10.2 L’ASCOLTO DELLA PAROLA DI DIO: MARTA E DI MARIA (Lc 10,38-42)
Antonio Turi
10 38Mentre erano in cammino, entrò in un villaggio e una donna, di nome Marta, lo ospitò. 39Ella aveva una sorella, di nome Maria, la quale, seduta ai piedi del Signore, ascoltava la sua parola.
40Marta invece era distolta per i molti servizi. Allora si fece avanti e disse: «Signore, non t'importa nulla che mia sorella mi abbia lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti».
41Ma il Signore le rispose: «Marta, Marta, tu ti affanni e ti agiti per molte cose, 42ma di una cosa sola c'è bisogno. Maria ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta».
Mentre Gesù e i suoi discepoli “erano in cammino”, Gesù solo entra in un villaggio dove viene accolto da Marta, che “aveva una sorella, di nome Maria”. Gesù senza farsi problemi va in casa di donne e, come vedremo, non esita a proporre loro il suo insegnamento. Gesù non fa discriminazioni.
I discepoli non sapranno ciò che è avvenuto dentro la casa. Vuole forse Luca giustificare perché questo celebre episodio non si trova né in Marco e né in Matteo?
Da Giovanni 11,1.18 sappiamo che le due sorelle vivevano con il fratello Lazzaro a Betania, a pochi (cinque - sei) chilometri ad est di Gerusalemme, quasi al termine della strada che da Gerico portava a Gerusalemme.
Per Luca l’abitazione delle due sorelle è altrove: Gesù è appena partito dalla Galilea e arriverà a Gerico molto più tardi (al capitolo 18). Sappiamo già che Luca non si preoccupa di segnare le diverse tappe della salita di Gesù verso Gerusalemme, perché le tappe del viaggio non sono geografiche ma teologiche.
Non è impossibile che anche per Luca la casa di Marta e Maria si trovi a Betania, per il fatto che inserisce tale episodio dopo la parabola del Samaritano che da Gerico sale a Gerusalemme. Tacendo però il nome del villaggio, vuole mettere l’attenzione piuttosto sulle due sorelle.
Marta si mette subito al lavoro per accogliere degnamente il Signore. Maria non può lasciare da solo il Signore e quindi si siede ai suoi piedi e lo ascolta: è l’atteggiamento del discepolo.
L’affaccendarsi di Marta è volutamente accentuata e messa in contrasto con la posizione di ascolto di Maria. Forse Luca allude a qualche eccesso di zelo nella “diaconia” o alla predominanza data alle opere rispetto all’ascolto della Parola.
Marta inveisce contro la sorella, non direttamente, ma rivolgendosi a Gesù, con qualche impazienza, dicendo: “Signore, non t'importa nulla che mia sorella mi abbia lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti”.
L’espressione “Signore, non t’importa nulla..” stupisce in Luca, che non fa mai mancare il rispetto dovuto al Signore e la evita (Mc 4,38 e Lc 8,24 – Gesù che placa la tempesta).
Gesù si rivolge a Marta: “Marta, Marta…”
Il rimprovero sta nel fatto che Marta si lascia turbare, distrarre, prendere dall’agitazione e dall’affanno. Gesù non rimprovera “il servizio”, ma l’affannarsi, il preoccuparsi in modo ansioso.
Dicendo “di una cosa sola c'è bisogno” Gesù contrappone alle molte preoccupazioni l’ascolto della sua Parola.
Nell’ascolto di questa Parola, Maria riceve la parola della vita (“la parte migliore”), che le dà l’eredità della vita eterna (“che non le sarà tolta”).
Cosa ci insegna questo episodio?
Gesù non condanna il servizio di Maria: Gesù stesso ha dato l’esempio (Lc 22,27) e neanche giustifica il comportamento di Maria come l’unico valido.
Questi due comportamenti contrapposti sono l’occasione per dirci che quello che importa è l’ascolto della parola di Dio e la nostra piena disponibilità a seguirlo.
Tutto il resto ha un peso inferiore.
Per vivere quanto Lui ci dice, dobbiamo “pregare”.
Gesù stesso ci insegnerà a pregare.
Lo ascolteremo nei prossimi incontri.