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NOVEMBRE 2008

     

Il reiki Massimo Introvigne

            Il reiki è una tecnica di origine giapponese per ridurre lo stress, rilassarsi e incrementare il proprio grado di benessere fisico e morale. Benché il reiki non si presenti come un sostituto o un’alternativa rispetto alla medicina tradizionale, è spesso inquadrato fra le “terapie complementari” che affiancano la medicina. Il nome reiki è anche usato per designare il movimento – in senso lato (giacché non esiste un’organizzazione unitaria) – di coloro che praticano questa tecnica e condividono un certo numero di principi che la sostengono. La tecnica si basa sull’idea che un’energia (ki) universale (rei) scorre all’interno di tutti gli esseri viventi. Il flusso di questa energia può essere migliorato – o corretto, in caso di deviazioni – tramite semplici gesti di una persona iniziata al reiki, che appoggia le mani su un’altra persona (o su se stessa), ovvero semplicemente leva le mani in direzione dell’altro, senza toccarlo. La diffusione del reiki in Occidente è iniziata negli Stati Uniti nel 1938, e ha avuto un notevole successo. Si calcola che oltre un milione di persone oggi nel mondo si sottopongano regolarmente a sedute di reiki. Insieme con il successo, si è manifestata anche qualche polemica. Le diverse scuole, centri, associazioni di reiki non sempre vanno d’accordo fra loro. Alcuni gruppi sono accusati da altri di chiedere cifre esorbitanti o comunque eccessive. Nel mondo cristiano ci si chiede spesso con preoccupazione se il reiki sia semplicemente una tecnica, o non sia invece una religione (che, in quanto fondata su nozioni orientali o panteistiche, sarebbe incompatibile con la fede cristiana).

            Il reiki fu portato in Occidente dalla signora Hawayo Takata (1900-1980), una hawaiana di origini giapponesi, che lo aveva scoperto durante un viaggio in Giappone tra il 1935 e il 1937.

            La Takata iniziò la sua opera negli Stati Uniti senza contatti di tipo amministrativo con l'associazione giapponese. Introdusse diverse varianti e pratiche - in particolare, una maggiore segretezza dell'insegnamento e la richiesta di somme rilevanti per l'iniziazione come maestro - e iniziò ventidue maestri prima della sua morte, avvenuta nel 1980. Ciascuno di questi maestri ne iniziò degli altri, e lo stesso fecero i loro allievi. Oggi i maestri di reiki che rivendicano il potere di iniziare altri maestri sono in Occidente oltre duecentomila, e il loro numero continua a crescere. Molti maestri fanno parte di associazioni più grandi, o almeno di network internazionali: per esempio la rivista Reiki News, pubblicata nel Michigan da The International Center for Reiki Training, ha una tiratura di settantacinquemila copie. Ma esistono sicuramente migliaia, più probabilmente decine di migliaia, di scuole diverse di reiki, ciascuna delle quali ha caratteristiche proprie e spesso combina le tecniche e le idee di Mikao Usui con elementi di altra provenienza (buddhisti, provenienti dal New Age, da forme esoteriche di ogni tipo e qualche volta anche dal cristianesimo).

            Il reiki non è una semplice tecnica, perché implica il riferimento essenziale a un'energia che ha caratteristiche divine, e il messaggio del fondatore è incomprensibile se lo si separa dal contesto religioso originario. Non è neppure, tuttavia, una religione o un movimento religioso nel senso più corrente del termine, perché non fornisce né si propone di fornire risposte articolate sulle origini e sul destino dell'uomo. Inoltre, trasferito dal Giappone all'Occidente, il reiki - come altre correnti - è stato sottoposto a un rapido processo di secolarizzazione, che ha portato perfino a una lettura revisionista (e mitologica) delle sue origini e della sua storia. Forse la definizione che William Lee Rand usa per la comunità degli iniziati, un "sacro ordine metafisico" , aiuta a capire la natura di un fenomeno a cui potrebbe essere applicata con profitto la categoria, coniata da specialisti statunitensi, di "quasi-religione". (Massimo Introvigne)”

            In Italia, sembra avere diffusione soprattutto una associazione fondata da un certo Giuseppe Zanella, e denominata “REIKY RAU”, dove RAU dovrebbe significare “Amore Univerasale”. Nel suo sito Mikao Usui viene definito “teologo cristiano”, con l’evidente intenzione di creare un collegamento tra reiki e cristianesimo.

