- Il silenzio è l’attività profonda del cuore che ascolta.
(Paolo VI)
- Nel viaggio della vita noi dobbiamo fissare il nostro sguardo al cielo.
(Maria della Provvidenza)
- Dio deve essere molto ingordo,se ha bisogno di tutte quelle lodi, osservò la ragazza. “Forse siamo piuttosto noi, che abbiamo bisogno di lodarlo”, rispose l’abate.
(Bruce Marshall)
- Se accade il contrario di ciò che abbiamo chiesto, dobbiamo credere che era più conveniente ciò che Dio ha voluto, che non quello che noi volevamo.
(S. Agostino)
- Per te il silenzio è lode.
(S. Girolamo)
- Ogni anima è lo specchio dell’universo.
(Leibniz)
- C’è tempo per tutte le cose.
(Ecclesiaste)
- L’uomo è la misura di tutte le cose.
(Protagora)
- Prima vivere, poi filosofare.
(Aristotele)
- Il cuore ha ragioni che la ragione non conosce.
(Pascal)
- Ci sono persone così noiose che sono capaci di farci perdere una giornata in cinque minuti.
(Renard)
- L’arte di essere saggi è l’arte di sapere su che cosa chiudere un occhio.
(W. James)
Ricerca a cura di Bruno
Punto di equilibrio (Gabriele Soliani sessuologo di RE)
La legge 194 sull’aborto ora è definita “un punto di equilibrio”. Sembra un passo avanti rispetto all’incomprensibile qualifica di “buona legge”, ma invece si ritorna proprio al punto di partenza di trent’anni fa. Infatti, ai pro aborto questa definizione della legge 194 va bene. E’ accettata anche dai pro libera scelta, e quindi la questione… può essere chiusa !
Dopo il gran parlare di questi giorni, dove le opinioni sono quelle di sempre, la definizione finale è che la 194 può essere considerata “un punto di equilibrio”.
Naturalmente fra le diverse opinioni, non certo per il povero bimbo, che, anzi, si era illuso di contare di più, almeno per i pro choice.
Se i favorevoli all’aborto accettano l’idea del “punto di equilibrio”, il pro life inorridisce perché così il povero bimbo non solo è lasciato alla “libera scelta” (!) della donna, ma anche alla mercè delle varie posizioni.
“Scelta dolorosa”, “sofferta decisione”, “punto di equilibrio”.
Come diciamo da sempre il povero bimbo non ha nessun peso, e a tutto si pensa tranne che a lui. Per i pro life, cosiddetti integralisti, il discorso è capovolto, cioè prima il bimbo. Non sembri questa una posizione anti donna o intollerante, perché l’esperienza dice che le situazioni si aggiustano bene solo facendo così. Ci conferma in questa scelta il “bimbo in braccio” salvato insieme alla mamma, la certezza che l’aborto è un disvalore, l’acuta sofferenza di molte donne che hanno abortito.
Fa un certo effetto sentire persone di cultura e giornalisti parlare di legge 194 come “punto di equilibrio”, patteggiando sulla vita o morte di un innocente per salvare un’idea di “etica laica”.
Nascondersi dietro l’aborto clandestino è un modo per non affrontare la drammatica possibilità di vita o di morte concessa alla donna dalla 194. Per questo il pro life deve mantenere fisso lo sguardo sul bimbo nascituro e sulla donna, senza mai distrarsi. Così come chi vuole “un punto di equilibrio” ormai non riesce più a “vedere” il bimbo, altrettanto chi vuole salvare madre, bimbo e valore della vita, deve non distogliere da lui gli occhi.