I grandi miracoli del lago (Lc 8,22-56)
(Antonio Turi Comunità di Genova
Dopo aver insegnato “come” ascoltare la parola di Dio, Gesù compie quattro grandi miracoli che mostrano tutta la sua potenza sui mali che minacciano l'uomo, suscitando la domanda : “chi è dunque costui?”. Questi miracoli si dicono “grandi” per due motivi:
- per la lunghezza dei racconti stessi (ben più ampi dei racconti di guarigione precedenti),
- per la grandezza del miracolo.
I miracoli avvengono sul lago (“lago = mare” per Marco) e attorno al lago di Gennesaret.
La tempesta calmata (Lc 8,22-25)
E avvenne che, uno di quei giorni, Gesù salì su una barca con i suoi discepoli e disse loro: «Passiamo all'altra riva del lago». E presero il largo. Ora, mentre navigavano, egli si addormentò. Una tempesta di vento si abbatté sul lago, imbarcavano acqua ed erano in pericolo. Si accostarono a lui e lo svegliarono dicendo: «Maestro, maestro, siamo perduti!». Ed egli, destatosi, minacciò il vento e le acque in tempesta: si calmarono e ci fu bonaccia. Allora disse loro: «Dov'è la vostra fede?». Essi, impauriti e stupiti, dicevano l'un l'altro: «Chi è dunque costui, che comanda anche ai venti e all'acqua, e gli obbediscono?».
Il mare è sempre stato visto con timore dagli ebrei, come simbolo di pericoli che minacciano la vita dell'uomo e come dimora dei mostri marini e degli spiriti cattivi.
Solo JHWH, il Creatore è capace di dominare il mare.
La tempesta calmata è un racconto di miracolo sulla natura, difficile da accettare dall'uomo oggi. Più che chiederci “se” e “come” il miracolo sia avvenuto, cerchiamo di coglierne il significato. In “uno di quei giorni” Gesù salì in barca con i suoi discepoli, dicendo loro: “Passiamo all'altra riva del lago”. I discepoli obbediscono subito... Possiamo chiederci: chi è con Gesù? E' verosimile che con Lui ci siano i Dodici e alcune donne (8,1-3).
Notiamo: è Gesù che prende l'iniziativa senza che ci siano circostanze esterne che lo obbligano a prendere il largo (non deve sottrarsi alla folla); la traversata non avviene di sera, né alla fine della giornata in cui Gesù ha insegnato come ascoltare la sua parola (Lc 8,1-21).
Mentre navigavano, Gesù “si addormentò” (non pensiamo che Gesù si sia addormentato per fatica). Una tempesta di vento si abbatte sul lago; i discepoli imbarcavano acqua ed erano in pericolo. Luca pone l'attenzione sui discepoli e non sulla barca (come fa Mc 4,37): è la barca che “era piena d’acqua”.
Gesù dorme e neanche i colpi di vento riescono a svegliarlo. Come interpretare il sonno tranquillo di Gesù? Gesù ci invita alla fiducia? E' tranquillo perché sa che può dominare la natura? E' una immagine della sua assenza durante le difficoltà che la comunità - di ieri e d'oggi – deve superare? Quale contrasto c’è tra la paura dei discepoli e la calma di Gesù. I discepoli si avvicinano a Gesù (la loro reazione è rispettosa nei suoi confronti), lo svegliano e lo invocano: “Maestro, maestro, siamo perduti!”. La doppia invocazione sottolinea la gravità della situazione e la necessità dell'intervento di Gesù, ma senza un qualche cenno di rimprovero (Mc 4,38). E'' significativo notare che, nel pericolo, i discepoli si rivolgono direttamente a Gesù e non a JHWH.
Gesù, destatosi, con la sua parola domina il vento e le acque in tempesta: “si calmarono e ci fu bonaccia”. Gesù ha lo stesso potere di JHWH ed è sempre presente in mezzo ai suoi discepoli (“Io sono”).
Allora Gesù disse ai discepoli: “Dov'è la vostra fede?”. Ecco il motivo della passeggiata in barca: far fare ai suoi discepoli una esperienza di fede, attraverso l'esperienza della prova.
E' la domanda che oggi è rivolta a noi. I discepoli, impauriti e stupiti, dicevano l'un l'altro: “ Chi è dunque costui?”. E' una domanda che mette in luce non la loro incomprensione (“furono presi da grande timore in Mc 4,41), ma il loro stupore di fronte a Colui che manifesta una potenza uguale a quella di JHWH. Questo racconto ci dice che il pericolo è l'occasione per mettere alla prova la nostra fede. La traversata porterà Gesù ed i discepoli “all'altra riva del lago”. E' l'unica volta che Gesù si reca in terra pagana. La barca con Gesù diventa così l'immagine missionaria della Chiesa che dovrà affrontare i pericoli e le paure del “viaggio”, ma con l'assicurazione della presenza del Signore.