Il mese di gennaio è stato in qualche modo incentrato sulla famiglia. Credo che nessun italiano abbia potuto evitare di fermarsi a pensare, almeno per qualche minuto, alla situazione di questa istituzione, fondamentale per la nostra società. Avremmo tutti voluto che si parlasse di famiglia per sottolineare la sua importanza e anzi la sua assoluta imprescindibilità, avremmo voluto che i nostri parlamentari si dessero da fare per redigere e approvare leggi che, finalmente, sostenessero le famiglie italiane - in particolare quelle numerose ed economicamente svantaggiate . Così non è stato: al contrario, abbiamo assistito ad attacchi violenti sferrati contro questa istituzione e al tentativo, ancora non fallito, di introdurre leggi che mirano a sconvolgere la famiglia e l'istituto del matrimonio che ne è alla base. Siamo consapevoli che la battaglia in difesa della famiglia è ancora in corso e che non bisogna allentare la guardia; è anzi necessario continuare a darsi da fare in ogni modo perché la famiglia non sia distrutta da chi vorrebbe vederla trasformata in qualcosa di molto diverso.
Per fortuna (per grazia di Dio, più esattamente) accanto alle voci di chi con argomenti pretestuosi e infondati proclama ed auspica la fine del matrimonio e della famiglia naturale, si sono levate alte le voci di chi - con tutta la forza e il coraggio (sì, il coraggio) di chi sa che sta partecipando ad una battaglia per la difesa della verità e della autentica civiltà- ha continuato a sostenere la famiglia fondata sulla unione di un uomo e di una donna che costituiscono una alleanza solidale e fedele, aperta alla procreazione. Tra questi ci siamo stati e ci siamo anche noi, fieri delle nostre idee e pronti a continuare a difenderle, anche se e quando la battaglia sembrasse perduta.
La voce del Papa. Accanto alle nostre numerosissime voci, si è levata forte la voce del Papa, di papa Francesco. Le parole da lui pronunciate il 22 gennaio hanno confortato tanti di noi che questa parola aspettavano con trepidazione, perché il gregge ha bisogno di sentire la voce del pastore per non smarrire la strada o anche solo per non avere troppa paura del lupo. Intendiamoci: la battaglia in difesa della famiglia naturale non è sostenuta, per fortuna, solo dai cattolici (come magari la stampa e la Tv vorrebbero farci credere): in realtà sono numerosi anzitutto gli aderenti ad altre religioni, ma poi anche i non credenti, che in nome della ragione sono sulle nostre stesse posizioni: ma fa comodo a molti cercare di far passare la difesa della famiglia naturale come un problema (anzi una fissazione) dei soli cattolici. Così non è: non è questione (solo) di fede, Basta la retta ragione per comprendere che i bambini nascono da un uomo e una donna e hanno bisogno dei loro genitori o, -se per disgrazia questo non è possibile - di due figure genitoriali di sesso diverso.
Lasciamo ora parlare il Papa che il 22 gennaio ha incontrato i membri del Tribunale Apostolico della Sacra Rota. Tutti sappiamo che si tratta del Tribunale che ha, tra l'altro, la competenza di giudicare i casi di nullità matrimoniale: ogni anno il Papa incontra i giudici che lo compongono in occasione dell'apertura dell'anno giudiziario.
Opus veritatis (Opera di verità). All'inizio del suo discorso, papa Francesco ha ricordato che questo Tribunale da sempre aiuta il Papa affinché la Chiesa, inscindibilmente connessa con la famiglia, continui a proclamare il disegno di Dio Creatore e Redentore sulla sacralità e bellezza dell’istituto familiare. Il Papa ricorda subito che la Sacra Rota è certo , come lo definì Pio Xll, il tribunale della famiglia, ma è anche il Tribunale della verità del vincolo sacro, intendendo con ciò che esso ha il compito di giudicare se un certo matrimonio è veramente tale o se, al contrario, in realtà quel vincolo non esiste , anzi non è mai esistito perché fin dall'inizio sono mancate alcune condizioni fondamentali. Il Tribunale, quindi, non cancella un vincolo, ma accerta la verità di quel vincolo. La sua, dunque è una opus veritatis, cioè un'opera di verità.
Il matrimonio nel piano di Dio. La Chiesa quindi testimonia con forza il perfetto amore misericordioso di Dio verso le famiglie, in particolare quelle ferite dal peccato e dalle prove della vita, ma nello stesso tempo, attraverso il Papa e i Vescovi, proclama con altrettanta forza l’irrinunciabile verità del matrimonio secondo il disegno di Dio.
