Il 14 settembre scorso papa Francesco ha celebrato una santa Messa in San Pietro, durante la quale ha unito in matrimonio 20 coppie di sposi. Un modo molto bello e significativo per sottolineare l'importanza di un sacramento che nel mondo di oggi è spesso mortificato e bistrattato: c'è infatti chi lo vorrebbe "adattare" a proprie esigenze, pretendendolo per persone a cui non è destinato (come ad esempio le coppie dello stesso sesso) o considerandolo scioglibile a piacimento, disconoscendone così il significato profondo di unione per sempre.
L'omelia pronunciata dal Papa in quella circostanza è veramente molto importante e densa, pur nella semplicità del linguaggio e dell'espressione.
La riportiamo qui quasi per intero, accompagnandola con alcune riflessioni.
All'inizio il Pontefice fa riferimento alla prima lettura della liturgia del giorno ( Num.21, 4b -9) nel quale si celebrava la festa dell'Esaltazione della Croce. Il testo parla dell'attraversamento del deserto da parte del popolo ebraico in cammino verso la Terra Promessa e descrive le difficoltà che esso era costretto ad affrontare. Dice il Papa:
"Pensiamo a quella gente in marcia, guidata da Mosè; erano soprattutto famiglie: padri, madri, figli, nonni; uomini e donne di ogni età, tanti bambini, con i vecchi che facevano fatica… Questo popolo fa pensare alla Chiesa in cammino nel deserto del mondo di oggi, fa pensare al Popolo di Dio, che è composto in maggior parte da famiglie." Ecco quindi che viene subito richiamata la famiglia, il vero oggetto di questa omelia. Il Papa, infatti, concentra la propria attenzione sulla famiglia e ne sottolinea le caratteristiche che gli appaiono più importanti. Dice:
"E’incalcolabile la forza, la carica di umanità contenuta in una famiglia:l’aiuto reciproco, l’accompagnamento educativo, le relazioni che crescono con il crescere delle persone, la condivisione delle gioie e delle difficoltà… Le famiglie sono il primo luogo in cui noi ci formiamo come persone e nello stesso tempo sono i “mattoni” per la costruzione della società." Ecco appunto: la famiglia è alla base della società; ancor di più (mi permetto di aggiungere), la famiglia è il fondamento naturale della società, secondo il progetto di Dio creatore. E' questa importanza fondamentale della famiglia che il Papa vuole ricordarci e soprattutto la ricorda a quei governanti che sembrano essersene dimenticati e di tutto si occupano tranne che di difendere e sostenere le famiglie e di aiutarne la costituzione con leggi adeguate che tutelino il lavoro dei giovani e sostengano la natalità.
Il Papa riprende ora l'analisi del racconto biblico e ne trae spunto per parlare delle difficoltà del matrimonio e di come esse possono essere superate:
"A un certo punto «il popolo non sopportò il viaggio» (Nm 21,4). Sono stanchi, manca l’acqua e mangiano solo la “manna”, un cibo prodigioso, donato da Dio, ma che in quel momento di crisi sembra troppo poco. Allora si lamentano e protestano contro Dio e contro Mosè: “Perché ci avete fatto partire?...” (cfr Nm 21,5). C’è la tentazione di tornare indietro, di abbandonare il cammino.
Viene da pensare alle coppie di sposi che “non sopportano il viaggio”, il viaggio della vita coniugale e familiare. La fatica del cammino diventa una stanchezza interiore; perdono il gusto del Matrimonio, non attingono più l’acqua dalla fonte del Sacramento. La vita quotidiana diventa pesante, e tante volte, “nauseante”.
