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MASSIME


NOVEMBRE 2006

     

 

•  Si dice che una persona abbia bisogno soltanto di queste cose per essere davvero felice al mondo: qualcuno da amare, qualcosa da fare e qualche cosa in cui sperare.

                 (Tom Bodett)

•  I figli sono sempre i nostri bambini anche se hanno i capelli grigi.     

                 (Janet Leingh)

•  Abbi caro sopra ogni altra cosa l'amore che ricevi. Sopravvivrà molto tempo dopo che l'oro e la salute che possiedi saranno svaniti.

                 (Og Mandino)

•  L'onestà è il primo capitolo del libro della saggezza.

                 (Thomas Jefferson)

•  Un bambino ha più bisogno del tuo amore quando meno lo merita.

                 (Anonimo)

•  Insegnare non significa colmare un secchio, ma accendere un fuoco.

                 (William Butler Yeats)

•  La sapienza è madre della fede.

                 (Cyrus Augustus Bartol)

•  Non si può insegnare niente agli altri. Si può soltanto aiutare a scoprire le cose dentro di sé.

                 (Galileo)

•  L'arte della vita risiede nel riadattarsi costantemente all'ambiente che ci circonda.

                 (Okakura Kakuzo)

•  I genitori imparano molto dai figli su come far fronte alla vita.

                 (Mariel Spark)

•  A un uomo si può togliere tutto tranne una cosa: l'ultima delle libertà umane, quella di scegliere la propria strada.

                 (Viktor frankl)

                  Ricerca a cura di Bruno

 

Ci vuole la Madonna

 

  Carlo Campanili, grande attore, era un assiduo devoto di Padre Pio da Pietralcina: Andava spesso a fargli visita. Un giorno gli porta un amico e gli dice:

  “Padre, questo mio amico vorrebbe assicurarsi un biglietto d'ingresso in Paradiso, ma la cosa non è facile. Che cosa gli consiglierebbe?

  Abbassando e scuotendo un po' la testa, con accento dolcissimo rispose: “Eh, ci vuole la Madonna, ci vuole la Madonna!”

  Per non rubargli troppo tempo prezioso, disse subito: “Adesso possiamo andare, ci basta, Padre, le togliamo il disturbo.

  “No, adesso state qui e ascoltate; adesso incomincia il bello…

  Un giorno il Signore, facendo il giro in Paradiso, vide certe facce equivoche e ne chiese spiegazione a S. Pietro: “Come mai sono riusciti ad entrare qui dentro? Mi pare che tu non sorvegli bene la porta”.

  Pietro, tutto mortificato, risponde: “Signore, io non ci posso far niente!”

  “Come non ci puoi far niente? La chiave ce l'hai tu! Fa' il tuo dovere, stai più attento”.

  Dopo qualche giorno il Signore fa un altro giro per i viali del Paradiso e vede altri inquilini dalla faccia poco raccomandabile. “Pietro, ho visto altre facce…! Si vede che tu non controlli bene l'entrata”

“Signore, io non posso farci niente. E non puoi farci niente neanche Tu.

“Ah, questa è grossa! Neanche io posso farci niente?”

“Sì, neanche Tu! E' tua Madre che ha un'altra chiave. E' tua Madre che li fa entrare!”                         (da “Pensieri in libertà” di Don Carmelo Tobaldini)

PS: Quanti incontri formativi potrebbero trovare smalto e interesse se avessero la forza dell'attualità. Un'attualità letta con rigore cristiano.

  Ricerca a cura di Bruno

 

 

 

RISATINE

 

 

 

•  Un taxista e un parroco muoiono alla stessa ora e si presentano insieme alla porta del Paradiso.

“Tu, dice S. Pietro al taxista, entra pure subito, Tu, invece, dice al parroco, dovrai passare qualche millennio in Purgatorio”

“Non capisco, si lamenta il parroco, io, che sono un uomo di fede, devo aspettare, invece il taxista è entrato immediatamente, perché?

“Te lo spiego subito. Tu, nelle tue prediche, eri talmente noioso che tutti si addormentavano, il taxista, invece, guidava talmente forte che i passeggeri non facevano che pregare”.

 

•  Un signore in un bar esclama:

“Offro 20 bicchieri di whisky a chiunque sappia berli uno dopo l'altro, ma se non ci riesce dovrà offrire a me una bottiglia di liquore.

Trascorse mezz'ora e un vecchietto si avvicina al banco: “Signore, sono pronto ad affrontare la prova”.