 

 

 

            Riportiamo infine il testo di una disposizione pastorale che tra i firmatari annovera anche il cardinale Angelo Bagnasco quando era arcivescovo di Pesaro (2001). Forse è il caso di pubblicarla sul giornalino, almeno in parte data(purtroppo) la diffusione,anche fra molti cattolici, del più o meno esplicito consenso ai fenomeni di cui si parla. La fonte è il sito già citato: www.cesnur.org.

 

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DISPOSIZIONI PASTORALI

circa i fenomeni della"Superstizione", della "Magia" e dei"Nuovi Movimenti Religiosi

Diocesi di:Pesaro

Urbino - Urbania - Sant’Angelo in Vado

Fano - Fossombrone - Cagli - Pergola

Preso atto di una certa diffusione, anche nelle nostre Diocesi, dei cosiddetti "nuovi movimenti religiosi", di "pratiche magiche" e di tecniche che si presentano di "guarigione" o di "benessere noi Vescovi della Metropolia sentiamo il dovere di richiamare l’attenzione dei Sacerdoti e dei Diaconi, dei Religiosi e delle Religiose, di tutti i fedeli, sulla serietà del fenomeno e delle conseguenze nocive che può produrre nelle coscienze.

  • Il marcato soggettivismo culturale, che caratterizza il nostro tempo, favorisce la diffusione di credenze vaghe e sincretiste, per cui ognuno sceglie dai vari ambiti religiosi o filosofici quegli elementi che ritiene a lui congeniali. Nello stesso tempo favorisce la sequela di capi carismatici che promettono sollievo del male fisico, psichico o morale e si presentano come rassicuranti punti di riferimento.
  • L’esaltazione della dimensione emotiva e un diffuso senso d’angoscia inclinano verso una religiosità fortemente emozionale e magica e spingono alla ricerca dello "straordinario", di esperienze gratificanti e di sensazioni di benessere fisico e psichico.
  • In questo contesto culturale proliferano:
  • le molteplici forme di "superstizione" che consistono nell’attribuire importanza indebita e quasi magica a certe pratiche o oggetti (amuleti, consultazione degli oroscopi, astrologia, lettura delle carte - i "tarocchi" -, numeri della fortuna o della sfortuna...);
  • le pratiche di magia, di stregoneria, di satanismo, con le quali si pretende di allearsi con "forze occulte" e di piegarle a servizio proprio o degli altri, sia nel bene che nel male (malocchio, fattura, maleficio, "messe nere"...);
  • lo spiritismo nelle sue varie forme (sedute medianiche, scrittura automatica, riti o tecniche per presunti contatti con i defunti...);
  • le varie esperienze e tecniche psico-fisiche di "meditazione", di "guarigione", che di per sé non presentano verità da credere (es. Reiki), ma che in realtà insinuano una determinata visione dell’uomo e del mondo non conforme alla Rivelazione di Gesù Cristo
  • i cosiddetti "nuovi movimenti religiosi", che a volte, nel linguaggio comune, vengono indicati anche con il nome di "sètte". Alcuni di questi sono di derivazione cristiana ed hanno la pretesa di avere ricevuto dei nuovi messaggi rivelati. Altri si ispirano alle religioni orientali. Altri ancora a tradizioni esoteriche ed occultistiche.
    I Testimoni di Geova, l’Associazione internazionale per la Meditazione Trascendentale, la Chiesa di Scientologia (Scientology), la Nuova Acropoli, il Movimento della speranza, l’Anima universale, Gruppi di New Age, il Movimento di Moon, la Fede universale di Bahai... sono solo alcuni dei numerosi "Nuovi Movimenti religiosi" presenti in Italia e nel mondo.
    Rispetto alla fede e alla Chiesa Cattolica i "Nuovi Movimenti religiosi" presentano una molteplicità di posizioni: spesso praticano il "sincretismo" che mette insieme diversi elementi delle differenti religioni e filosofie (es. New Age). Il sincretismo può giungere fino alla posizione subdola e pericolosa di ammettere la "doppia appartenenza" (al Movimento e alla chiesa Cattolica). Ciò può essere visto come "tolleranza religiosa", in nome di valori comuni come la fratellanza universale. In realtà induce l’adepto a omologare progressivamente la fede cattolica con idee diverse o contrarie, e a stemperare talmente lo specifico dono della fede cristiana da considerare Gesù Cristo come uno dei tanti "guru" dell’umanità, anziché il Figlio di Dio e l’unico Salvatore del mondo.
    In altri casi, come ad esempio i Testimoni di Geova, è noto un atteggiamento intransigente ed esclusivo rispetto ad ogni posizione diversa.

