PARLA GESU’ SULLA PREDILEZIONE DEGLI UMILI (Maria Valtorta, quaderni del ’44)
Dice Gesù: “Daniele, ispirato da Dio dice una verità ormai troppo trascurata.
Il mistero del futuro e l’altro più grande dell’al di là, non possono essere conosciuti, nella forma e nell’ampiezza voluta da Dio, che unicamente da quelli a cui Dio vuole farli conoscere. Direttamente. Senza intermediari. Senza cornici. Senza apparati. Senza aiutanti. (Daniele II,27)
Per lo Spirito non ci sono limitazioni, non ostacoli, non confini, non manchevolezze, non bisogni. Egli è potente, libero, subitaneo. Egli trascina con Sé luce e intelligenza. Anche un incolto e un tardo di mente, se investito dallo Spirito di Dio, diviene dotto non della vostra povera scienza umana ma della sublime Scienza di Dio.
Ho detto: “Ti ringrazio, o Padre, poiché hai nascosto queste cose ai sapienti e le hai rivelate agli umili” (Mt 11,25-27). Nel dire “Padre” dicevo anche “Spirito”, poiché Uno è il Padre con lo Spirito ed Io sono con Loro, e chi benedice Uno benedice i Tre, poiché non vi sono tre dei ma un Dio solo dalla triniforme natura e dall’unica unità.
Grande è il Padre, grande il Figlio, grande lo Spirito. Potente il Padre, potente il Figlio, potente lo Spirito. Santo il Padre, santo il Figlio, santo lo Spirito. In uguale misura.
Viene il Padre nella sua unità e ci genera. Viene il Figlio con la sua origine che salva. Viene lo Spirito con la sua settiforme fiamma che santifica. Vengono amandosi e amando e fanno di un umile, di un piccolo, un occhio che penetra nel mistero di Dio, una bocca che parla le parole di Dio.
I baciati da Dio non sono coloro che fra gli uomini, saturi d’errore, hanno fama di maghi e di indovini. Non sono coloro che con manifestazioni istrioniche tentano simulare Dio in loro e affascinare i creduli senza vera fede. Non sono coloro che del loro satanismo fanno un lucro. Questi sono e siano sempre più maledetti.
I baciati da Dio sono quelli che vivono la vita casta, mortificata, amorosa del servo di Dio. Quelli che rifiutano il plauso e odiano l’esser conosciuti. Quelli che perduti nel gorgo di luce che è Dio, col cuore nutrito di fede e lo spirito di carità, stanno come mistiche bocche sul mio Io, aspiranti da Me la Verità e la Cognizione. Non forzatori, non prepotenti, non mercanti del mistero, essi accolgono quanto Io do in semplicità, in amore, in onestà. Non profanatori, non si permetterebbero mai di suscitare in nessuna maniera l’ambiente atto a creare quel clima di cui non Io, che di climi e di ambiente non ho bisogno, ve lo ripeto, ma il loro satanismo ha bisogno per ricevere l’efflusso del Maligno.
Simulatori di Dio e dei suoi santi, peggio che simulatori, parodisti di Dio e dei suoi santi, dei quali danno una rappresentazione che è sacrilegio. Figli, sudditi, ministri di Satana, zimbelli suoi. Non una parola di verità è nella loro bocca, non una luce nel loro cuore. La Menzogna trascina loro e chi in loro crede, nel profondo dell’abisso da essi cercato. Né può essere diversamente, perché anche l’Astuto non può conoscere fino in fondo il pensiero di Dio, a anche per quel che conosce non dice, poiché egli è sempre il Serpente che canta canzone menzognera, per portare la rovina là dove la sua gelosia vede che ancora può essere una dimora per il Signore.
A che credere a quelle larve, fumo della satanica bocca, che vi si mostrano per simulare ciò che solo Dio può inviarvi per vostra spirituale guida? E non pensate che, se è vero che Dio può accogliere il vostro desiderio di sentirlo per Padre amoroso più che la maggioranza degli uomini non lo desideri, è anche vero che a Dio nessuno, neppure un santo, può imporsi e dirgli: “Vieni. Io te lo comando”?
Io vengo quando, dove, come voglio, nell’ora e nell’ambiente che voglio. Io vi parlo per quanto voglio. E fra la semplicità verace che è il mio segno e l’umiltà semplice che è il segno dei miei servi, e la coreografia menzognera e la superbia avida degli altri possessori del vero, vi è ancora più grande differenza di quanto non ve ne sia fra il sole e la notte senza stelle, e più vasto abisso di quanto non sia fra sponda e sponda degli oceani, il cui profondo in certe zone è a voi immisurabile. Di qua è Dio e il suo Vero. Di là Satana e il suo Errore. Di qua la mia mano è tesa a benedizione sugli umili fiori che accolgono la mia luce benedicendomi e giudicandosene non degni. Di là la mia mano è tesa a maledire, perché sono venefici fiori di putrido stagno, avvinghiati da serpi dal tossico eternamente mortale.
Per conto tuo dico: “Questa è parola mia. Accoglila per la tua pace”.