La società
43. Nel processo educativo non può mancare uno sguardo d’insieme sulla società attuale. La trasformazione delle relazioni interpersonali e sociali « ha spesso sventolato la “bandiera della libertà”, ma in realtà ha portato devastazione spirituale e materiale a innumerevoli esseri umani, specialmente ai più vulnerabili. È sempre più evidente che il declino della cultura del matrimonio è associato a un aumento di povertà e a una serie di numerosi altri problemi sociali che colpiscono in misura sproporzionata le donne, i bambini e gli anziani. E sono sempre loro a soffrire di più, in questa crisi ».(51)
44. Per questi motivi, la famiglia non può essere lasciata sola di fronte alla sfida educativa. Da parte sua, la Chiesa continua ad offrire sostegno alle famiglie e ai giovani in comunità aperte ed accoglienti. La scuola e le comunità locali, in particolare, sono chiamate a svolgere una grande missione, anche se esse non sostituiscono i genitori, bensì sono ad essi complementari. (52) La rilevante urgenza della sfida formativa può costituire oggi un forte stimolo a ricostruire l’alleanza educativa tra famiglia, scuola e società.
45. Come è diffusamente riconosciuto, questo patto educativo è entrato in crisi. È urgente promuovere un’alleanza sostanziale e non burocratica, che armonizzi, nel progetto condiviso di « una positiva e prudente educazione sessuale», (53) la primaria responsabilità dei genitori con il compito degli insegnanti. Si devono creare le condizioni per un incontro costruttivo tra i vari soggetti al fine di istaurare un clima di trasparenza, interagendo e tenendosi costantemente informati sulle attività per facilitare il coinvolgimento ed evitare inutili tensioni che potrebbero sorgere a causa di incomprensioni per mancanza di chiarezza, informazione e competenza.
46. Nell’orizzonte di questa alleanza, l’azione educativa deve essere informata al principio di sussidiarietà. « Ogni altro partecipante al processo educativo non può che operare a nome dei genitori, con il loro consenso e, in una certa misura, persino su loro incarico ». (54) Procedendo insieme famiglia, scuola e società possono articolare percorsi di educazione all’affettività e alla sessualità finalizzati al rispetto del corpo altrui ed al rispetto dei tempi della propria maturazione sessuale ed affettiva, tenendo conto delle specificità fisiologiche e psicologiche, nonché delle fasi di crescita e maturazione neurocognitiva delle ragazze e dei ragazzi in modo da accompagnarli nella loro crescita in maniera sana e responsabile.
La formazione dei formatori
47. All’effettiva realizzazione del progetto pedagogico sono chiamati con grande responsabilità tutti i formatori. La loro personalità matura, la loro preparazione e il loro equilibrio influiscono fortemente sugli educandi.(55) Pertanto, è importante tenere in considerazione nella loro formazione, oltre agli aspetti professionali, anche quelli culturali e spirituali. L’educazione della persona, specialmente nell’età evolutiva, necessita di una cura particolare e di un costante aggiornamento. Non si tratta soltanto di una semplice ripetizione degli argomenti disciplinari. Dagli educatori ci si attende che sappiano « accompagnare gli alunni verso obiettivi elevati e sfidanti, dimostrare elevate aspettative nei loro confronti, coinvolgere e connettere gli studenti tra di loro e con il mondo ». (56)
48. La responsabilità dei dirigenti, del corpo docente e del personale scolastico è quella di garantire un servizio qualificato coerente con i principi cristiani che costituiscono l’identità del progetto educativo, nonché di interpretare le sfide contemporanee attraverso una testimonianza quotidiana fatta di comprensione, obiettività e prudenza. (57) È, infatti, comunemente condiviso che « l’uomo contemporaneo ascolta più volentieri i testimoni che i maestri, o, se ascolta i maestri, lo fa perché sono dei testimoni ».58 L’autorevolezza dell’educatore si configura, quindi, come la confluenza concreta « di una formazione generale, fondata su una concezione positiva e costruttiva della vita e sullo sforzo costante per realizzarla. Una tale formazione oltrepassa la pur necessaria formazione professionale e investe gli aspetti più intimi della personalità, incluso quello spirituale e religioso». (59)
49. La formazione dei formatori – cristianamente ispirata – ha come obiettivo sia la persona del singolo docente sia la costruzione e il consolidamento di una comunità educante attraverso il proficuo scambio didattico, emozionale e personale. In questo modo si genera una relazione attiva tra gli educatori dove la crescita personale integrale arricchisce quella professionale, vivendo l’insegnamento come un servizio di umanizzazione. Pertanto, è necessario che i docenti cattolici ricevano una preparazione adeguata sul contenuto dei diversi aspetti della questione del gender e siano informati sulle leggi in vigore e le proposte in via di discussione nei propri Paesi con l’ausilio di persone qualificate in una maniera equilibrata e all’insegna del dialogo. Le istituzioni universitarie e i centri di ricerca sono chiamati ad offrire il loro specifico contributo al fine di garantire una formazione adeguata e aggiornata durante tutto l’arco della vita.
