Carissimi fratelli e sorelle,
dopo la parentesi estiva, riprendiamo il nostro cammino formativo, che in quest'ultimo trimestre 2006 ci porterà a terminare il programma di formazione: “Rimanete in me ed io in voi”.
Ci auguriamo di rafforzare in noi associati lo spirito di famiglia e di comunione, rispondendo alla nostra chiamata, nel rispetto dei requisiti dello Statuto e del Regolamento.
Per esprimere la nostra identità di L.A.M. è necessario che rispondiamo alla vocazione di testimoni e protagonisti degli insegnamenti di Gesù. L'agire del Padre nei nostri riguardi è condizionato dalla nostra libertà. Dobbiamo continuamente allenarci ad aver fiducia in Lui aspirando “Misericordia”, in quanto la qualità più profonda dell'amore è l'umiltà di essere al servizio dell'altro. Solo nell'amore possiamo trovare la realizzazione della nostra vita.
Molti di noi, in questo periodo della nostra esistenza, ci sentiamo svuotati, demotivati, avviliti… Per chi ha perso la fede non è facile capire perché il dolore debba essere una prova necessaria per far tornare a Dio gli essere umani, che sono a sua immagine.
Conoscere Dio è il modo migliore per guarire da tutte le malattie fisiche, morali e spirituali. La maggior parte di noi ritiene che il corso degli eventi sia naturale e inevitabile e non sa o non vuol sapere quali radicali mutamenti si possono ottenere grazie alla preghiera: “Signore, Tu mi puoi guarire!”. “La fede è il fondamento delle cose che si sperano e la prova di quelle che non si vedono”. (Eb 11,1).
L'armonia interiore è il nostro più grande aiuto nel sopportare il fardello della vita, seguendo costantemente la voce interiore della coscienza, ossia la voce di Dio. Il lasciarsi guidare dalla coscienza, anche quando il futuro ci appare senza speranza, ci guida e ci mostra i nostri errori.
La nostra vita è paragonabile ad un “conto bancario”: se continuiamo ad emettere assegni, senza mai depositare in banca, alla fine rimarremo senza denari. La stessa cosa accade nella nostra vita: se non effettuiamo regolari depositi di pace sul nostro “conto”, la forza, la calma e la felicità si esauriscono. Alla fine andremo in rovina emotivamente, mentalmente, fisicamente e spiritualmente. La comunione quotidiana con Dio potrà rifornire costantemente il nostro “conto bancario” interiore.
Vivere per se stessi è la causa di ogni infelicità.
Sebbene la vita sembri capricciosa, incerta e colma di ogni genere di problemi, tuttavia siamo sempre sotto la protezione del Padre che ci guida e ci ama.
Dimentichiamo spesso che la vera natura onnipotente dell'anima è il suo legame con Dio, e questa è la causa di molte nostre sofferenze e di tutte le limitazioni umane. Contro le calamità della vita ci si sente indifesi e viene spontaneo invocare il Signore e la sua protezione. La fede non è una polizza assicurativa contro le calamità, è fiducia in Dio, che ci permetterà di attraversare le acque tempestose della nostra vita, ma nello stesso tempo ci darà la possibilità di collocare gli eventi e le vicende liete e tristi dentro un orizzonte di fiducia e di speranza.
Anche se le sofferenze e le malattie ci mettono a dura prova, l'uomo nella fede è chiamato a rileggere il proprio vissuto, a individuare intorno a sé luoghi e persone capaci di aiutarlo a coltivare la speranza e la fiducia. A volte, sballottati dalla vita, ci sembra che il Signore si sia dimenticato di noi; in realtà, se ci affidiamo a Lui, nulla può annientarci, perché il Signore è più forte di qualsiasi male. Il nostro agire, carissimi fratelli e sorelle, deve essere orientato a rendere gloria per mezzo del buon Gesù, al Padre, incarnando il progetto eucaristico nella vita quotidiana, testimoniando con forza la presenza del Signore nel mondo.
Il nostro impegno all'ALAM sia alimentato anche dalla preghiera. Pertanto diciamo: “ Rafforza per noi, Signore, l'opera delle nostre mani, l'opera delle nostre mani rafforza ”. (Sl 90,17)
Bruno