GIORNATA DI RITIRO ALAM 11/12/2016
Nell'incontro odierno Mons. Mani dopo averci spiegato il significato del Presepio e il modello della Famiglia di Nazareth ci ha invitato a riflettere sul messaggio della povertà e miseria che in essi delineano, perché Gesù ha portato le caratteristiche di Maria e di Giuseppe. Quali sono perciò i valori fondamentali della famiglia? Dove finisce la povertà e dove comincia la miseria?
Prima degli interventi individuali, Suor Rifugio richiama a non scoraggiarsi come genitori se i risultati non sono stati secondo le nostre aspettative perché la società attuale non aiuta a portare avanti i valori cristiani valorizzando invece la cultura del relativismo e dell’esclusione di Dio dalle coscienze. E’ difficile dare la colpa ai genitori ed è necessaria la preghiera e l'accettazione degli insuccessi in un'attesa fiduciosa.
Non è mai bene respirare un'aria di sconforto, perché noi cristiani, dice Bruna, dobbiamo essere profeti di speranza: Il Signore quando entra, agisce. Cosa bisogna fare per i giovani, per i nostri figli? Interviene Rodolfo.' non insistere perché i valori ricevuti riemergeranno. Possiamo dare esempi, riferisce Guglielmo ma se il Signore non tocca il cuore e non agisce possiamo fare poco, ma quel pizzico di volontà, dice invece Domenico, va sempre messo, va comunque dato l'esempio cristiano e Franca ribadisce che il Signore è sempre presente e tramite noi genitori o altri, crea opportunità e segnali di conversione. Dobbiamo pregare per loro, abbandonandoci fiduciosi nelle mani del Signore. Ogni famiglia ha le sue povertà spirituali che si superano con volontà e fiducia ma possono anche tramutarsi in miserie non risolvibili che la Chiesa stessa ha preso in considerazione; ognuno, inoltre, per quello che può, deve prestare attenzione alle povertà e alle miserie economiche del prossimo.
Claudio crede che la povertà sia un aspetto spirituale che ci fa essere riconoscenti verso il Signore e si ferma a ringraziarlo per quello che gli ha dato: La miseria invece si vede anche nel benessere, nel non riconoscersi nell'altro perché nonostante un cammino spirituale si commettono errori, questi però ci devono far guardare a Gesù e a tenerlo stretto. Se i genitori hanno dato un messaggio, hanno offerto dei valori, questi prima o poi torneranno.
Sergio R. ha ripensato alla povertà e alla miseria della sua infanzia non soltanto economica ma affettiva che nel tempo il Signore ha ricolmato facendogli scoprire la sua Casa.
In realtà, dice Suor Rifugio che cosa è mancato nelle nostre famiglie? I figli non hanno più coltivato i sacramenti e si sono adeguati alle mode del mondo; forse perché precisa Anna Maria i figli li vivono come una imposizione. Forse, proprio a noi che ci riteniamo più fortunati per il cammino spirituale intrapreso con l'lncontro coniugale e che viviamo purtroppo le contraddizioni dei figli, afferma Caterina, il Signore vuol far capire che occorre più umiltà e che dobbiamo fare qualcosa in più. Dobbiamo accettare gli insuccessi, ripete Suor Rifugio e mettersi a disposizione di questa società malata, accoglierla, accettare e pagare un tributo per santificare queste povertà. E’ la cosìddetta arte povera, cioè usare le nostre miserie (risultati familiari) e santificarle offrendole al Signore affinché diventino redentive nel sacramento.
Le riflessioni ascoltate hanno portato Rita a pensare a Santa Monica, al suo atteggiamento di fronte alle situazioni di difficoltà: dobbiamo perciò riconoscere la nostra incapacità a fare qualcosa e rivolgerci con atto di affidamento a Gesù che può agire per toccare il cuore dei nostri figli. I nodi allora si sciolgono uno ad uno. Cristo e Maria sono la completezza della nostra fede cattolica, continua Rita, sono due esseri inscindibili, non si può amare Gesù se non'attraverso Maria e viceversa sono una sfera che non può essere separata. Infatti dice Guglielmo Gesù è il nuovo Adamo e Maria la nuova Eva.
La Speranza del cristiano, non delude mai, conferma Rossana, perché lei l'ha sperimentata quando ha dovuto affrontare difficoltà in famiglia e la forza e l'aiuto l'ha ricevuto dal Signore che è vicino a chi Lo cerca. Fede certa perciò, afferma Suor Rifugio e chiedere al Signore la salvezza dei figli: ll demonio non può scalfirci se siamo forti nella fede.
Ci sono comunque dei riscontri nei nostri figli che si sono fermati nel cammino spirituale, dice Pina, che ci fanno essere fiduciosi. Anche Nuccio richiama agli esempi e agli stimoli da dare ai nostri figli perché il Signore ha un progetto per ognuno di noi. Dobbiamo coltivare il nostro terreno e qualcuno ne raccoglierà i frutti.