PARLA LO SPIRITO SANTO (Maria Valtorta, quaderni del ’44)
Dice lo Spirito Santo: “Non manchi a chiamarti la parola di Colui che è Sapienza e Amore di Dio, Colui che si effonde da eternità ad eternità su tutto quanto è, per santificarlo a Dio, Colui che ha presieduto con la sua forza a tutte le opere della Trinità nostra e che non è estraneo a tutto ciò che è santo nel tempo e nell’eternità, perché io sono il Santificatore. Quello che col suo settimplice dono vi santifica e a Dio vi porta, facendovelo conoscere nei suoi voleri, sulla Terra e nella sua gloria in Cielo.
Io sono la Sapienza di Dio. Sono Colui che la Seconda Persona della nostra Triade santissima chiama “Maestro di ogni vero, Colui che non vi parlerà da Se stesso, ma dirà tutto quello che ha udito e vi annunzierà l’avvenire”. (Gv 16,13)
Ecco, o voi che cercate di conoscere anche più che necessario non sia, chi è Quello che può darvi questa conoscenza da voi cercata. Io sono. Io, Luce della Luce, Io, Spirito dello Spirito, Io, Intelligenza dell’Intelligenza, sono il custode, il depositario di tutte le verità passate, presenti, avvenire, il conoscitore di tutti i decreti di Dio, l’amministratore delle sue luci agli uomini. Io sono Quello, che non assente col suo consiglio alle opere del Creatore, che non assente al decreto della Redenzione, neppure è assente presso voi per consigliarvi, e con dolcezza d’amore guidarvi nel rendere atto compiuto le volontà che il Padre vi propone. Io sono più ancora. Sono l’Amore che vi ispira ciò che è atto a darvi l’abbraccio di Dio e per sentiero di santità vi porta sul suo seno.
Come nutrice pietosa, io piglio la vostra incapacità di neonati alla Vita e vi educo e allevo. Tenendovi fra le mie braccia, vi do calore per farvi assimilare il latte dolcissimo della Parola di Dio, onde divenga in voi vita. Di Me stesso vi faccio scudo contro i pericoli del mondo e di Satana, perché l’Amore è forza che salva. Io vi guido e sorreggo e come maestro di amorosa pazienza vi istruisco. Faccio di voi, pesanti e tardi, pusillanimi e deboli, degli eroi e degli atleti di Dio. Faccio di voi, poveri spirituali, dei re dello spirito, poiché il vostro spirito lo copro coi miei splendori divini e lo pongo su un trono che più grande non vi è, poiché il mio è trono di santità eterna.
Ma per conoscermi occorre non avere idolatria in cuore. Occorre credere a ciò che io ho santificato. Credere alle verità che io ho illuminato. Occorre abbandonare l’errore. Occorre cercare Dio là dove Egli è. Non dove vi è il Nemico di Dio e dell’uomo.
Volete conoscere la Verità? Oh! Venite a me! Io solo ve la posso dire. E ve la dico nel modo che la mia bontà sa a voi confacente, per non turbare la vostra debolezza d’uomini e la vostra relatività.
Perché amate ciò che è contorto, complicato, tenebroso? Amate Me che sono semplice, lineare, luminoso; Me che sono gioia di Dio e dello spirito.
Volete conoscere il futuro dello spirito? Ed io ve lo insegno parlandovi di una eternità che vi attende in una beatitudine che per voi è inconcepibile, nella quale, dopo questa ora di sosta, unica sosta sulla Terra, riposerete in Dio di tutte le fatiche, di tutti i dolori, dimenticherete il dolore perché la Gioia sarà vostro possesso; e se anche l’Amore, che mai come in cielo è vivo, vi darà palpiti per i dolori dei viventi, non sarà pietà che vi darà dolore, ma solo amore attivo che sarà pur esso gioia.
