PADRE DI MISERICORDIOA CHE NEL BATTESIMO MI HAI FATTO TUO FIGLIO
La proposta di formazione di quest’anno fa riferimento alla promessa di adesione all’ALAM. I titoli di ogni capitolo, dal 1° al 9° formano il testo della promessa. E’ un invito a riflettere sulla nostra coerenza alla promessa che abbiamo fatto, su come la stiamo vivendo e su come possiamo risvegliare in noi quel fervore ed entusiasmo, che a volte sembra si siano un po’ addormentati. Questo ci deve spingere ad interrogare la nostra coscienza, a scuoterci, a rimboccarci le maniche e, ancora una volta, a metterci in discussione, lavorando seriamente su noi stessi.
I brani della Parola di Dio ci fanno da guida e tutto il resto, col questionario finale, ci aiuta nella riflessione personale.
Il primo capitolo ci presenta Dio come Padre di misericordia e noi come suoi figli, costituiti tali nel battesimo, come ci ricorda S. Paolo nella lettera ai Galati, mentre nel brano tratto dalla lettera agli Efesini ci invita a comportarci in maniera degna della vocazione che abbiamo ricevuto e ci ricorda che tutti insieme formiamo un solo corpo, un solo Spirito, tutti figli di un solo Padre.
Personalmente ho sperimentato l’essere figlia di Dio quando, nei momenti di sofferenza, ho preso coscienza del suo Amore per me, quando ho sentito la sua vicinanza, il suo aiuto costante, la sua presenza nella mia vita, il suo non stancarsi mai di inseguirmi, di starmi dietro, accanto, da sempre, mentre prima non lo riconoscevo, non lo vedevo, non lo comprendevo, lo sapevo solo a parole ma non lo avevo sperimentato, come invece poi è accaduto. Questo rapporto di figliolanza è nato attraverso la sofferenza, quando Gesù, rivelazione del Padre, ha voluto darmi e insegnarmi cose buone, come può fare solo un Padre perfetto come Lui, ma io avevo scambiato le sue premure per cose non buone e pensavo che Lui mi avesse abbandonata, cadendo così nel più grave errore, che non si deve mai fare, perché proviene dalle insidie del maligno.
Con il mio cammino è iniziata anche la mia conoscenza di Lui, del suo Amore, del suo perdono e questo suo modo di fare mi ha fatto sfociare in un innamoramento di Gesù e così, insieme a Madre Speranza, abbiamo deciso, io e lei, che dovevo fare la mia promessa di adesione all’Associazione LAM il giorno 6 maggio 2006.
Ricordo benissimo che ero molto emozionata, sia durante la preparazione che durante tutto il rito e la Santa Messa, il mio cuore era pieno di gioia, mi sentivo figlia del Padre, sì, ma innamorata di Gesù. Ricordo bene anche quando mi fu proposto ed io dissi subito di sì, senza esitare.
Questo rapporto di figliolanza: Padre – figlia è non solo un rapporto di amore ma anche di piena confidenza e fiducia; certe cose di noi le può capire solo Gesù, le possiamo confidare liberamente solo a Lui. A Lui possiamo dire tutto e solo Lui ci può aiutare, nessun altro.
Certo ci sono momenti di ribellione da parte nostra, quando non comprendiamo ciò che nostro Padre ci vuole insegnare, proprio come accade tra genitori e figli. Ci ribelliamo perché vorremmo fare la nostra volontà e non la sua. La Sua volontà è che siamo tutti santi come Lui è santo, anche se il cammino di santità è tutt’altro che facile, ma questo non deve scoraggiarci. Per questo non dobbiamo avere mezze misure, cioè non dobbiamo dire il nostro sì a seconda della nostra convenienza, ma avere la forza di dirlo sempre, anche nei momenti tristi, poco piacevoli. Mirare alla “misura alta” vuol dire puntare tutta la nostra vita su Gesù, senza avere dubbi, dire di sì a Lui, nonostante le nostre cadute, essere fermi e decisi a continuare a camminare, rialzandoci con la forza del Suo Spirito Santo.
Teresa Ciardiello Succivo 12 – 2 - 18
PADRE DI MISERICORDIA, CHE NEL BATTESIMO MI HAI FATTO TUO FIGLIO
Dobbiamo sempre tener presente che siamo tutti figli di Dio, ricchi e poveri, nati nelle metropoli o nei piccoli villaggi, chi ha ricevuto di più dalla vita, si deve, a maggior ragione, mettere in gioco, ma lo dovrebbe fare con modestia e semplicità, senza fare pesare la sua condizione sociale.
Dovremmo imparare da chi ha meno ad accettare le difficoltà e le disgrazie che ci capitano, con un po’ di pazienza, senza imprecare contro il cielo, perché Dio carica l’uomo di pesi che può portare, anche se a volte sembrano macigni.
Dovremmo riscoprire la fratellanza e di conseguenza la condivisione di propositi e problemi, partecipando con tolleranza anche a situazioni che a volte ci sembrano tutt’altro che “simpatiche”.
Per fare questo bisogna fermarsi a riscoprire la misericordia di Dio, cercare di essere santi nelle nostre azioni quotidiane, ricordare che ciò che abbiamo non è merito nostro ma dono di Dio, ricordando sempre il suo amore, mettendo il nostro cuore nelle sue mani e pregando non solo per la nostra necessità bensì per tutta l’umanità, in questi nostri tempi così martoriata da guerre, conflitti familiari, abbandono della fede, insensibilità nei confronti del prossimo.
Dobbiamo rimetterci in cammino verso la meta ultima; il Cielo.
Maria (Comunità di Pozzo)