Un tizio muore e va in purgatorio. Dopo pochi secondi incontra un altro signore, anch'esso appena arrivato nell'aldilà, e gli chiede:
“Scusi, posso sapere come è morto?”
“Non ci crederà mai, sono morto congelato”
“Congelato? Ma è terribile!”
“E lei invece, come è morto?”
“Beh, io sono morto di felicità”.
“Uhm, anche la sua non è una morte tanto comune, sa…”
“Lo so,…e vuole sapere come è successo?”
“Avanti, racconti pure!”
“Ecco, mi trovavo nel mio ufficio, quando mi arriva una telefonata anonima che mi avverte che mia moglie è con un altro uomo…. Mi precipito a casa, apro la porta e trovo mia moglie tutta sola, intenta a pulire il pavimento…. Sono morto di felicità….”
L'altro lo guarda sbigottito ed esclama:
“Che stupido sei stato! Potevi aprire il frigorifero, così ci salvavamo entrambi!”
Piero Fassino durante un comizio:
“Cittadini, voi sapete che i miei oppositori parlano male di me. Eppure vi assicuro che da queste tasche non è mai passato denaro illecito….”
Una voce dal fondo della piazza:
“Vestito nuovo, eh!”
Il maestro chiede a Marco:
“Come si forma la rugiada?”
“La terra gira ininterrottamente sul suo asse e così suda terribilmente”.
A cura di Bruno
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LA COMPASSIONE PER IL PROSSIMO
Dalle ammonizioni di San Francesco
Beato l'uomo che sostiene il suo prossimo nelle sue debolezze,
come vorrebbe essere sostenuto dal medesimo se fosse in caso simile . (FF 167)
In questa ammonizione Francesco ci ripropone uno dei temi più cari legati allo stare insieme: la compassione. Non si pone la domanda su “che cos'è la compassione”, ma si chiede come concretizzare uno dei sentimenti più universali che possa abitare nel cuore dell'uomo. Da una parte la compassione è sostenere l'uomo nelle fragilità, una fragilità che appartiene intrinsecamente all'uomo. Chi pensa di esserne escluso mente spudoratamente a se stesso prima che al suo compagno di viaggio e non ultimo a Dio. Dall'altra la compassione è anche azione concreta: restituire i beni che il Signore ha dato. Qui Francesco adopera un'espressione economica: “Nascondere dentro di sé il denaro del Signore”. E' un cerchio che si chiude, ma al centro vi è l'uomo, amato: povero o ricco, debole o potente, simpatico o antipatico, bello o brutto, fragile o forte, cattivo o buono. La compassione nobilita la nostra povera esistenza, perché mette in moto sentimenti profondi, ma soprattutto mette in moto i sentimenti di Dio dentro di noi. L'icona del Samaritano è in fondo il succo del Vangelo. E per quanto l'uomo non meritasse la nostra compassione, non esiste nulla che vale quanto l'uomo.