Papa Francesco ricorda a questo proposito il lavoro svolto dal Sinodo nei due anni scorsi, grazie al quale si è compiuto in spirito e stile di effettiva collegialità, un approfondito discernimento sapienziale; in questo modo la Chiesa ha – tra l’altro – indicato al mondo che non può esserci confusione tra la famiglia voluta da Dio e ogni altro tipo di unione. La Chiesa si propone quindi attraverso l'opera del Tribunale di dichiarare la verità sul matrimonio nel caso concreto, per il bene dei fedeli, ma contemporaneamente tiene sempre presente che quanti, per libera scelta o per infelici circostanze della vita,vivono in uno stato oggettivo di errore, continuano ad essere oggetto dell’amore misericordioso di Cristo e perciò della Chiesa stessa. Infatti, continua il Papa citando il beato Paolo VI, la Chiesa ha sempre rivolto «uno sguardo particolare, pieno di sollecitudine e di amore, alla famiglia ed ai suoi problemi. Per mezzo del matrimonio e della famiglia Iddio ha sapientemente unito due tra le maggiori realtà umane: la missione di trasmettere la vita e l’amore vicendevole e legittimo dell’uomo e della donna, per il quale essi sono chiamati a completarsi vicendevolmente in una donazione reciproca non soltanto fisica, ma soprattutto spirituale. O per meglio dire: Dio ha voluto rendere partecipi gli sposi del suo amore: dell’amore personale che Egli ha per ciascuno di essi e per il quale li chiama ad aiutarsi e a donarsi vicendevolmente per raggiungere la pienezza della loro vita personale; e dell’amore che Egli porta all’umanità e a tutti i suoi figli, e per il quale desidera moltiplicare i figli degli uomini per renderli partecipi della sua vita e della sua felicità eterna».
Famiglia e Chiesa. A questo punto papa Francesco fa un parallelo tra la famiglia e la Chiesa sostenendo che entrambe concorrono ad accompagnare l’essere umano verso il fine della sua esistenza... con gli insegnamenti che trasmettono, ma anche con la loro stessa natura di comunità di amore e di vita”...: se la famiglia si può ben dire “chiesa domestica”, alla Chiesa si applica giustamente il titolo di famiglia di Dio. E più avanti: La Chiesa, dunque, con rinnovato senso di responsabilità continua a proporre il matrimonio, nei suoi elementi essenziali – prole, bene dei coniugi, unità, indissolubilità, sacramentalità–, non come un ideale per pochi, nonostante i moderni modelli centrati sull’effimero e sul transitorio, ma come una realtà che, nella grazia di Cristo, può essere vissuta da tutti i fedeli battezzati. E' necessario che tutte le strutture della Chiesa si adoperino perché i fidanzati possano ricevere una preparazione adeguata al matrimonio, una sorta di nuovo catecumenato - sottolineo questo: una sorta di nuovo catecumenato - tanto auspicato da alcuni Padri Sinodali: è un forte invito, questo del Papa, che si spera sia ben tenuto presente da tutti coloro che si occupano della catechesi prematrimoniale.
Il tempo che viviamo – conclude il Papa - è molto impegnativo sia per le famiglie, sia per noi pastori che siamo chiamati ad accompagnarle. .. La Madonna e san Giuseppe ottengano alla Chiesa di crescere nello spirito di famiglia e alle famiglie di sentirsi sempre più parte viva e attiva del popolo di Dio.
***
Alcuni giorni dopo, il 25 gennaio, il cardinale Bagnasco, presidente della Conferenza episcopale italiana – nell'aprire il Consiglio Permanente della CEI – ha affrontato tra l'altro il tema della famiglia, citando alcune affermazioni di papa Francesco («I bambini hanno diritto di crescere con un papà e una mamma. La famiglia è un fatto antropologico, non ideologico»; e poi: «Non può esserci confusione tra la famiglia voluta da Dio e ogni altro tipo di unione» ) ed ha esortato lo stato a prendersi cura della famiglia perché è su di essa che si fonda il bene comune della società. Mai dobbiamo dimenticare l’identità propria della famiglia e la sua importanza per la stabilità e lo sviluppo economico del Paese, nonché l’imprescindibile ruolo che riveste per l’educazione delle nuove generazioni».
Noi speriamo che queste parole siano ascoltate e che le leggi che d'ora in poi saranno emanate dal nostro Parlamento siano tutte indirizzate al sostegno della famiglia naturale e al riconoscimento del suo ruolo fondamentale per il bene della società intera.
A cura di Antonella