COMPRENSIONE, COMPASSIONE, COMMOZIONE Bruno
La nostra permanenza su questo piccolo pianeta chiamato "Terra"
è veramente fugace e abbiamo l'eccellente opportunità
di lasciare ai posteri un mondo migliore di quello che abbiamo
ereditato, se operiamo le scelte giuste e se il nostro modo di
vivere rispecchia le leggi della vita, specialmente quelle spirituali.
Il messaggio cristiano è esigente. Non si tratta di aderire
ad una dottrina ma ad una Persona: Cristo. Credo che, per fare
ciò, sia sufficiente seguire la "regola aurea"
dataci da Gesù: "Tutto quanto volete che gli uomini
facciano a voi, anche voi fatelo a loro" (Mt 7,12; Lc 6,31)
La "regola aurea offre un modello, un progetto che noi possiamo
realizzare affinché la vita si apra a tutto ciò
che c'è di buono, per poterlo condividere con gli altri.
Che occasione meravigliosa abbiamo avuto noi LAM, nello scoprire
l'Amore Misericordioso attraverso il volto di Gesù in croce!
Per tale scoperta dobbiamo ringraziare eternamente la nostra venerabile
Madre Speranza. Qualunque sia il cammino della nostra vita, non
possiamo mai ignorare la presenza di Dio. Quel Dio Padre, che
sa curare ciò che è ferito, che sana ciò
che è malato, che porta la vita dove c'è la morte
e la speranza dove regna la sconfitta.
Dio mette in atto con noi, di volta in volta: "comprensione,
compassione, commozione". Egli, nella sua immensa misericordia,
non umilia, non rimprovera ma gode nel perdonare, nel guarire,
nel riabilitare, nel fare le sue creature tutte nuove, rendendole
anche apostole.
Viene spontaneo porsi degli interrogativi: Ma noi siamo capaci
di emulare i suoi insegnamenti? Abbiamo, all'interno dei nostri
gruppi, la capacità di allargare la mente in modo tale
da non giudicare nessun fratello o sorella? Abbiamo la capacità
di dilatare il cuore, partecipando alla sofferenza altrui? Abbiamo
la capacità di muoverci verso il fratello nel momento del
bisogno?
Di fronte a queste esigenze, dobbiamo evidentemente impegnarci
a dare una risposta concreta, operativa nella nostra vita di LAM.
Credo che il primo fondamentale dovere di ogni LAM sia quello
di avere pazienza anzitutto con se stessi. E' inutile tentare
di capire gli altri, se non sappiamo controllare gli umori del
nostro "io". Sopportare noi stessi vuol dire sapersi
accettare nella duplicità del nostro essere e del nostro
agire, significa anche sopportare le nostre imperfezioni; le difficoltà
che ognuno di noi incontra nel gruppo di appartenenza, entrano
sicuramente nella dinamica della ricerca della perfezione. Molti
di noi si rammaricano e perdono la calma quando constatano che,
nonostante tutti gli sforzi compiuti per raggiungere la perfezione
religiosa, si continua sempre ad essere pieni di mancanze. In
questi momenti credo che la preghiera sia la migliore medicina.
Pregare è una necessità vitale. Pregare è
come comporre un numero telefonico, è il collegamento consapevole
con Dio: noi chiamiamo, Lui risponde.
Molti di noi hanno trovato in Gesù, Amore Misericordioso
la luce e la forza per lottare contro il male, per corrispondere
alle proprie responsabilità nella vita quotidiana. Da Lui
attingiamo le opportune indicazioni per un saggio discernimento.
In Lui ci rifugiamo nei momenti tristi e nei dubbi, con Lui ci
confidiamo nelle difficoltà di ogni genere e lo ringraziamo
per le felici esperienze all'interno dell'ALAM.
"E' carità, dice Chesterton, quando i pregi sono un
motivo per amare e i difetti un motivo per amare di più";
e Nino Salvaneschi completa: "Amare chi ci comprende è
piacevole, amare chi ci ama è bello, ma amare chi non ci
va giù
. questo è cristiano". Certo, per
agire così bisogna mettersi gli occhiali della fede. "Come
posso io amare il mio schiavo?" si chiedeva Petronio. Ed
è vero: se nel mio prossimo io dovessi vedere solo l'individuo
umano, ben poche persone entrerebbero nella cerchia del mio amore,
ma per me "cristiano - LAM", che si sente impegnato
a vedere tutto sotto il lume della fede, per me, dico, il prossimo
è Gesù Amore Misericordioso presente in lui o in
lei; loro sono solo un astuccio più o meno bello, colmo
forse di difetti al pari di me e più di me, ma l'astuccio
racchiude un diamante nascosto: Gesù Signore! Che importa
se l'astuccio è una persona antipatica o indigesta? Come
nell'ostensorio non guardo la preziosità dell'oro o dell'argento,
ma se ho fede, fisso Lui, così nel prossimo non devo guardare
l'uomo, ma intuire Cristo.
Non dobbiamo avere paura di metterci in discussione, ma avere
la pazienza di ascoltare, di capire, di aprirci alla comprensione.
In fin dei conti il nostro Dio è anche il Dio della comprensione.
Diamo a Lui la pesantezza di voler gestire e vivere la capacità
di comprensione solo con le nostre convinzioni e scegliamo la
leggerezza dell'amore che non si ferma ad un unico modo di spiegarci
o di capire, ma si apre all'altro, perché cerca di capire
amando. Solo allora si riesce a comprendere l'azione di Dio, e
davanti ai misteri della vita, sappiamo mantenerci nella fiducia,
perché sappiamo che Dio agisce sempre con amore.
La compassione di Cristo è evidente. La sua compassione
verso tutti coloro che soffrono si spinge così lontano
che Egli si identifica con loro: "Ero malato e mi avete visitato
"
(Mt 25,36). La luce dello sguardo di Gesù Misericordioso
illumina gli occhi del nostro cuore, ci insegna a vedere tutta
la bellezza della sua verità e della sua compassione per
tutti gli uomini.
La sofferenza umana desta compassione, comprensione, rispetto
per il fratello.
Desidero concludere questa mia riflessione con uno scritto di
Madre Speranza:
"A me sembra che tutti gli attributi del nostro Buon Gesù
siano al servizio dell'amore. Egli si serve della sua sapienza
per riparare i nostri errori, della sua giustizia per raddrizzare
le nostre vie storte, della sua bontà e misericordia per
colmarci di benefici, della sua onnipotenza per conservarci e
proteggerci".
VORREI CREDERE Iolanda Lo Monte CORAGGIO FRATELLO
Vorrei credere Coraggio, fratello che soffri.
nell'amore dell'uomo, C'è anche per te
nella pace del mondo, una deposizione dalla croce.
in una vita ricca di ideali, C'è anche per te
nell'aurora che sorge sincera, una pietà sovrumana.
senza tramonto. Ecco già una mano forata
Vorrei credere che schioda da legno la tua.
nei colori dell'arcobaleno, Ecco un grembo dolcissimo di donna
che i fiori sbocciati a primavera che ti avvolge di tenerezza.
conservino il profumo in eterno. Tra quelle braccia materne
Vorrei credere si svelerà, finalmente,
di possedere un piccolo tutto il mistero di un dolore
spazio solo mio, che ora ti sembra assurdo.
per pregare nel silenzio
e parlare con Dio. Coraggio. Mancano pochi istanti
alle tre del tuo pomeriggio.
Tra poco, il buio cederà il posto alla luce,
la terra riacquisterà i suoi colori
e il sole della Pasqua
irromperà tra le nuvole in fuga.