La famiglia
36. La famiglia è il luogo naturale nel quale questa relazione di reciprocità e comunione tra l’uomo e la donna trova piena attuazione. In essa, l’uomo e la donna uniti nella scelta libera e cosciente del patto di amore coniugale, realizzano « una totalità in cui entrano tutte le componenti della persona, richiamo del corpo e dell’istinto, forza del sentimento e dell’affettività, aspirazione dello spirito e della volontà ».(37) La famiglia è « un fatto antropologico, e conseguentemente un fatto sociale, di cultura », altrimenti « qualificarla con concetti di natura ideologica che hanno forza soltanto in un momento della storia, e poi decadono » (38) significa tradirne il valore. La famiglia, in quanto società naturale in cui reciprocità e complementarità tra uomo e donna si realizzano pienamente, precede lo stesso ordinamento socio-politico dello Stato, la cui libera attività legiferante deve tenerne conto e darne il giusto riconoscimento.
37. È razionalmente comprensibile che nella natura stessa della famiglia si fondano due diritti fondamentali che devono sempre essere sostenuti e garantiti. Il primo è il diritto della famiglia a essere riconosciuta come lo spazio pedagogico primario per la formazione del bambino. Tale «diritto primario» si traduce poi concretamente nel «dovere gravissimo» (39) dei genitori di farsi responsabilmente carico dell’«educazione completa dei figli in senso personale e sociale», (40) anche per ciò che riguarda la loro educazione all’identità sessuale e all’affettività, «nel quadro di una educazione all’amore, alla reciproca donazione».(41) Si tratta di un diritto-dovere educativo che «si qualifica come essenziale, connesso com’è con la trasmissione della vita umana; come originale e primario, rispetto al compito educativo di altri, per l’unicità del rapporto d’amore che sussiste tra genitori e figli; come insostituibile ed inalienabile, e che pertanto non può essere totalmente delegato ad altri, né da altri usurpato».(42)
38. Un ulteriore diritto non affatto secondario è quello del bambino «a crescere in una famiglia, con un papà e una mamma capaci di creare un ambiente idoneo al suo sviluppo e alla sua maturazione affettiva. Continuando a maturare nella relazione, nel confronto con ciò che è la mascolinità e la femminilità di un padre e di una madre, e così preparando la maturità affettiva».(43) Ed è proprio all’interno del nucleo familiare stesso che il bambino può essere educato a riconoscere il valore e la bellezza della differenza sessuale, della parità, della reciprocità biologica, funzionale, psicologica e sociale. «Di fronte ad una cultura che “banalizza” in larga parte la sessualità umana, […], il servizio educativo dei genitori deve puntare fermamente su di una cultura sessuale che sia veramente e pienamente personale: la sessualità, infatti, è una ricchezza di tutta la persona – corpo, sentimento e anima – e manifesta il suo intimo significato nel portare la persona al dono di sé nell’amore ». (44) Questi diritti si accompagnano naturalmente a tutti gli altri diritti fondamentali della persona, in particolare a quello della libertà di pensiero, di coscienza e di religione. In tali spazi si possono far nascere proficue esperienze di collaborazione tra tutti i soggetti coinvolti nell’educazione.
37 Catechismo della chiesa cattolIca, n. 1643.
38 Papa Francesco, Discorso ai partecipanti al Colloquio internazionale sulla complementarietà tra uomo e donna, promosso dalla Congregazione per la Dottrina della Fede, 17 novembre 2014, n. 3.
39 Codice di Diritto Canonico, can. 1136; cf. Codice dei Canoni delle Chiese Orientali, can. 627.
40 Gravissimum educationis, n. 3.
41 Amoris laetitia, n. 280.
42 Familiaris consortio, n. 36.