Riflessioni sul Magnificat Rossana
Sono tanti anni che ho imparato a cantare il Magnificat, ma non mi era mai capitato di farci una riflessione. Quando Maria dice: “L’anima mia magnifica il Signore” esprime senz’altro il suo amore verso Colui che l’ha amata per primo. Ognuno di noi, se ama, magnifica, loda e ringrazia il Signore. Io lo amo se prego, se lo accetto e mi sento piccola. Maria ha dedicato la sua vita a Dio e al suo Gesù. Lei ha amato senza misura e riserve anche sotto la croce; in quell’ora terribile non ha smesso di amare, anzi Gesù suo Figlio le ha affidato l’intera umanità.
Anche noi siamo invitati a percorrere il cammino di Maria, anche se tremendo e difficile, perché non esiste gioia senza sofferenza, non c’è luce senza buio. Il dolore ci forgia come l’oro nel crogiolo, ma noi abbiamo sempre bisogno di Colui che ci deve modellare. Sant’Agostino diceva: “Colui che ha fatto te senza di te, non può salvare te senza di te”, perciò è un atto di volontà aspirare ad essere perfetti.
Maria, con il suo “Eccomi”, ci ha aiutato a redimerci; la sua missione è quella di Gesù. Dal giorno del Golgota non si sono più separati.
Qui mi viene in mente ciò che lessi tempo fa: Immaginiamo Dio come un cercatore d’oro, accovacciato sulla riva del fiume, che è la nostra vita; sta con il setaccio in mano cercando di catturare le preziose pepite d’oro, che sono le creature che ha creato a sua immagine e somiglianza: ha le mani immerse nel fango ma la destra è la sua mano, la sinistra quella di Maria.
Maria nel Magnificat dice di aver il timore santo di Dio, non la paura, perché Dio è Amore.
Impariamo da Lei a diventare figli della promessa fatta ad Abramo, cioè uomini e donne di fede, e troveremo luce e forza sul nostro cammino.
Lode a Dio per Maria, immagine dell'amore sponsale e coniugale
Pensiamo di non dire niente di nuovo. Da sempre Maria è immagine e madre della Chiesa; da sempre tra la Chiesa e Dio (o Cristo, che è la stessa cosa) c'è un rapporto sponsale. Il tutto detto in termini spirituali e teologici.
Noi vogliamo invece leggerlo e dirlo in termini esistenziali e coniugali, utilizzando l'esperienza che ci viene da un rapporto coniugale fecondo e felice che dura ormai da cinquant'anni. Certamente, non vogliamo paragonare la nostra fedeltà a quella di Dio, ma ci sembra che, proporzionandola alla finitezza umana, non ci sia male.
Abbiamo perciò adattato ai nostri desideri il titolo di questo nostro intervento, sicuri con questo di non essere irriverenti e di non creare scandalo.
E’ stato necessario perciò premettere l'Annunciazione al Magnificat, senza la quale la stessa lode a Dio che innalza Maria potrebbe risultare incomprensibile.
Noi due, come coppia, ci sentiamo immagini della Trinità, grazie alla circolazione dell'amore all'interno della nostra coppia, che nell'ambito delle nostre scarse possibilità, cerchiamo di riversare all'esterno.
Sull'esempio di Maria, qualunque rapporto con Dio, che goda della stessa disponibilità, è un rapporto sponsale e quindi è fecondo.
Dal Vangelo di Luca (Lc 1:26-38)
26 Nel sesto mese, l'angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazaret, 27 a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, chiamato Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. 28 Entrando da lei, disse: «Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te». 29 A queste parole ella rimase turbata e si domandava che senso avesse un tale saluto. 30 L'angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. 31 Ecco concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. 32 Sarà grande e chiamato Figlio dell'Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre 33 e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».
34 Allora Maria disse all'angelo: «Come è possibile? Non conosco uomo». 35 Le rispose l'angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te, su te stenderà la sua ombra la potenza dell'Altissimo. Colui che nascerà sarà dunque santo e chiamato Figlio di Dio. 36 Vedi: anche Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia, ha concepito un figlio e questo è il sesto mese per lei, che tutti dicevano sterile: 37 nulla è impossibile a Dio». 38 Allora Maria disse: «Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto». E l'angelo partì da lei.