In quel momento di smarrimento – dice la Bibbia – arrivano i serpenti velenosi che mordono la gente, e tanti muoiono. Questo fatto provoca il pentimento del popolo, che chiede perdono a Mosè e gli domanda di pregare il Signore perché allontani i serpenti. Mosè supplica il Signore ed Egli dà il rimedio: un serpente di bronzo, appeso ad un’asta; chiunque lo guarda, viene guarito dal veleno mortale dei serpenti. Che cosa significa questo simbolo? Dio non elimina i serpenti, ma offre un “antidoto”: attraverso quel serpente di bronzo, fatto da Mosè, Dio trasmette la sua forza di guarigione che è la sua misericordia, più forte del veleno del tentatore."
Le difficoltà che si presentano in un matrimonio - le incomprensioni, i dissapori, a volte i tradimenti - sono quindi fonte di tentazioni; tentazioni che ci spingono a cedere le armi, a rinunciare, a sciogliere il patto di fedeltà che abbiamo stretto davanti al Signore. Ma, sembra dirci il Papa, abbiamo un rimedio potente al quale ricorrere: la preghiera. Nella preghiera dobbiamo riconoscere il nostro peccato (che consiste, si badi, non solo nell'aver tenuto comportamenti o operato scelte che hanno generato divisioni e litigi ma soprattutto nell'aver perso fiducia nella forza del Sacramento) e chiedere che Dio venga a salvarci con la sua misericordia. Egli allora interviene, non eliminando l'ostacolo, ma dandoci la forza per affrontarlo. Ma leggiamo direttamente le parole del Papa che, passando ad analizzare rapidamente la seconda lettura della liturgia del giorno (Fil. 2, 6 - 11), ci ricorda le parole di san Paolo: "Chi si affida a Gesù crocifisso riceve la misericordia di Dio che guarisce dal veleno mortale del peccato."
E aggiunge:
"Il rimedio che Dio offre al popolo vale anche, in particolare, per gli sposi che “non sopportano il cammino” e vengono morsi dalle tentazioni dello scoraggiamento, dell’infedeltà, della regressione, dell’abbandono... Anche a loro Dio Padre dona il suo Figlio Gesù, non per condannarli, ma per salvarli: se si affidano a Lui, li guarisce con l’amore misericordioso che sgorga dalla sua Croce, con la forza di una grazia che rigenera e rimette in cammino sulla strada della vita coniugale e familiare. L’amore di Gesù, che ha benedetto e consacrato l’unione degli sposi, è in grado di mantenere il loro amore e di rinnovarlo quando umanamente si perde, si lacera, si esaurisce. L’amore di Cristo può restituire agli sposi la gioia di camminare insieme; perché questo è il matrimonio: il cammino insieme di un uomo e di una donna, in cui l’uomo ha il compito di aiutare la moglie ad essere più donna, e la donna ha il compito
di aiutare il marito ad essere più uomo. ... E’ la reciprocità delle differenze."
Ho trovato molto significative queste parole che in qualche modo invitano gli sposi a 'contemplarsi' l'un l'altro: a guardarsi, cioè, con gli occhi di Dio creatore per poter amare nell'altro ciò che lo rende diverso da se stessi: diverso nel corpo, anzitutto, ma anche nella sensibilità, nel modo di affrontare la vita, nei comportamenti. Diverso e per ciò stesso complementare, capace cioè di completarmi, di donarmi quello che mi manca e di rendermi più capace di vivere con pienezza la mia vita. Quello che con bella espressione il Papa chiama la "reciprocità delle differenze".
Conclude quindi papa Francesco:
"Non è un cammino liscio, senza conflitti: no, non sarebbe umano. E’ un viaggio impegnativo, a volte difficile, a volte anche conflittuale, ma questa è la vita!. Il matrimonio è simbolo della vita, della vita reale, non è una “fiction ”! E’ sacramento dell’amore di Cristo e della Chiesa, un amore che trova nella Croce la sua verifica e la sua garanzia. Auguro a tutto voi un bel cammino: un cammino fecondo; che l’amore cresca. Vi auguro felicità. Ci saranno le croci, ci saranno. Ma sempre il Signore è lì per aiutarci ad andare avanti. Che il Signore vi benedica!"
