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OTTOBRE 2016

     

 “Il Mondo é in guerra e noi non ce ne accorgiamo: é una guerra anomala, diversa da tutte le altre. Di quelle passate la Storia ci ha consegnato purtroppo le conseguenze, che ben conosciamo. Nostro malgrado perciò conserviamo la memoria di tanti orrori e l’esperienza di tanti conflitti! Quella contemporanea é una guerra terribile, sotto certi aspetti invisibile, le cui conseguenze ci offrono nell’immediato immagini raccapriccianti, ma dietro di esse opera il mondo spietato della finanza, i giochi politici corrotti, di sette segrete, di multinazionali che impiegano i loro capitali dove più conviene.

Il futuro dell’Europa é più che mai incerto. Le regole del sistema finanziario sono senza pietà: se un Paese, un Continente non é all’altezza delle aspettative e dei programmi d’investimento finanziari viene abbandonato al suo destino dai grandi investitori internazionali.

In ultima analisi, per capire meglio i meccanismi che hanno dato il via a questa guerra di potere, bisogna intendersi di politica globale, di finanza, di economia, e di crisi relative, sapendo spiegare, quanto meno, una buona parte delle motivazioni che l’hanno causata e che, fra l’altro, hanno portato alle ben note migrazioni di massa.

Sinceramente non mi sento all’altezza purtroppo di capirci qualcosa in più di quanto ci prospettano le Tavole Rotonde in TV ed i Talk Show.

Penso e mi auguro una pace duratura, che non sia solo assenza di guerra, ma che porti ad una globale consapevolezza. L’uomo deve sempre tendere a relazionarsi con i suoi simili, lavorando tutti insieme con buona volontà e amore per il Creato e per una pace, quella vera .”

Invito alla lettura dei pensieri che ho estrapolato dal libro : “Contro la Guerra, pensieri per la pace” Zelig editore 

Dada

 

Perché contro la guerra. Perché non serve né a vincere il male né a far prevalere il bene. Di guerre ne abbiamo viste, per fortuna solo in televisione, decine, e di volta in volta il vincitore amico diventava il nemico da annientare, le vittime di genocidio diventavano brutali sterminatori di ragazzi indifesi, popolazioni intere senza neanche sparare o venire attaccate morivano di fame, di malattie curabili con farmaci normalmente in commercio in paesi ricchi.

Perché produrre armi, venderle alle due fazioni in guerra, contribuire a uccidere innocenti, tutti civili e militari?

La risposta è semplice, per far soldi.

Chi conduce la guerra non ha interesse a difendere la libertà né a raggiungerla da qualunque parte sia, ma a far soldi.

Per questo sono contro la guerra, l’offesa e la difesa.

Investiamo questi soldi non in armi ma in viveri, medicinali, scuole. Seguiamo comportamenti eticamente corretti, discutiamo dei limiti della libertà individuale e sui rapporti tra noi e il prossimo, e soprattutto siamo meno ipocriti.

L’editore

 

 

 

 

Introduzione 

 

L’enorme divario nelle condizioni di vita tra i popoli della terra ad alto livello culturale, economico e industriale e i popoli in via di sviluppo, impone un intervento di tipo nuovo. Oltre alla remissione dei debiti dei Paesi in via di sviluppo si potrebbero intraprendere altre iniziative volte al potenziamenti di finanziamenti da parte di banche mondiali e istituzioni governative e non, che favoriscano la soluzioni delle gravi problematiche che affliggono tali Paesi. Prestiti questi che sono stati concessi ad onore, cioè in base alla fiducia a popolazioni appartenenti a Paesi maggiormente colpiti dalla fame e da altre calamità, in cui i progetti finanziari sono stati coronati da pieno successo. Maggiori beneficiarie di tali sovvenzioni dovrebbero essere le donne che in tempi recenti hanno dimostrato la loro capacità di intervenire in problemi di indole sociali.

Si dovrebbe inoltre favorire la massiccia distribuzione dei cosiddetti “farmaci orfani” per mitigare il dilagare di malattie endemiche di varia natura, infettive e metaboliche. Un’altra iniziativa da attuare è quella di una reclutazione di giovani qualificati e finanziati per recarsi nei Paesi maggiormente colpiti da penuria alimentare e da altri problemi, quali la desertificazione, le scarse risorse idriche e lo sfruttamento improprio di aree coltivabili. Problemi questi tutti passibili di interventi sanatori che possono essere affrontati con il coinvolgimento diretto delle popolazioni indigene, particolarmente la fascia giovanile.

Inoltre si dovrebbe avviare un programma, a più lunga scadenza, ma di fondamentale importanza nella prevenzione dei conflitti etnici che portano agli eccidi di intere popolazioni. Questo progetto dovrebbe essere diretto a favorire un piano di pace basato su un nuovo sistema educativo dei giovani, sin dalla più tenera età, volto al riconoscimento dei valori universali ai quali si ispirano tutte le religioni.

Il costo della non-pace ha superato il livello di guardia. E’ estremamente urgente un immediato intervento per arginare le drammatiche conseguenze, di un odio radicato e tramandato di generazione in generazione.

Il compito riconosciuto da sempre alle donne, di educare la propria prole, oggi all’inizio del Terzo millennio, è quanto mai essenziale. Un compito questo che si prefigge di disattivare il perverso meccanismo di odio istillato fin dalla prima infanzia e il desiderio di vendetta.

La promozione di una cultura dell’infanzia e dell’adolescenza basata sui principi dell’eguaglianza e fratellanza sarà tanto più efficace quanto più le donne sapranno fare breccia nelle giovani menti Avvalendosi dell’elevato livello culturale finalmente raggiunto. Una cultura che riconosce la prevalenza delle capacità raziocinanti su quelle emotive.

La sacralità dei suddetti valori deve oggi prevalere per arginare le pericolose conseguenze di una loro irrazionale negazione.

Rita Levi Montalcini

 

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Ultimo aggiornamento: 12 novembre 2021
 
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