4 -Di fronte alla sfida pastorale, che la situazione descritta presenta alla Comunità cristiana, noi Vescovi riaffermiamo, secondo la fede della Chiesa, che solo il Signore Gesù ha vinto il maligno, libera da ogni paura e dalla ricerca dì mezzi magici per affrontare le difficoltà della vita. Solo in Gesù Figlio di Dio, morto e risorto, è la salvezza e la pace.

      Altresì, sentiamo il dovere di richiamare l’attenzione e la responsabilità dei credenti:

  • perché in ogni modo si intensifichi lo sforzo per la catechesi, specie per giovani e adulti. Essa deve aiutare la fede perché non sia un vago sentimento di Dio e di bontà fraterna, ma cresca nella consapevolezza del mistero di Cristo, della Chiesa e di tutte le verità della fede cattolica, così da essere in grado di giudicare correttamente i fatti della vita e la storia.
    In questa prospettiva, è necessario promuovere maggiormente la conoscenza della Bibbia e dei testi del Magistero della Chiesa. La stessa Liturgia è fonte permanente da valorizzare in ordine alla costante crescita della fede cristiana. La Bibbia, il Magistero e la Liturgia costituiscono il "deposito" della fede;

  • perché la pastorale delle nostre Chiese, attraverso percorsi nuovi o già consolidati, risponda meglio al bisogno di riconoscimento, di accoglienza e di appartenenza presente nell’uomo contemporaneo segnato dalla solitudine e dall’anonimato;
  • perché le nostre Comunità diventino veramente "scuole" di preghiera e di vita spirituale, offrano tempi e spazi di silenzio e di raccoglimento per rispondere al desiderio diffuso di interiorità. In questo orizzonte, specialmente noi Ministri ordinati, ci sentiamo richiamati al ministero dell’ascolto e dell’accompagnamento spirituale. Cosi pure dobbiamo sollecitare alla frequente celebrazione del Sacramento della Confessione e alla partecipazione assidua e convinta alla Santa Eucaristia.
  • perché la nostra pastorale sia ispirata da maggiore fiducia e coraggio nel proporre a tutti la fede cattolica e nel prevenire correttamente, cioè documentando le arti e i danni di ogni ingannevole proselitismo;
  • perché nel cammino di formazione della fede e della coscienza cristiana, venga detto e motivato con chiarezza che l’esercizio delle pratiche descritte o l’appartenenza, anche solo occasionale o per motivi di curiosità, ai gruppi o movimenti segnalati, non è coerente con la fede cattolica. La Sacra Scrittura è esplicita al riguardo: "Non si trovi in mezzo a te...chi esercita la divinazione o il sortilegio o l’augurio o la magia; né chi faccia incantesimi, né chi consulti gli spiriti o gli indovini, né chi interroghi i morti, perché chiunque fa queste cose è in abominio al Signore" (Deuteronomio 18, 10-12). Questi comportamenti sono incoerenti con la nostra fede a livelli diversi, fino alla gravità morale. Non di rado possono sfociare in vere e proprie patologie. Comunque, devono essere confessati nel Sacramento della Riconciliazione.

A conclusione di queste Disposizioni Pastorali, noi Vescovi ribadiamo l’assoluta e insostituibile verità per cui il Padre ha costituito Cristo "al di sopra di ogni principato e autorità, di ogni potenza e denominazione e di ogni altro nome che si possa nominare non solo nel secolo presente ma anche in quello futuro. Tutto infatti ha sottomesso ai suoi piedi e lo ha costituito su tutte le cose a capo della Chiesa, la quale è il suo corpo, la pienezza di colui che si realizza interamente in tutte le cose" (Efesini 1,21-23). Chi ha incontrato il Signore Gesù non ha bisogno di cercare la salvezza altrove: "A Colui che ci ama e ci ha liberati dai nostri peccati con il suo sangue, che ha fatto di noi un regno di sacerdoti per il suo Dio e Padre, a Lui la gloria e la potenza nei secoli dei secoli. Amen" (Apocalisse 1, 5-6).

Angelo Bagnasco   Arcivescovo di Pesaro

Francesco Marinelli   Arcivescovo di Urbino - Urbania - Sant’Angelo in Vado

Vittorio Tomassetti   Vescovo di Fano - Fossombrone - Cagli - Pergola

 

Segnaliamo inoltre il sito www.gris.org (gruppo di ricerca e informazione socio-religiosa)

 

 

 

 

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Ultimo aggiornamento: 12 novembre 2021
 
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