50. In riferimento allo specifico compito dell’educazione all’amore umano – «tenuto conto del progresso della psicologia, della pedagogia e della didattica» (60) – per i formatori è richiesta «una preparazione psico-pedagogica adatta e seria, che consenta loro di cogliere situazioni particolari che richiedono una sollecitudine speciale».(61) Di conseguenza, « occorre una visione chiara della situazione, perché il metodo adoperato non solamente condiziona grandemente il successo di questa delicata educazione, ma anche la collaborazione tra i diversi responsabili». (62)
51. Oggi tante legislazioni riconoscono l’autonomia e la libertà di insegnamento. In questo ambito, le scuole hanno l’opportunità di collaborare con le istituzioni cattoliche di istruzione superiore nell’approfondimento dei diversi aspetti dell’educazione sessuale al fine anche di realizzare sussidi, guide pedagogiche e manuali didattici impostati sulla «visione cristiana dell’uomo».(63) A tal proposito, i pedagogisti e i docenti di didattica nonché gli esperti di letteratura dell’infanzia e dell’adolescenza possono contribuire ad offrire strumenti innovativi e creativi per consolidare l’educazione integrale della persona fin dalla prima infanzia di fronte a visioni parziali e distorte. Alla luce di un rinnovato patto educativo, la cooperazione tra tutti i responsabili – a livello locale, nazionale e internazionale – non si può esaurire soltanto nella condivisione di idee e nel proficuo scambio di buone pratiche, ma si offre come un importante mezzo di formazione permanente degli educatori stessi.
.
51 Papa Francesco, Discorso ai partecipanti al Colloquio internaz. sulla complementarietà tra uomo e donna, promosso dalla Congr. per la Dottrina della Fede, n. 2.
52 Cf. Amoris laetitia, n. 84.
53 Gravissimum educationis, n. 1.
54 Giovanni Paolo II, Lettera alle famiglie Gratissimam sane, n. 16; cf. PontIFIcIo consIGlIo Per la FamIGlIa, Sessualità umana: verità e significato. Orientamenti educativi in famiglia, 8 dicembre 1995, n. 23.
55 Cf. Orientamenti educativi sull’amore umano, n. 79.
56 conGreGazIone Per l’educazIone cattolIca, Educare oggi e domani. Una passione che si rinnova, Città del Vaticano 2014, Cap. II, n. 7.
57 Cf. conGreGazIone Per l’educazIone cattolIca, Educare insieme nella scuola cattolica. Missione condivisa di persone consacrate e fedeli laici, 8 settembre 2007, nn. 34-37.
58 Paolo VI, Esortazione apostolica Evangelii nuntiandi, 8 dicembre 1975, n. 41.
59 Orientamenti educativi sull’amore umano, n. 80.
60 Gravissimum educationis, n. 1.
61 Orientamenti educativi sull’amore umano, n. 81.
62 Ibid., n. 83.
63 Ibid., n. 22.