IL PAPA CHE IL SIGNORE CI HA DATO
In questi mesi ho cercato di dare eco su questa pagine alla parola del Papa: ho scelto di sottolineare nei suoi interventi tutti i passi nei quali ha parlato di vita e di famiglia. L'ho fatto principalmente per due motivi:
- questi sono i temi che come Comunità d'Amore, nata dall'espe-rienza dell'Incontro coniugale, noi tutti - credo - sentiamo con maggiore forza e nei confronti dei quali ci sentiamo più impe-gnati;
- nei discorsi del Papa questi temi, pur spesso presenti, sono poco enfatizzati. Lui stesso ha scelto di non insistervi troppo (poiché sa che ci sono anche altri temi di carattere più ampiamente sociale dei quali è bene parlare) e d'altronde i media ben volentieri 'dimenticano' di riportare le sue parole intorno a questi argomenti. Capita così che tutti sappiano ciò che il Papa dice sugli immigrati e sui poveri, ma che nessuno sappia quello che ha affermato a proposito di famiglia, di aborto o di eutanasia.
Era bene quindi, attirare l'attenzione di noi tutti su questi aspetti della pastorale di papa Francesco, perché il suo messaggio non fosse travisato e/o ridotto. Spero di avere reso un servizio utile, anzitutto a me stessa, e a tutti coloro che hanno letto quello che mese per mese ho proposto. Spero, soprattutto, di aver contribuito a rendere più completa l'informazione su quello che il Papa dice.
Forse abbiamo un po' tutti l'impressione che continuamente giornali, radio e televisioni si occupino del Papa e di lui ci narrino - molto più che non per i precedenti pontefici - tutto, ma proprio tutto, quello che dice e che fa. Io non credo che sia così. A me pare che in realtà, i media ci raccontino tutto quello che a loro sembra corrispondere al pensiero comune dominante, tutto quello che può essere utilizzato per far passare l'immagine di un papa moderno, innovatore, riformatore se non addirittura rivoluzionario. Questa è l'immagine del Papa che fa comodo al mondo, perché può essere utilizzata per mettere in cattiva luce la Chiesa come tale e il papato come istituzione. E' come se persone che non si sono mai interessate veramente della Chiesa e del Papa se non per denigrare la religione cristiana e sottolinearne - dal loro punto di vista - l'arretratezza e la distanza dal 'mondo' dicessero: il disprezzo che noi, da sempre oppositori della Chiesa e della religione cristiana, nutrivamo, era motivato. Questo Papa l'ha finalmente capito, ci dà ascolto e ragione, cambierà tutto - regole, consuetudini, istituzioni - e la Chiesa sarà completamente diversa, sarà - si badi - come noi avevamo sempre detto che dovesse essere.
Mi viene in mente un vecchio proverbio che ho sentito tante volte ripetere da mio padre, a volte seriamente, a volte scherzando: "Quando il diavolo ti accarezza, vuole l'anima". Un interesse così continuo e pressante per il Papa, per quello che dice e che fa, per ciò che avviene nella Chiesa non mi sembra - a mia memoria - di averlo mai constatato. A me viene il dubbio che questo 'accarezzamento' nasconda in realtà il tentativo di 'appropriarsi' della figura del Papa, per 'usarlo' contro la Chiesa, che è quanto di più eretico e blasfemo ci possa essere.
Non vorrei che il mio ragionamento fosse travisato, perciò cercherò di spiegarmi ancora meglio. Io credo che il Papa sia per noi cristiani cattolici un bene prezioso: a Pietro e ai suoi successori, Gesù ha affidato la Chiesa che è il Suo Corpo. Il Papa è, per dirla con Santa Caterina da Siena, il dolce Cristo in terra. Al momento della sua elezione, lo Spirito Santo soffia sui cardinali riuniti in conclave e, attraverso vie misteriose che solo Lui conosce, li guida nella scelta del nuovo Pietro. Perciò, non c'è ombra di dubbio: quello che viene eletto è esattamente colui che il Signore ha prescelto. Solo che noi uomini siamo poi capaci di rovinare anche il dono più bello: ed è così che poi ci sono papi incompresi e oltraggiati e papi osannati e acclamati dalle folle. Può essere che entrambi questi atteggiamenti siano impropri. Noi cattolici dobbiamo amare il Papa, considerarlo come il nostro punto di riferimento, ascoltarne gli insegnamenti, sia quando ci sembrano difficili da comprendere sia quando ci appaiono semplici e alla nostra portata; può essere che oggi il Signore ci abbia inviato questo Papa, proprio "per la durezza del nostro cuore", perché con la semplicità del suo linguaggio possa aiutare la Chiesa - e noi tutti - a mantenerci saldi nella fede e non certo per stravolgere la dottrina e 'adattare' (!) ai nostri tempi la parola di Gesù.
Vorrei riprendere una sorta di 'slogan' che il Papa spesso usa e rivolgere a tutti noi una esortazione:
NON LASCIAMOCI STRAPPARE IL PAPA! Non lasciamo che i giornali e le televisioni ne facciano un personaggio da 'sbattere' ogni giorno in prima pagina. Non permettiamo che venga 'tirato per la tonaca' da parti opposte e che le sue parole vengano utilizzate per combattere la Chiesa e la Parola di Gesù, che è immutabile ed eterna, perché è divina.
Tocca spesso ai Papi di 'offrirsi' in sacrificio, di esporre la propria persona alle critiche ed alle incomprensioni: penso a Pio XII, accusato di non essere stato abbastanza duro nei confronti dei nazisti mentre ora finalmente anche l'opinione pubblica comincia a rendersi conto di quanto al contrario egli abbia agito con saggezza e prudenza e di quante vite abbia salvato; a Giovanni XXIII, che tanti ostacoli incontrò nella stessa Curia quando decise di convocare il Concilio Vaticano II; penso a Paolo VI così duramente criticato al momento della pubblicazione della Humanae vitae; penso infine a Benedetto XVI, di cui pochi riconoscono il martirio di aver dovuto occuparsi di fare pulizia di fronte a crimini orrendi, caricandosi sulle spalle e sul cuore la vergogna e il dolore per colpe commesse da altri. Può darsi che a papa Francesco tocchi un diverso martirio: quello di essere osannato dal 'mondo' come se fosse 'del mondo', mentre al contrario il suo unico desiderio è quello di portare a tutti l'amore e la misericordia del Signore.
Tocca a noi difendere il nostro Papa da consensi almeno per ora troppo diffusi per essere veramente sinceri e disinteressati. Vogliamogli bene come al dolce Cristo in terra, Non lasciamocelo strappare da chi vorrebbe separarlo dalle sue pecorelle, pur sapendo che non possiamo fermare o ostacolare la generosità del pastore che va incontro a quella parte del gregge che è ancora lontana dall'ovile.
Antonella
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Grazie, Antonella, per le parole sagge che hai rivolto ai nostri lettori. Capire la verità nell’era della “comunicazione” (!) è davvero difficile, ma noi speriamo nel Signore, “Via, Verità e Vita” e ci conforta la sua affermazione infallibile “Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia chiesa e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa”. (Mt 16,18)
La Chiesa è nelle mani sicure di Dio. Teniamoci anche noi saldamente in queste mani e non avremo paura di niente e di nessuno.