VISSUTI, MOMENTI DA VIVERE
Da quando sono state interrotte le riunioni nella bella primavera 2020, vista dalle finestre e dai terrazzi, abbiamo attraversato un periodo a dir poco insolito: ci sembra di aver vissuto una favola che forse ancora non è giunta all’ultimo capitolo. Tutto è strano, tutto è sospeso nell’incertezza tra previsioni prudenziali e desiderio di evasione, tra bisogno di normalità, che ci permetta di programmare e continui decreti di possibili nuovi spauracchi all’orizzonte. Quella normalità che ci faceva rimandare tante iniziative alla “prossima volta”, sicuri che ci sarebbe stata una prossima volta, è diventata un rimpianto, perché questa sospensione assurda ma reale, ci fa pensare che forse non ci sarà più una “prossima volta”.
Ci tormenta l’idea che forse l’uomo abbia superato il limite posto da Dio al suo disordine e che sia arrivata l’ora della resa dei conti. Che fare?
Ci vogliamo aggrappare alla preghiera? Beati noi se questo avviene, ci sentiremo al riparo nella protezione divina; ma un timore ci assale al pensiero:
“Ma io supererò la prova quando sarò attraversato dalla luce divina che metterà allo scoperto tutta la mia vita, senza possibilità di appello?”
Dio, può arrivare prima della “prossima volta” e, come nella parabola delle dieci vergini, mi puo trovare impigrito nella sonnolenza, con la mia lampada che fumiga e senza olio per alimentare la fiamma … e potrebbe essere rivolta proprio a me la terribile parola: “Non ti conosco!”
Forse l’ora X sta arrivando e mi resta solo il tempo per una bella Confessione generale, che faccia passare la mia vita nello specchio tersissimo del divino volere … chiederò perdono per tutte le volte che ho giudicato, quasi fossi io il giudice del mondo, prenderò coscienza degli spazi di libera interpretazione di questo o quel comandamento e mi affretterò ad invertire la rotta, confesserò la mia stoltezza di aver trascurato i mezzi di grazia offerti da Gesù alla mia debolezza, rimandando alla “prossima volta”: La preghiera, la Santa Eucaristia, il Santo Rosario, l’adorazione eucaristica, la meditazione del Vangelo …. che avrebbero forse rafforzato la mia fede, consolidato la mia speranza, dato ali al mio amore … Pentito e umiliato dirò: “Signore mio e Dio mio, la tua misericordia mi salvi, il tuo Amore Misericordioso mi liberi da ogni peccato grave e da ogni male dell’anima e del corpo”-
E di tutte le persone care, che sarà?
A questo proposito Gesù disse anche questa parabola: «Un tale aveva un fico piantato nella vigna e venne a cercarvi frutti, ma non ne trovò. Allora disse al vignaiolo: Ecco, son tre anni che vengo a cercare frutti su questo fico, ma non ne trovo. Taglialo. Perché deve sfruttare il terreno?
Ma quegli rispose: Padrone, lascialo ancora quest'anno finché io gli zappi attorno e vi metta il concime e vedremo se porterà frutto per l'avvenire; se no, lo taglierai».(Lc 13:6-9)
Forse pensava a me Gesù quando raccontò questa parabola? Forse sono io quel fico sterile? Forse è il mio coniuge? I miei figli? sù, ho paura di sentire la risposta, ma io, come il vignaiolo, m’inginocchio davanti a Te, che vedi la situazione dei miei cari e ti chiedo: Dammi ancora tempo, Signore, concimerò il terreno, lo zapperò, scaverò un solco intorno a quei tronchi perché irrorati dall’acqua viva che sgorga dal tuo Cuore possano riprendere a fruttificare. Solo Tu, Signore, li puoi salvare.
Ho preso coscienza che l’unica speranza per noi è la Tua misericordia, affido a te la mia famiglia e, come la donna Cananea ti dico: “Anche i cagnolini mangiano le briciole che cadono dalla mensa dei figli”. E Tu,Gesù mi dirai “Grande è la tua fede, Va’ la tua famiglia è salva”.