….. PROMETTO DI OSSERVARE LO STATUTO E DI VIVERE LO SPIRITO DELL' ASSOCIAZIONE.
In Lc 7,22 Gesù dice "Andate e riferite a Giovanni ciò che avete visto e udito : i ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi vengono sanati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunziata la buona novella" ,
Gesù incontra spesso i poveri e ci ha detto che li avremo con noi fino alla fine del mondo, oggi noi ne parliamo spesso ma, in realtà, vogliamo incontrarli?
O abbiamo per loro solo belle parole a distanza?
Le nostre ricchezze siamo portati a condividerle,
i valori che diciamo di avere sono veri o virtuali?
Pensiamo, qualche volta, alle necessità del prossimo, non soltanto dei poveri che vengono da altri continenti ma anche di chi vive nella porta accanto. Spesso più povero degli altri perché privo di attenzioni, abbandonato a sé stesso ed in qualche malaugurato caso destinato a morire senza che nessuno lo venga a sapere.
Noi "pretendiamo" la Misericordia di Dio ma non siamo capaci di diventare "poveri in spirito", ossia di riconoscere che siamo piccole creature bisognose di aiuto, la nostra grandezza la misuriamo confrontandola con le certezze umane mentre dovremmo affidarci alle certezze divine. Dovremmo ridiventare bambini fiduciosi dell'Amore di Dio, liberandoci dalle false illusioni della società odierna.
Troppe volte siamo insensibili al dolore altrui, alle miserie fisiche, morali, spirituali di chi ci chiede aiuto, insofferenti alle debolezze che si manifestano nelle richieste di aiuto, vediamo la pagliuzza negli occhi degli altri ma non la trave che oscura la nostra visione, e così lasciamo loro ansietà ed insicurezze, non pensando che anche noi presto o tardi saremo preda di scoraggiamento, sfiducia, desolazione, malattie che potranno separarci dagli altri, tribolazioni che avrebbero bisogno di conforto e di sollievo da parte degli altri.
Cristo non ci abbandona mai, Lui che si è fatto crocifiggere per la nostra salvezza e che noi troppe volte dimentichiamo fingendo di non vedere l'ancora da gettare in aiuto a chi sta affogando fisicamente e moralmente. Il profitto ed il potere dominano oggi molti aspetti della nostra vita, si contrappongono all'umiltà, alla premura, alla gratuità del dono del nostro tempo. Doniamo indumenti che non mettiamo più, pochi euro con il cellulare, e poi giudichiamo le azioni altrui, condannando, spesso senza sapere cosa veramente disapproviamo.
Ai primi del '900 molti dei nostri connazionali sono partiti per l'estero in cerca di lavoro, per fame e non per guerra, alcuni sono tornati, altri si sono formati una famiglia in altri continenti, oggi ci meravigliamo di tutte le persone che fuggono da guerre e condizioni di vita precarie.... sbuffiamo, brontoliamo infastiditi, manifestiamo contro questa gente che è sottoposta ai nuovi schiavisti dei tempi moderni. I morti ormai sono quasi abitudine, così come le guerre, i nostri cuori si sono induriti, è caduto il muro di Berlino ma sono sorti nuovi muri nei cuori di tanta gente: il muro dell' indifferenza, della disaffezione, dell'immobilismo, dell' ipocrisia. Negli oceani galleggiano isole di rifiuti, dentro di noi galleggiano nebbie e tempeste che dividono ed allontanano chi ha più bisogno di aiuto, di perdono, di sentimenti di misericordia.
Dobbiamo cercare di rinnovare i nostri sentimenti e di conseguenza le nostre azioni. La Meditazione del settimo giorno della Novena all' Amore Misericordioso ci ricorda che "...Dio mette nelle nostre mani il giudizio che si farà di noi, perché se perdoniamo ci perdonerà, ma se non perdoniamo agli altri, Egli non ci perdonerà". Dio ci rialza dalle nostre cadute, ci fa rinascere dagli abbandoni, ci rende saldi con il suo Santo Spirito quando vacilliamo se solo ci rivolgiamo a Lui, ci rafforza nella Fede e fa rinascere in noi la Speranza, ci fa riscoprire il valore ed il piacere del dono gratuito che fa rinascere antichi valori e volontà di andare avanti. "Il Figlio dell' uomo non è venuto per essere servito, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti" (Mc 10,45).
Dovremmo ricordare che siamo tutti figli dello stesso Padre, fratelli, e perciò rimanere uniti nel suo amore (Gv 15,9). Lo Spirito del Signore ci renderà capaci di donare gioia, ricordiamo che l'amore che doniamo viene prima donato a noi dal Cielo e come ci ricorda il Vangelo " Chi non ama il proprio fratello che vede, non può amare Dio che non vede " ( v 1 4,20).
Dio ci ha creato a sua immagine, siamo manifestazione del suo Amore e quindi camminando con il nostro prossimo camminiamo anche con Dio, tutte le nostre ricchezze sono dono di Dio. Fede, Speranza e Carità ci conducono verso la giustizia, l'ospitalità, la riconoscenza verso il prossimo e ci portano a donare ma ci rendono anche disposti a ricevere con umiltà quello che gli altri ci porgono e a diventare sensibili alle loro difficoltà ed alle loro sofferenze.
Nel Salmo 8 l'autore così scrive " Se guardo il tuo cielo, opera delle tue dita, la luna e le stelle che tu hai fissate, che cosa è l'uomo perché te ne ricordi, il figlio dell'uomo perché te ne curi? Eppure l'hai fatto poco meno degli angeli, di gloria e di onore l'hai coronato: gli hai dato potere sulle opere delle tue mani, tutto hai posto sotto i suoi piedi " (Salmo 8, 4-7) Dio ci ha dato l'intelligenza, la coscienza, la libertà, la dignità di essere suoi figli, ci aiuta con la sua Provvidenza, ci perdona con la sua Misericordia, ci sostiene con il suo Spirito, ci rende capaci di trasformare l'ambiente in cui viviamo, di essere protagonisti della nostra storia e mediante il linguaggio ci rende capaci di comunicare con gli altri, ha dato il suo Figlio unigenito per la nostra salvezza, perciò come Cristiani dobbiamo impegnarci nell'aiuto dei nostri fratelli e non rinchiuderci in noi stessi, insofferenti ed indifferenti ai bisogni degli altri.