Volete conoscere le perfezioni del Creatore nelle cose, i misteri della creazione? Io ve li posso dire, Io che, Sapienza, “uscii prima dalla bocca di Dio, primogenita avanti tutte le creature” (Ecl. 3), Io che sono in tutto quanto è, perché tutto porta sigillo d’amore ed Io sono l’Amore. Il mio essere si estende su tutto l’Universo; la mia Luce bagna di sé gli astri, i pianeti, i mari, le valli, le erbe, gli animali; la mia Intelligenza corre per tutta la Terra, istruisce i lontani, dà a tutti un riflesso dell’Alto, educa alla ricerca di Dio; la mia Carità penetra come il respiro e conquista i cuori.
Attiro a Me i giusti della Terra, ed anche ai retti non conoscitori del Dio vero do riflessi di questo santo Dio vostro, per cui un rivo di Verità è in tutte le religioni rivelate, messo da Me che sono Colui che irriga e feconda.
Io, poi, come possente zampillo di sorgente eterna, trabocco da ogni lato della Chiesa Cattolica di Cristo, e con la Grazia, coi sette doni e coi sette sacramenti, faccio, dei cattolici fedeli, dei servi del Signore, degli eletti al Regno, dei figli di Dio, dei fratelli del Cristo, degli dèi la cui sorte è così infinitamente sublime che merita qualunque sacrificio per possederla.
Volgetevi a Me. Saprete, conoscerete e sarete salvi perché conoscerete la Verità. Staccatevi, staccatevi dall’errore che non vi dà gioia e pace. Curvate il ginocchio davanti al Dio vero. Al Dio che ha parlato sul Sinai e che ha evangelizzato in Palestina. Al Dio che vi parla attraverso la Chiesa da Me, Spirito di Dio, fatta Maestra.
Non vi è altro Dio all’infuori di Noi: Uno e Trino. Non vi è altra Religione che la nostra secolare. Non vi è altro futuro, sulla Terra ed oltre, fuori di quello che vi dicono i Libri santi. Tutto il resto è Menzogna destinata ad essere svergognata da Colui che è Giustizia e Verità.
Chiedete a Noi – Potenza, Parola e Sapienza – la luce acciò non camminiate più oltre su torti sentieri di morte, ma possiate venire anche voi, erranti, nella via sulla quale troveranno salvezza quelli che per la loro umile, sapiente, santa fede, piacquero a Dio che ne fece i suoi santi”.
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VERGINE MADRE Dante Alighieri Dal Paradiso
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«Vergine Madre, figlia del tuo figlio,
umile e alta più che creatura,
termine fisso d'eterno consiglio,
tu se' colei che l'umana natura
nobilitasti sì, che 'l suo fattore
non disdegnò di farsi sua fattura.
Nel ventre tuo si raccese l'amore,
per lo cui caldo ne l'eterna pace
così è germinato questo fiore.
Qui se' a noi meridiana face
di caritate, e giuso, intra ' mortali,
se' di speranza fontana vivace.
Donna, se' tanto grande e tanto vali,
che qual vuol grazia e a te non ricorre
sua disianza vuol volar sanz'ali.
La tua benignità non pur soccorre
a chi domanda, ma molte fiate
liberamente al dimandar precorre.
In te misericordia, in te pietate,
in te magnificenza, in te s'aduna
quantunque in creatura è di bontate.
Or questi, che da l'infima lacuna
de l'universo infin qui ha vedute
le vite spiritali ad una ad una,
supplica a te, per grazia, di virtute
tanto, che possa con li occhi levarsi
più alto verso l'ultima salute.
E io, che mai per mio veder non arsi
più ch'i' fo per lo suo, tutti miei prieghi
ti porgo, e priego che non sieno scarsi,
perché tu ogne nube li disleghi
di sua mortalità co' prieghi tuoi,
sì che 'l sommo piacer li si dispieghi.
Ancor ti priego, regina, che puoi
ciò che tu vuoli, che conservi sani,
dopo tanto veder, li affetti suoi.
Vinca tua guardia i movimenti umani:
vedi Beatrice con quanti beati
per li miei prieghi ti chiudon le mani!
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