INIZIAMO INSIEME Bruna De Cicco
Io ringrazio tutto il gruppo per la fiducia e responsabilità che ha posto nelle mie mani nell'affidarmi il coordinamento del nostro gruppo. Il timore e la paura che hanno accompagnato l'elezione, via via, con la preghiera ed il sostegno di voi tutti, si sta trasformando in consapevolezza e stimolo a progredire nel cammino dell'ALAM.
Nel convegno di settembre a Collevalenza, davanti alla tomba di Madre Speranza vi ho affidati tutti a Lei: ciascuno individualmente, affinché interceda e vi sostenga insieme alle vostre famiglie. Ho anche chiesto di celebrare una S. Messa per tutto il nostro gruppo, ho pensato potesse essere il modo migliore per iniziare questo triennio di cammino insieme.
Questo nuovo incarico di coordinatrice ha posto degli interrogativi innanzi tutto a me individualmente come LAM: Perché faccio parte di questa associazione? Cosa vuol dire essere LAM? Cosa voglio fare per essere una LAM come avrebbe desiderato Madre Speranza?
Nella chiesa ci sono tantissimi i gruppi, associazioni, movimenti ma ognuno è “unico” e irripetibile e si distingue dagli altri. Tutti hanno come obiettivo la santità dei membri che li compongono e allora cosa distingue o dovrebbe distinguere noi LAM? Nella “Voce dell'Associazione” di giugno penso di aver trovato una risposta attraverso le parole di M. Speranza che deve sempre essere il nostro punto di riferimento.
“Tante volte, anime desiderose di progredire nel cammino della propria santificazione, si chiedono quali occasioni si possono presentare per compiere atti di virtù. Sono tutte le occasioni che ci permettono di fare il bene senza distinzioni, o meglio con preferenza per coloro che ci offendono o ci mortificano, per coloro che sono più antipatici e disgraziati . Esercitandosi continuamente in ciò che più costa, si arriva a dominare la nostra natura e il nostro cuore impara a superare ogni resistenza”.
La chiamata a far parte dell'ALAM ci è stata fatta da Gesù Cristo. E' Lui che si è servito delle persone per chiamarci a lavorare con Lui. Suor Rifugio, l'amico o il conoscente sono solo strumenti del Signore per farci sentire oggi la sua presenza in mezzo a noi.
Ciascuno di noi quando ci è arrivata la chiamata ha risposto con maggiore o minore convinzione. Il cammino di formazione che tutti abbiamo percorso, ci è servito per verificare se la nostra adesione, era frutto di una risposta emotiva impulsiva o matura.
Cosa è importante per il gruppo e per ciascun LAM acquisire in questo nuovo anno di formazione?
Come Equipe locale ci siamo incontrati e ci siamo proposti insieme di creare una comunione innanzi tutto come equipe, comunione che vorremmo creare su queste basi:
La preghiera comunitaria
L'approfondimento dello Statuto
Il confronto aperto e sincero
Leggendo e approfondendo i primi articoli dello statuto emergono appunto tre importanti principi al quale tendere tutti, nel futuro del nostro gruppo e della nostra vita individuale: creare una unione di laici cristiani ciascuno secondo la loro vocazione : sposato, vedovo, fidanzato, suora che vivono la spiritualità dell'Amore Misericordioso, con il fine di santificare la nostra vita .
Per quanto riguarda l'unione nel gruppo, penso che insieme troveremo il modo per rafforzare tale vincolo con la preghiera reciproca, rendendoci presenti nelle situazioni di difficoltà, prendendo insieme le decisioni del gruppo. Unione che vuol dire comprensione reciproca, rispetto reciproco, attenzione all'altro sempre.
Questa unione sarà tanto maggiore quanto più riusciremo a vivere e mettere in pratica la spiritualità dell'Amore Misericordioso, trasmessaci da Madre Speranza.
Personalmente vi posso testimoniare la difficoltà in cui mi sono trovata nel momento in cui sono stata eletta coordinatrice. Mentre preparavo la S. Messa della giornata conclusiva, riepilogando quanto era emerso nell'arco dell'intero anno di formazione, cercavo delle risposte, come al solito sono arrivate chiare ma difficili da mettere in pratica. Il Signore ci chiama sempre ad amare il nostro prossimo, in particolare quello più vicino a noi, di un amore immenso e a non condannare ma a compatire i suoi gesti, i suoi modi, le sue scelte sbagliate. Questo è il primo e più importante allenamento al quale siamo chiamati ogni giorno tutti noi.