Nei giorni scorsi, in occasione della festa di San Francesco di Sales (patrono dei giornalisti, e Dio sa se i giornalisti hanno bisogno di protezione!) è stato diffuso il messaggio che Papa Francesco ha preparato per la XLIX Giornata delle comunicazioni sociali, che si svolgerà il 17 maggio 2015. E’ un messaggio davvero molto bello, che ruota tutto intorno alla famiglia - luogo privilegiato in cui si impara a comunicare - e finisce con l’essere un vero e proprio inno alla famiglia, nella quale si testimonia “la bellezza e la ricchezza del rapporto tra uomo e donna, e di quello tra genitori e figli”.
E’ questo il testo che quindi cercheremo di conoscere e approfondire questo mese, lieti che il Papa abbia voluto riprendere il discorso sulla famiglia e abbia sottolineato con forza che “ la famiglia continua ad essere una grande risorsa, e non solo un problema o un’istituzione in crisi.”
La prima affermazione che papa Francesco fa in questo messaggio è la seguente: “ La famiglia è ... il primo luogo dove impariamo a comunicare” e di conseguenza “tornare a questo momento originario ci può aiutare sia a rendere la comunicazione più autentica e umana, sia a guardare la famiglia da un nuovo punto di vista.”
1- La prima esperienza di comunicazione avviene nel grembo materno.
Dopo aver ricordato il momento dell’incontro tra la Vergine Maria e sua cugina Elisabetta, il Papa afferma che questo episodio descrive “ la comunicazione come un dialogo che si intreccia con il linguaggio del corpo.” Infatti “la prima risposta al saluto di Maria la dà il bambino, sussultando gioiosamente nel grembo di Elisabetta”. E prosegue con parole che sono un inno alla vita che nasce e cresce nel grembo materno: “ Il grembo che ci ospita è la prima “scuola” di comunicazione, fatta di ascolto e di contatto corporeo, dove cominciamo a familiarizzare col mondo esterno in un ambiente protetto e al suono rassicurante del battito del cuore della mamma. Questo incontro tra due esseri insieme così intimi e ancora così estranei l’uno all’altra, un incontro pieno di promesse, è la nostra prima esperienza di comunicazione. Ed è un'esperienza che ci accomuna tutti, perché ciascuno di noi è nato da una madre.”
2- La famiglia, scuola di relazioni.
In famiglia, dice ancora il Papa, si sperimenta l’incontro tra le persone e tra le generazioni e si impara a comunicare per mezzo della parola: “ E’ in famiglia che si impara a parlare nella “lingua materna”, cioè la lingua dei nostri antenati. In famiglia si percepisce che altri ci hanno preceduto, ci hanno messo nella condizione di esistere e di potere a nostra volta generare vita e fare qualcosa di buono e di bello. Possiamo dare perché abbiamo ricevuto, e questo circuito virtuoso sta al cuore della capacità della famiglia di comunicarsi e di comunicare”.
3- La famiglia, scuola di preghiera.
In famiglia si apprende anche “quella forma fondamentale di comunicazione che è la preghiera. Quando la mamma e il papà fanno addormentare i loro bambini appena nati, molto spesso li affidano a Dio, perché vegli su di essi; e quando sono un po’ più grandi recitano insieme con loro semplici preghiere, ricordando con affetto anche altre persone, i nonni, altri parenti, i malati e i sofferenti, tutti coloro che hanno più bisogno dell’aiuto di Dio. Così, in famiglia, la maggior parte di noi ha imparato la dimensione religiosa della comunicazione, che nel cristianesimo è tutta impregnata di amore, l’amore di Dio che si dona a noi e che noi offriamo agli altri.
4 - La famiglia, scuola di accoglienza.
In famiglia si sperimenta ancora “la comunicazione come scoperta e costruzione di prossimità”: si capisce, cioè, che venirsi incontro e accogliersi “ è motivo di gratitudine e gioia” ( dopo l’incontro tra Maria ed Elisabetta, esplode il gioioso canto di lode del Magnificat ) e che “Visitare comporta aprire le porte, non rinchiudersi nei propri appartamenti, uscire, andare verso l’altro”. ...Le famiglie che fanno questo possono comunicare il loro messaggio di vita e di comunione, possono dare conforto e speranza alle famiglie più ferite, e far crescere la Chiesa stessa, che è famiglia di famiglie.”
5- La famiglia, scuola di perdono, di rispetto per gli altri e di riconciliazione
“La famiglia è più di ogni altro il luogo in cui, vivendo insieme nella quotidianità, si sperimentano i limiti propri e altrui, i piccoli e grandi problemi della coesistenza, dell’andare d’accordo. Non esiste la famiglia perfetta, ma non bisogna avere paura dell’imperfezione, della fragilità, nemmeno dei conflitti; bisogna imparare ad affrontarli in maniera costruttiva. Per questo la famiglia in cui, con i propri limiti e peccati, ci si vuole bene, diventa una scuola di perdono. Il perdono è una dinamica di comunicazione, una comunicazione che si logora, che si spezza e che, attraverso il pentimento espresso e accolto, si può riannodare e far crescere. Un bambino che in famiglia impara ad ascoltare gli altri, a parlare in modo rispettoso, esprimendo il proprio punto di vista senza negare quello altrui, sarà nella società un costruttore di dialogo e di riconciliazione.”
