“La famiglia, speranza e futuro per la società italiana”
Si è svolta a Torino dal 12 al 15 settembre 2013, la 47a Settimana sociale dei cattolici italiani sul tema “La famiglia, speranza e futuro per la società italiana”
Le 'Settimane sociali' sono eventi che periodicamente vengono organizzati in Italia, a partire dal 1907, anno in cui la prima di esse fu attuata su proposta dello studioso Giuseppe Toniolo, oggi beato. Si tratta di convegni che durano alcuni giorni e ai quali partecipano intellettuali, politici e vescovi per discutere su un tema comune. Ha scritto papa Francesco, nel messaggio che ha inviato ai partecipanti alla Settimana sociale di quest'anno: “Le Settimane Sociali dei Cattolici Italiani, nei diversi periodi storici, sono state provvidenziali e preziose, e lo sono ancora oggi. Esse infatti si propongono come iniziativa culturale ed ecclesiale di alto profilo, capace di affrontare, e se possibile anticipare, gli interrogativi e le sfide talvolta radicali, posti dall’attuale evoluzione della società. Per questo la Chiesa in Italia, 25 anni or sono, ha voluto riprenderle e rilanciarle, come momenti qualificati di ascolto e di ricerca, di confronto e di approfondimento, molto importanti sia per la stessa comunità ecclesiale, per il suo servizio di evangelizzazione e promozione umana, sia per gli studiosi e gli operatori nel campo culturale e sociale (cfr Nota Pastorale CEI del 20 novembre 1988). Le Settimane Sociali sono così uno strumento privilegiato attraverso il quale la Chiesa in Italia porta il proprio contributo per la ricerca del bene comune del Paese (cfr CONC.ECUM.VAT.II, Cost.past.Gaudium et spes, 26).” Il Papa quindi ci ricorda che la Chiesa ha il diritto, ma anche il dovere, di partecipare alla vita sociale e politica per contribuire al realizzarsi in essa di percorsi legislativi realmente indirizzati al perseguimento del bene comune, ricercato con retta coscienza e senso di responsabilità.
Nel sottolineare l'importanza del tema affrontato quest'anno (La famiglia, speranza e futuro della società italiana) , il Papa ha voluto ricordare che “anzitutto come Chiesa offriamo una concezione della famiglia, che è quella del Libro della Genesi, dell’unità nella differenza tra uomo e donna, e della sua fecondità. In questa realtà, inoltre, riconosciamo un bene per tutti, la prima società naturale, come recepito anche nella Costituzione della Repubblica Italiana. Infine, vogliamo riaffermare che la famiglia così intesa rimane il primo e principale soggetto costruttore della società e di un’economia a misura d’uomo, e come tale merita di essere fattivamente sostenuta. Le conseguenze, positive o negative, delle scelte di carattere culturale, anzitutto, e politico riguardanti la famiglia toccano i diversi ambiti della vita di una società e di un Paese: dal problema demografico – che è grave per tutto il continente europeo e in modo particolare per l’Italia– alle altre questioni relative al lavoro e all’economia in generale, alla crescita dei figli, fino a quelle che riguardano la stessa visione antropologica che è alla base della nostra civiltà (cfr BENEDETTO XVI, Enc. Caritas in veritate, 44). Queste riflessioni non interessano solamente i credenti ma tutte le persone di buona volontà, tutti coloro che hanno a cuore il bene comune del Paese, proprio come avviene per i problemi dell’ecologia ambientale, che può molto aiutare a comprendere quelli dell’“ecologia umana”(cfr BENEDETTO XVI, Discorso al Bundestag, Berlino, 22 settembre 2011). La famiglia è scuola privilegiata di generosità, di condivisione, di responsabilità, scuola che educa a superare una certa mentalità individualistica che si è fatta strada nelle nostre società.” Con queste parole, il Papa ha quindi voluto ribadire quella che è la dottrina della Chiesa cattolica nei confronti del matrimonio e della famiglia, dottrina che non può cambiare perché fondata sull'insegnamento di Gesù.