Il barman piazza i 20 bicchieri sul banco e il vecchietto li trangugia uno dopo l'altro, senza fare una piega.

“Fantastico, dice il signore, pagando il conto, come ha fatto?

“Beh, prima sono andato al bar di fronte a bere 20 whisky per vedere se ci sarei riuscito”.   

 

•  Durante le vacanze due signori fanno conoscenza sulla spiaggia. Conversando scoprono di lavorare per la stessa multinazionale.

“Io, dice il primo, non ne posso più. Decine di pratiche ogni giorno, sono stanchissimo”.

“Io, invece, dice l'altro, lavoro un paio d'orette, poi leggo il giornale, chiacchiero con gli amici, prendo il caffé”

“Come fa?”

“Semplice. Quando arrivano le pratiche più voluminose, scrivo sulla cartella: “Per Rossi”. Ci sarà pure un Rossi in azienda”

“Certo che c'è, risponde l'altro, sono io!”

 

PREGHIERA DI UN CARCERATO

   Signor, mi dicono che io devo pregare. Ma come posso io pregare se sono tanto infelice? Come posso io parlare con Te nelle condizioni in cui mi trovo? Sono triste, sono sdegnato, alcune volte sono disperato. Avrei voglia di imprecare piuttosto che pregare. Soffro profondamente perché tutti sono contro di me e mi guardano male: perché sono qui, lontano dai miei, tolto dalle mie occupazioni, senza libertà e senza onore. E senza pace: come posso io pregare, o Signore? Ora guardo a Te che fosti in croce. Anche Tu, Signore, fosti nel dolore, sì, e quale dolore!

  Lo so, Tu eri buono, Tu eri saggio, Tu eri innocente, e ti hanno calunniato, ti hanno disonorato, ti hanno processato, ti hanno flagellato, ti hanno crocefisso, ti hanno ucciso. Ma perché? Dov'è la giustizia?

  E Tu sei stato capace di perdonare a chi ti ha trattato così ingiustamente e così crudelmente? Sei stato capace di pregare per loro?

  Anzi mi dicono, che Tu ti sei lasciato ammazzare in quel modo per salvare i tuoi carnefici, per salvare noi uomini peccatori anche per salvare me? Se è così, Signore, è segno che si può essere buoni nel cuore anche quando pesa sulle spalle una condanna dei tribunali degli uomini.

  Anch'io, Signore, in fondo al mio animo mi sento migliore di quanto altri mi credano: so anch'io cos'è la giustizia, cos'è l'onestà, cos'è l'onore, cos'è la bontà.

  Davanti a Te mi sorgono dentro questi pensieri, Tu li vedi? Vedi che sono disgustato delle mie miserie? Vedi che avrei voglia di gridare e di piangere? Tu mi comprendi, o Signore? E' questa la mia preghiera?

  Sì, questa è la mia preghiera dal fondo della mia amarezza io innalzo a Te la mia voce; non la respingere. Almeno Tu che hai patito come me, più di me, per me, almeno Tu, o Signore, ascoltami. Ho tante cose da chiederti!

  Dammi, o Signore, la pace del cuore, dammi la coscienza tranquilla; una coscienza nuova, capace di buoni pensieri. Ebbene, Signore, a Te lo dico: se ho mancato, perdonami! Tutti abbiamo bisogno di perdono e di misericordia: io Ti prego per me! E poi, Signore, ti prego per i miei cari, che mi sono ancora tanto cari! Signore, assistili; Signore, consolali; Signore, dì a loro che mi ricordino, che ancora mi vogliano bene! Ho tanto bisogno di sapere che qualcuno ancora pensa a me e mi vuol bene. Ed anche per questi compagni di sventura e di afflizione, associati in questa casa di pena, Signore, abbi misericordia. Misericordia di tutti, sì, anche di quelli che ci fanno soffrire, di tutti; siamo tutti umani di questo mondo infelice. Ma siamo, Signore, tue creature, tuoi simili, tuoi fratelli, o Cristo; abbi pietà di noi.

  Alla nostra povera voce aggiungeremo quella dolce e innocente della Madonna, quella di Maria Santissima, che è la tua Madre, e che è anche per noi una madre di intercessione e di consolazione. O Signore, dà a noi la tua pace, dà a noi la tua speranza. E così sia. (Paolo VI)


 
 

 

 


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Ultimo aggiornamento: 12 novembre 2021
 
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