Il nostro è un tentativo di lettura in chiave coniugale del brano dell'Annunciazione di Maria. Facciamo un'esegesi con questa chiave di lettura:
26-27: Descrizione dei personaggi e delle situazioni
28 : Saluto dell 'Angelo, che introduce due caratteristiche di Maria; lo stato di grazia e la
vicinanza con il Signore (innamoramento)
29 : Meraviglia di Maria, non abituata a essere salutata in questo modo
30-33: L'Angelo fa, da parte di Dio, una dichiarazione d'amore; proprio lei è la prescelta e darà un figlio al Signore. Maria, se accetta, avrà un progetto da realizzare insieme a Dio 34: Maria è giovane, ma non è una sprovveduta e s'informa sulla possibilità di realizzazione del progetto
35-37: L'Angelo specifica meglio e da prove certe
38 : Maria è convinta e dona interamente la sua disponibilità. D'ora in poi sarà la partner di Dio nel progetto di salvezza dell'umanità.
Maria dicendo di sì all'Angelo (cioè a Dio), si lega con una promessa coniugale. A noi è capitato così: ci siamo incontrati, ci siamo trovati simpatici, ci siamo accordati su un progetto comune, ci siamo innamorati.
Nel progetto che Maria accetta di condividere, collaborando con Dio e rendendo così operativo il Suo aiuto, sono presenti tutti i temi del Regno.
Noi nel nostro patto coniugale abbiamo espresso la nostra piena disponibilità l'uno verso l'altro; ci siamo messi l'uno nelle mani dell'altro, aiutandoci reciprocamente e, grazie alla presenza e all'aiuto di Dio, ipotecando il futuro.
La disponibilità di Maria è piena, anche a Lei il futuro è ignoto, ma ormai è tutt'uno con Dio e si reca a visitare la cugina Elisabetta per essere disponibile anche verso di lei, toccata anch'essa dalla grazia di Dio, tanto da realizzare, con il suo saluto a Maria, il primo riconoscimento di Gesù come Signore. Maria, pronunciando il suo ringraziamento con il Magnificat elenca, con semplicità, tutte le future caratteristiche del Regno.
Quest'avvenimento, che ha significato per Maria tante preoccupazioni e pene, per l'umanità ha costituito redenzione e salvezza, ma pure l'esempio di una disponibilità a Dio senza limiti, che non ha tenuto conto dei progetti fatti, delle personali aspirazioni, del timore delle malelingue; non ha dato importanza alla propria vita in favore della costruzione del Regno.
Noi dobbiamo sentirci interpellati personalmente. Il vero Natale è far nascere Gesù in noi; farlo nascere, almeno in parte e per quanto possiamo, in questo mondo sconvolto e in cerca di luce e di pace.
L'ANIMA NOSTRA ESALTA IL SIGNORE
Noi ti lodiamo. Padre Misericordioso,e non ci stancheremo mai di ringraziarti.
Tu, sebbene noi fossimo deboli e impreparati, non ci hai mai fatto mancare il tuo sostegno
e ci hai dato la grazia di considerarci tuoi figli e riconoscere nella nostra coppia la Tua immagine. Nell'armonia del nostro rapporto noi viviamo la felicità
e ci sforziamo di testimoniare questa meravigliosa possibilità che tu offri.
Tutte le volte che abbiamo risposto alla Tua chiamata
e abbiamo attuato il Tuo progetto d'amore, si sono esaltate le nostre possibilità.
Come Tu trasformi in bene il male che noi compiamo,
così la nostra coppia ha trasformato in segni di vita quelli di morte,
camminando verso di Tè, la mano nella mano
e Tu, pur camminando con noi, sempre resti la meta da raggiungere.
Il Tuo amore è stato per noi grande, generoso e senza confini
e noi abbiamo cercato di allargare i confini del nostro amore
oltre la nostra famiglia, vivendo, un cuore solo e un'anima sola, con altri fratelli,
gli insegnamenti di tuo Figlio Gesù, finché la Stella del Mattino sorga nei nostri cuori.
Noi Ti ringraziamo. Padre, perché siamo immersi nel mondo e viviamo
della speranza della Tua promessa.
Tu hai sempre, incondizionatamente, amato i poveri, gli umili, gli indifesi
e coloro che sono giornalmente oppressi dalla superbia, dalla prepotenza e dalla tracotanza.
Tu non lasci mai spegnere nel cuore dell'uomo il desiderio della libertà e l'anelito della giustizia che è ansia di ricongiungerci con Tè.
Riconosciamo in questo la tua più alta manifestazione. AMEN
Egidio e Martella