Con questo evento, si è quindi voluto riportare la famiglia al centro dell'attenzione della società italiana e della Chiesa e riaffermare che il futuro dell'uomo è radicato in essa:
CIO' CHE E' BENE PER LA FAMIGLIA E' BENE PER IL PAESE
Questo è lo slogan che può in qualche modo riassumere il senso delle riflessioni che sono state fatte da politici, economisti sociologi e vescovi. Si è riaffermato con forza che la famiglia è un “soggetto sociale, in quanto i suoi scopi e le sue funzioni, a partire dalla funzione generativa, educativa e di cura, sono essenzialmente al servizio del bene comune”.(dal Documento preparatorio, n° 22) Più volte, in questo tempo di crisi economica, è stato detto che le famiglie hanno rivestito un ruolo importante facendosi carico di sostenere con le loro risorse chi ha perso il lavoro e chi non riesce a trovarlo, di prendersi cura di quei bambini, quei malati e quegli anziani ai quali lo Stato non riesce a dare (più) l'aiuto cui hanno diritto. Se questi uomini, donne e bambini non avessero avuto alle spalle una famiglia non ce l'avrebbero fatta a sopravvivere con dignità in attesa di tempi migliori. Sarebbe quindi giunta l'ora che politici e legislatori, nell'affrontare (speriamo con retto giudizio e autentico desiderio di lavorare per il bene comune) i problemi più impellenti dei nostri giorni – lavoro, welfare, scuola ed educazione, fisco, immigrazione – mettessero la famiglia al centro delle loro riflessioni promuovendo leggi che tengano presenti le sue necessità:
- conciliare lavoro - famiglia (in modo che sia possibile, ad esempio, sposarsi e mettere al mondo dei figli senza dover sacrificare le opportunità di carriera lavorativa o avere orari di lavoro che non ostacolino una normale vita di famiglia)
- poter usufruire di servizi sociali adeguati e progettati 'insieme alle famiglie'
- poter fare riferimento ad una legislazione fiscale a misura di famiglia, che tenga conto dei carichi familiari
- avere reale garanzia di accesso all'istruzione ed all'educazione, sulla base del riconoscimento di pari dignità al servizio pubblico prestato dalle scuole statali e da quelle paritarie, in modo che i genitori possano effettivamente esercitare una libera scelta.
- promozione di un processo condiviso di integrazione delle famiglie degli immigrati, in modo che anch'esse si sentano responsabili protagoniste della vita sociale ed ecclesiale nei territori in cui vivono.
Di questo si è parlato nel corso della 47a Settimana sociale. Si spera che i documenti conclusivi non siano messi da parte in attesa di tempi migliori, ma che al contrario se ne tenga conto nei prossimi mesi ed anni, durante i quali la politica dovrà farsi carico di scelte importanti per il futuro del nostro paese.
E' necessario, però, che i cattolici siano sempre più uniti e consapevoli, che si informino sulle attività di quelle organizzazioni (AGE, AGESC, AIBI, ASSOCIAZIONE FAMIGLIE NUMEROSE, per citarne solo alcune) che attivamente e infaticabilmente si occupano di portare avanti queste giuste richieste. Tutte queste associazioni sono riunite nel FORUM DELLE ASSOCIAZIONI FAMILIARI, presieduto da Francesco Belletti che figura tra i membri organizzatori delle Settimane Sociali. Il Forum intende :
- promuovere e salvaguardare i valori e i diritti della famiglia come "società naturale fondata sul matrimonio" (Costituzione Italiana, 27 dic. 1947, articoli 29, 30, 31).
- riconsegnare alla famiglia il diritto di cittadinanza perché occupi nella vita politica del Paese il posto che le spetta quale soggetto sociale da promuovere e non soggetto debole da assistere. La famiglia eroga servizi, cura i soggetti deboli, fa da ammortizzatore economico in tempo di crisi. In altre parole chi investe sulla famiglia previene le emergenze, risolve alla radice le patologie, risparmia sui costi sociali.
Chi naviga in Internet può consultare utilmente il sito www.forumfamiglie.org nel quale troverà tante interessanti notizie e approfondimenti riguardanti problemi, proposte e iniziative sempre attinenti alla famiglia.
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Quello che i mass media NON mettono in evidenza:
“Ogni bambino non nato, ma condannato ingiustamente ad essere abortito, ha il volto di Gesù Cristo, ha il volto del Signore, che prima ancora di nascere, e poi appena nato, ha sperimentato il rifiuto del mondo. E ogni anziano … anche se infermo o alla fine dei suoi giorni, porta in sé il volto di Cristo. Non si possono scartare, come ci propone la cultura dello scarto! Non si possono scartare!”
Lo ha detto PAPA FRANCESCO il 20 settembre ai ginecologici esortandoli a difendere la "cultura della vita"
a cura di Antonella