6 - La famiglia, scuola di condivisione e di inclusione.
Dice ancora papa Francesco: “... hanno tanto da insegnarci le famiglie con figli segnati da una o più disabilità. Il deficit motorio, sensoriale o intellettivo è sempre una tentazione a chiudersi; ma può diventare, grazie all’amore dei genitori, dei fratelli e di altre persone amiche, uno stimolo ad aprirsi, a condividere, a comunicare in modo inclusivo; e può aiutare la scuola, la parrocchia, le associazioni a diventare più accoglienti verso tutti, a non escludere nessuno.”
7- La famiglia, scuola di comunicazione come benedizione.
“In un mondo, poi, dove così spesso si maledice, si parla male, si semina zizzania, si inquina con le chiacchiere il nostro ambiente umano, la famiglia può essere una scuola di comunicazione come benedizione.” Può capitare e capita che anche nelle famiglie vi sia risentimento, odio o violenza: tuttavia, anche in queste situazioni - e questa è una esortazione che Papa Francesco rivolge alle famiglie - “benedire anziché maledire, visitare anziché respingere, accogliere anziché combattere è l’unico modo per spezzare la spirale del male, per testimoniare che il bene è sempre possibile, per educare i figli alla fratellanza.”
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La famiglia e i media.
A questo punto il Papa riflette sull’influenza che i mezzi di comunicazione possono avere sulla famiglia, ed è chiaro che si riferisce in particolare alla televisione, ad Internet e a tutti quei mezzi che ci permettono di essere sempre “connessi”: questi sistemi ostacolano la vera comunicazione, quando ci impediscono di ascoltare l’altro o ci isolano dalla presenza fisica degli altri e anche quando riempiono ogni momento di silenzio, facendoci dimenticare che «il silenzio è parte integrante della comunicazione e senza di esso non esistono parole dense di contenuto» (Benedetto XVI, Messaggio per la 46ª G.M. delle Comunicazioni Sociali, 24.1.2012). Questi stessi mezzi, tuttavia, possono favorire la comunicazione in famiglia, nella misura in cui “aiutano a raccontare e condividere, a restare in contatto con i lontani, a ringraziare e chiedere perdono, a rendere sempre di nuovo possibile l’incontro. Riscoprendo quotidianamente questo centro vitale che è l’incontro, questo inizio vivo, noi sapremo orientare il nostro rapporto con le tecnologie, invece che farci guidare da esse.” E ancora: “La sfida che oggi ci si presenta è, dunque, reimparare a raccontare, non semplicemente a produrre e consumare informazione. E’ questa la direzione verso cui ci spingono i potenti e preziosi mezzi della comunicazione contemporanea. L’informazione è importante ma non basta, perché troppo spesso semplifica, contrappone le differenze e le visioni diverse sollecitando a schierarsi per l’una o l’altra, anziché favorire uno sguardo d’insieme.” Il che significa che il Papa ci esorta ad essere lettori e ascoltatori attenti, consapevoli, capaci cioè di analizzare le fonti di informazioni alle quali attingiamo e di guardare ad esse con occhio critico in modo da saper distinguere la vera informazione da quella che distorce i fatti o li presenta in modo tendenzioso. E, a proposito della famiglia, Papa Francesco sottolinea che “I media tendono a volte a presentare la famiglia come se fosse un modello astratto da accettare o rifiutare, da difendere o attaccare, invece che una realtà concreta da vivere; o come se fosse un’ideologia di qualcuno contro qualcun altro.
La famiglia, invece è “il luogo dove tutti impariamo che cosa significa comunicare nell’amore ricevuto e donato. Raccontare significa comprendere che le nostre vite sono intrecciate in una trama unitaria, che le voci sono molteplici e ciascuna è insostituibile.”
E conclude con le parole che in parte avevo già ricordato all’inizio:
“La famiglia più bella, protagonista e non problema, è quella che sa comunicare, partendo dalla testimonianza, la bellezza e la ricchezza del rapporto tra uomo e donna, e di quello tra genitori e figli. Non lottiamo per difendere il passato, ma lavoriamo con pazienza e fiducia, in tutti gli ambienti che quotidianamente abitiamo, per costruire il futuro.”
Difendiamo dunque la famiglia, per difendere la comunità e preparare il futuro!
[Per leggere il testo originale del Messaggio: http://goo.gl/Omt67x] A cura di Antonella