si doveva cambiare il nome, per iniziare una vita nuova ma non mi veniva in mente nessun nome. Decisi di chiederlo a Madre Speranza e lei mi disse: “Se cambi il nome deve essere un progetto di vita”. Le dissi. “Per esempio?” e lei mi disse: “Rifugio di Gesù, perché dopo tante persone verranno a piangere sulla tua spalla e tu le aiuterai”. Quindi dovevo uscire dall’iglù per accoglierle. Bene, ma in Italia mai nessuno ha portato questo nome ed io pensavo: “Che mi dirà mia mamma? E comunque se dovevo dare tutto, non potevo fermarmi davanti ad un nome strano. Decisi di accettare questo nome. Quando lo comunicai a mia mamma lei mi disse: “Cerca solo di esserlo”.
Da allora il mio nuovo nome fu Suor Rifugio
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- Vai tutti i giorni in chiesa?
- Mariangela, certo che vado tutti i giorni in chiesa, io mi sono sposata con Gesù e ogni sposa va ad abitare col suo sposo. Il convento è la casa di Gesù. In ogni convento c’è una cappella con la presenza costante di Gesù nell’Eucaristia e tutte le suore non vanno una sola volta al giorno in chiesa ma almeno tre quattro volte al giorno. Anche tu, a Casa tua t’incontri con i tuoi genitori e familiari più volte al giorno perché siete una famiglia, noi che siamo la famiglia di Gesù c’incontriamo con Lui spesso e quando non possiamo stare con Lui in cappella lo invitiamo a venire con noi a servire i suoi figli nel compito che ci è stato affidato dall’obbedienza, chi a scuola, chi in cucina, chi in lavanderia, chi in portineria, chi, come me a seguire i gruppi dovunque si trovano, ma tutto e sempre con Lui. Questo significa essere sposa di Gesù.
- Che Hobbie hai?
- Mi è difficile rispondere a questa domanda perché il mio tempo è tutto occupato dalla preghiera, dalla preparazione dei vari incontri, dalle riunioni, dall’ascolto delle persone che vengono per trovare conforto nelle loro pene, … ma quando sono in viaggio o quando la notte non mi prende il sonno, mi piace leggere le vite dei santi. I santi sono persone speciali, perché Gesù tesse con loro una storia d’amore sempre originale e interessantissima. Provaci anche tu e vedrai che ti appassioni perché, fra l’altro, non sono storie inventate ma storie vere e belle, finiscono tutte con la vittoria del bene sul male e con Gesù che lei accoglie nel suo grande Regno. Sembrano favole e invece sono bellissime realtà. Tu puoi essere una di queste anime con cui Gesù vuole scrivere una bellissima storia d’amore. Pensaci e decidi. Io non ho perso tempo, non perderlo neanche tu, il tempo è prezioso, non va sciupato.
- Cosa significa il bene per te?
- Per me il bene è seguire una strada di luce. Io fin da piccola non ho voluto sporcare la mia anima con esperienze non pulite, esperienze che mi avrebbero lasciato l’amaro del rimorso, non ho seguito neanche quello che le mie amiche facevano. Loro, forse dovevano percorrere un’altra via, magari sempre seguendo Gesù ma nel matrimonio e quindi le nostre strade erano diverse anche se ugualmente buone. Per me questa via di luce coinvolgeva i fratelli solo per servirli nelle loro necessità ma non per unirmi a loro e magari proseguire con uno di loro il cammino. Per ciò che riguarda l’affetto speciale, il mio cuore andava diritto verso l’obiettivo più alto, Gesù stesso. Non c’è però in questo nessun privilegio, si tratta di chiamate individuali, di progetti personalizzati che solo Dio decide prima ancore di farci nascere nel grembo delle nostre mamme. E’ Lui che stabilisce per ognuno un compito e noi dobbiamo solo riuscire a conoscerlo e ad accettarlo, perché solo seguendo con fedeltà quello che Dio ha stabilito per noi saremo felici, se facciamo di testa nostra, rischiamo di sbagliare e magari prendere strade di tenebre che offuscano l’anima e fanno soffrire. Dio ci vuole bene e sceglie sempre per noi sentieri di luce, di pace e di gioia. In sintesi potrei dirti: Per me il bene è fare la volontà di Dio, che è sempre volontà buona, volontà sana, volontà santa che riempie l’anima e la eleva verso le cose più belle. Mariangela, chiediti anche tu: “Signore, che vuoi che io faccia?” E quando l’hai capito fallo senza dubitare, Lui ti guiderà verso il bene.
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