E, a proposito di famiglia...
ricordiamo che dal 5 al 19 ottobre si svolgerà in Vaticano la terza Assemblea generale straodinaria del Sinodo dei vescovi, sul tema "Le sfide pastorali della famiglia nel contesto dell'evangelizzazione"
I Padri Sinodali saranno 191, tra cui 25 capi dicastero della Curia e 114 presidenti di Conferenze episcopali. Fra gli altri partecipanti, anche quattordici coppie di sposi.
Durante le due settimane di lavori, i partecipanti all’Assemblea rifletteranno sul Documento di lavoro diffuso a giugno scorso. Lo scopo, spiega il card. Lorenzo Baldisseri, segretario generale del Sinodo, è quello di “proporre al mondo odierno la bellezza e i valori della famiglia, che emergono dall’annuncio di Gesù Cristo che dissolve la paura e sostiene la speranza”.
Come abbiamo visto in queste ultime settimane, questo evento è stato preceduto da polemiche e contrasti anche forti: a noi, comuni fedeli, spetta il compito di sostenere con la preghiera il lavoro del Sinodo, come lo stesso papa Francesco ci ha sollecitato a fare.
Questi gli appuntamenti previsti:
Domenica 28 settembre: Giornata di preghiera in tutte le diocesi
SABATO 4 ottobre, festa di San Francesco di Assisi, Patrono d'Italia, Veglia di preghiera a Roma in Piazza San Pietro, per sperimentare dalle ore 18.00 alle ore 19.30, come avvenne alla vigilia dell'apertura del l Concilio Vaticano II. Inoltre siamo invitati a partecipare all'iniziativa:
- "accendi una luce in famiglia": si tratta di creare quella stessa sera sul territorio, in forma domestica nella propria casa, o comunitaria in gruppi parrocchiali o diocesani, un incontro in cui invocare lo Spirito Santo e porre sulla finestra delle proprie abitazioni un lume acceso.
A Roma, ogni giorno si pregherà nella Cappella della Salus Populi Romani della Basilica di Santa Maria Maggiore. I fedeli possono unirsi nella loro preghiera personale a questa intenzione, soprattutto nelle famiglie. Viene raccomandata a tutti la recita del Santo Rosario per i lavori sinodali.
Inoltre, Papa Francesco ha concesso per la circostanza l’Indulgenza Plenaria alle solite condizioni (confessione e comunione eucaristica, preghiera secondo le intenzioni del Santo Padre) a chi, in spirito di penitenza e con sincera contrizione dei peccati, visita in forma di pellegrinaggio il Santuario di Loreto e i luoghi di culto lauretano, esistenti nel mondo cattolico, e recita la Preghiera alla Santa Famiglia, composta per il Sinodo dallo stesso Papa Francesco. L’indulgenza Plenaria può essere lucrata anche in suffragio delle anime dei defunti.
PREGHIERA ALLA SANTA FAMIGLIA
di Papa Francesco
Gesù, Maria e Giuseppe
in voi contempliamo
lo splendore dell’amore vero,
a voi con fiducia ci rivolgiamo.
Santa Famiglia di Nazareth,
rendi anche le nostre famiglie
luoghi di comunione e cenacoli di preghiera,
autentiche scuole di Vangelo
e piccole Chiese domestiche.
Santa Famiglia di Nazareth,
mai più nelle famiglie si faccia esperienza
di violenza, chiusura e divisione:
chiunque è stato ferito o scandalizzato
conosca presto consolazione e guarigione.
Santa Famiglia di Nazareth,
il prossimo Sinodo dei Vescovi
possa ridestare in tutti la consapevolezza
del carattere sacro e inviolabile della famiglia,
la sua bellezza nel progetto di Dio.
Gesù, Maria e Giuseppe
Ascoltate, esaudite la nostra supplica.