RAGIONARE
Argomenti razionali
24. L’ascolto del profilo storico, dei punti di incontro e delle criticità nella questione del gender spinge verso considerazioni alla luce della ragione. Ci sono, infatti, argomenti razionali che chiariscono la centralità del corpo come elemento integrante dell’identità personale e dei rapporti familiari. Il corpo è soggettività che comunica l’identità dell’essere. (23) In questa luce si comprende il dato delle scienze biologiche e mediche, secondo cui il “dimorfismo sessuale” (ovvero la differenza sessuale tra uomini e donne) è comprovato dalle scienze, quali, ad esempio, la genetica, l’endocrinologia e la neurologia. Da un punto di vista genetico, le cellule dell’uomo (che contengono i cromosomi XY) sono differenti da quelle della donna (il cui equivalente è XX) sin dal concepimento. Del resto, nel caso dell’indeterminatezza sessuale è la medicina che interviene per una terapia. In queste situazioni specifiche, non sono i genitori né tantomeno la società che possono fare una scelta arbitraria, ma è la scienza medica che interviene con finalità terapeutica, ossia operando nel modo meno invasivo sulla base di parametri obiettivi al fine di esplicitarne la costitutiva identità.
25. Il processo di identificazione è ostacolato dalla costruzione fittizia di un “genere neutro” o “terzo genere”. In questo modo viene oscurata la sessualità come qualificazione strutturante dell’identità maschile e femminile. Il tentativo di superare la differenza costitutiva di maschio e femmina, come avviene nell’intersessualità o nel transgender, porta ad un’ambiguità maschile e femminile, che presuppone in maniera contraddittoria quella differenza sessuale che si intende negare o superare. Questa oscillazione tra maschio e femmina diventa, alla fine, una esposizione solo “provocatoria” contro i cosiddetti “schemi tradizionali” che non tiene conto delle sofferenze di coloro che vivono in una condizione indeterminata. Una simile concezione cerca di annientare la natura (tutto ciò che abbiamo ricevuto come fondamento previo del nostro essere e di ogni nostro agire nel mondo), mentre la si riafferma implicitamente.
26. Anche l’analisi filosofica mostra come la differenza sessuale maschile/ femminile sia costitutiva dell’identità umana. Nelle filosofie greco-latine l’essenza si pone come elemento trascendente che ricompone e armonizza la differenza tra femminile e maschile nell’unicità della persona umana. Nella tradizione ermeneutico-fenomenologica sia la distinzione che la complementarità sessuale vengono interpretate in chiave simbolica e metaforica. La differenza sessuale costituisce, nella relazione, l’identità personale sia in senso orizzontale (diadico: uomo-donna) che in senso verticale (triadico: uomo-donna-Dio), sia nell’ambito della relazione interpersonale uomo-donna (io/tu) che nell’ambito della relazione familiare (tu/io/noi).
27. La formazione dell’identità si basa proprio sull’alterità: nel confronto immediato con il “tu” diverso da me riconosco l’essenza del mio “io”. La differenza è la condizione della cognizione in generale, e della conoscenza dell’identità. Nella famiglia il confronto con la madre e il padre facilita il bambino nell’elaborazione della propria identità/differenza sessuale. Le teorie psicoanalitiche mostrano il valore tripolare del rapporto genitori/ figlio, asserendo che l’identità sessuale emerge pienamente soltanto nel confronto sinergico della differenziazione sessuale.
28. La complementarità fisiologica, basata sulla differenza sessuale, assicura le condizioni necessarie per la procreazione. Il ricorso, invece, alle tecnologie riproduttive può consentire la generazione ad uno dei partner di una coppia di persone dello stesso sesso, con “fecondazione in vitro” e maternità surrogata: ma l’uso di tecnologie non è equivalente al concepimento naturale, perché comporta manipolazioni di embrioni umani, frantumazioni della genitorialità, strumentalizzazione e/o mercificazione del corpo umano, nonché riduzione del bambino ad oggetto di una tecnologia scientifica.(24)
29. Per quanto concerne in particolar modo il settore scolastico, è proprio nella natura dell’educazione la capacità di costruire le basi per un dialogo pacifico e permettere l’incontro proficuo tra le persone e le idee. Appare, inoltre, non secondaria la prospettiva di un allargamento della ragione alla dimensione trascendente. Il dialogo tra fede e ragione « se non vuole ridursi a sterile esercizio intellettuale, deve partire dall’attuale situazione concreta dell’uomo, e su di essa sviluppare una riflessione che ne raccolga la verità ontologico-metafisica ».(25) In questa dimensione si colloca la missione evangelizzatrice della Chiesa sull’uomo e sulla donna.
23 Cf. GIoVannI Paolo II, Lettera enciclica Veritatis splendor, 6 agosto 1993, n. 48.
24 Cf. conGreGazIone Per la dottrIna della Fede, Istruzione sul rispetto della vita umana nascente e la dignità della procreazione Donum vitae, 22 febbraio 1987, n. 4.
25 Benedetto XVI, Discorso ai partecipanti al VI simposio europeo dei docenti universitari, Roma, 7 giugno 2008.