In altre pagine del nostro giornalino viene da qualche numero a questa parte illustrata la famigerata teoria del gender che oggi si cerca in ogni modo di inculcare nelle nostre menti e - quel che è peggio - nelle menti innocenti e ancora malleabili dei bambini e dei ragazzi adolescenti, usando a questo scopo l'ambiente scolastico.
La Chiesa è stata da più parti sollecitata a prendere chiaramente posizione su questo argomento, in modo da non lasciare soli i fedeli di fronte alla diffusione di queste aberranti posizioni. A questo proposito, dal 17 al 19 novembre scorso, la Congregazione per la dottrina della fede unitamente ai Pontifici Consigli per la Famiglia, Dialogo Interreligioso e Unità dei Cristiani ha organizzato un Colloquio internazionale e interreligioso sulla "Complementarietà uomo-donna". Si è trattato di un incontro di studiosi e leader religiosi, cristiani, ebrei, musulmani e di altre confessioni religiose al fine di proporre di nuovo la bellezza della naturale unione dell'uomo e della donna nel matrimonio. Che si sia avvertita la necessità di organizzare un convegno per riaffermare una verità così semplice e naturale la dice lunga sull'abisso di menzogna e di disinformazione nel quale il mondo di oggi rischia di sprofondare.
Papa Francesco ha aperto il convegno con un discorso limpido e chiaro che però ha avuto scarsissima eco in televisione e nei giornali e che sarà oggetto della riflessione di questo mese.
Anzitutto il Pontefice ha ritenuto opportuno spiegare il termine "complementarietà":
"Complementarietà: è una parola preziosa, con molteplici valenze. Si può riferire a diverse situazioni in cui un elemento completa l’altro o supplisce a una sua carenza. Tuttavia, complementarietà è molto più di questo. I cristiani ne trovano il significato nella Prima Lettera di san Paolo ai Corinzi, dove l’apostolo dice che lo Spirito ha dato a ciascuno doni diversi in modo che, come le membra del corpo umano si completano per il bene dell’intero organismo, i doni di ognuno possono contribuire al bene di tutti (cfr 1 Cor 12). Riflettere sulla complementarietà non è altro che meditare sulle armonie dinamiche che stanno al centro di tutta la Creazione."
Oggi però il concetto di complementarietà è contestato, in nome di un individualismo esasperato che non ci consente di guardare all'altro come a qualcuno in grado di compensare le nostre deficienze. Soprattutto oggi si contesta la complementarietà uomo-donna; il Papa ne ha invece voluto ribadire la bellezza, dicendo che "questa complementarietà sta alla base del matrimonio e della famiglia, che è la prima scuola dove impariamo ad apprezzare i nostri doni e quelli degli altri e dove cominciamo ad apprendere l’arte del vivere insieme. Per la maggior parte di noi, la famiglia costituisce il luogo principale in cui incominciamo a respirare valori e ideali, come pure a realizzare il nostro potenziale di virtù e di carità". Non dobbiamo pensare che complementarietà significhi semplicisticamente "che tutti i ruoli e le relazioni di entrambi i sessi sono rinchiusi in un modello unico e statico" ma anzi dobbiamo essere consapevoli che "la complementarietà assume molte forme, poiché ogni uomo e ogni donna apporta il proprio contributo personale al matrimonio e all’educazione dei figli. La propria ricchezza personale, il proprio carisma personale, e la complementarietà diviene così di una grande ricchezza. E non solo è un bene, ma è anche bellezza."
Papa Francesco continua così:
"Nel nostro tempo il matrimonio e la famiglia sono in crisi. Viviamo in una cultura del provvisorio, in cui sempre più persone rinunciano al matrimonio come impegno pubblico. Questa rivoluzione nei costumi e nella morale ha spesso sventolato la bandiera della libertà, ma in realtà ha portato devastazione spirituale e materiale a innumerevoli esseri umani, specialmente ai più vulnerabili. È sempre più evidente che il declino della cultura del matrimonio è associato a un aumento di povertà e a una serie di numerosi altri problemi sociali che colpiscono in misura sproporzionata le donne, i bambini e gli anziani. E sono sempre loro a soffrire di più, in questa crisi.
La crisi della famiglia ha dato origine a una crisi di ecologia umana, poiché gli ambienti sociali, come gli ambienti naturali, hanno bisogno di essere protetti. Anche se l’umanità ha ora compreso la necessità di affrontare ciò che costituisce una minaccia per i nostri ambienti naturali, siamo lenti – siamo lenti nella nostra cultura, anche nella nostra cultura cattolica – siamo lenti nel riconoscere che anche i nostri ambienti sociali sono a rischio. È quindi indispensabile promuovere una nuova ecologia umana e farla andare avanti.
Occorre insistere sui pilastri fondamentali che reggono una nazione: i suoi beni immateriali. La famiglia rimane al fondamento della convivenza e la garanzia contro lo sfaldamento sociale. I bambini hanno il diritto di crescere in una famiglia, con un papà e una mamma, capaci di creare un ambiente idoneo al loro sviluppo e alla loro maturazione affettiva. Per questa ragione, nell’Esortazione apostolica Evangelii gaudium, ho posto l’accento sul contributo «indispensabile» del matrimonio alla società, contributo che «supera il livello dell’emotività e delle necessità contingenti della coppia» (n. 66)."
A proposito del matrimonio come impegno fedele e permanente il Papa aggiunge:
"...l’impegno definitivo nei confronti della solidarietà, della fedeltà e dell’amore fecondo risponde ai desideri più profondi del cuore umano." Bisogna soprattutto che i giovani " non si lascino coinvolgere dalla mentalità dannosa del provvisorio e siano rivoluzionari per il coraggio di cercare un amore forte e duraturo, cioè di andare controcorrente." E aggiunge: "non dobbiamo cadere nella trappola di essere qualificati con concetti ideologici. La famiglia è un fatto antropologico, e conseguentemente un fatto sociale, di cultura, ecc. Noi non possiamo qualificarla con concetti di natura ideologica, che hanno forza soltanto in un momento della storia, e poi decadono. Non si può parlare oggi di famiglia conservatrice o famiglia progressista: la famiglia è famiglia! Non lasciatevi qualificare da questo o da altri concetti di natura ideologica. La famiglia ha una forza in sé."
A mio parere, questo discorso del Papa, andrebbe quasi imparato a memoria, perché ciascuno di noi trovi in esso le parole giuste per rispondere con cognizione di causa e chiarezza alle molte obiezioni che la società di oggi pone nei confronti dell'idea stessa del matrimonio in generale e del matrimonio cristiano in particolare. Noi ci auguriamo che il Sinodo della famiglia che è in preparazione in questi mesi dica parole chiare che sottolineino con forza i concetti che Papa Francesco ha espresso. Sappiamo inoltre che è dovere di ciascuno di noi essere attenti, vigili, pronti a sostenere con forza la famiglia, denunciando senza paure il pensiero unico dominante che pretende di descriverla come una istituzione ormai superata ed inutile. E' una battaglia che non dobbiamo rinunciare a combattere: è ancora il Papa che ce lo dice, con le parole che concludono il suo discorso del 17 novembre, quando esorta a impegnarsi per "sostenere e rafforzare l’unione dell’uomo e della donna nel matrimonio come un bene unico, naturale, fondamentale e bello per le persone, le famiglie, le comunità e le società."
A cura di Antonella