L'indemoniato di Gerasa (Lc 8,26-39)
(Antonio Turi Comunità di Genova)
Approdarono nel paese dei Gerasèni, che sta di fronte alla Galilea. Era appena sceso a terra, quando dalla città gli venne incontro un uomo posseduto dai demòni. Da molto tempo non portava vestiti, né abitava in casa, ma in mezzo alle tombe. Quando vide Gesù, gli si gettò ai piedi urlando, e disse a gran voce: «Che vuoi da me, Gesù, Figlio del Dio altissimo? Ti prego, non tormentarmi!». Gesù aveva ordinato allo spirito impuro di uscire da quell'uomo. Molte volte infatti si era impossessato di lui; allora lo tenevano chiuso, legato con catene e con i ceppi ai piedi, ma egli spezzava i legami e veniva spinto dal demonio in luoghi deserti.
Gesù gli domandò: «Qual è il tuo nome?». Rispose: «Legione», perché molti demòni erano entrati in lui. 31E lo scongiuravano che non ordinasse loro di andarsene nell'abisso.
Gesù e i discepoli sbarcano all'altra riva del lago, nel paese dei Geraseni, in terra pagana, “di fronte alla Galilea”. In realtà Gerasa (oggi Gerash), una città della Decalopoli, si trova a circa 50 km a sud est del lago di Genesaret.
Appena sceso a terra, si avvicina a Gesù un uomo posseduto da molti demoni: da tempo non porta vestiti e abita nei sepolcri. Nella credenza popolare dell'antichità, gli spiriti abitano nelle caverne, nei cimiteri, nei deserti.
Siamo di fronte ad un racconto di esorcismo che assomiglia a quello della guarigione dell'indemoniato di Cafarnao (Lc 4,33-41). L'indemoniato cade davanti a Gesù chiamandolo “Gesù, Figlio del Dio altissimo” e lo implora di non tormentarlo.
E’ il titolo che ritroviamo nel racconto dell'annunciazione a Maria (Lc 1,32). A Cafarnao il demonio aveva chiamato Gesù “Il santo di Dio” (Lc 4,34) e “il Figlio di Dio” Lc 4,41).
E' significativo che il primo atto di Gesù in territorio pagano è simile al primo atto compiuto in Galilea. Ovunque viene Gesù, il diavolo lo precede, è sempre in agguato... (Lc 4,13).
Ma Gesù è più forte dei demoni e comanda allo spirito impuro di uscire da quell'uomo (un pazzo furioso?). Per molto tempo quello spirito impuro si era impossessato di lui; si cercava di legarlo con catene, ma il demonio le spezzava e lo trascinava nei deserti. Luca sottolinea così la grande forza del demonio ed anche la compassione di Gesù di fronte alla condizione penosa di quest'uomo. Rispondendo alla domanda di Gesù “Quale è il tuo nome?”, l'indemoniato risponde: “Legione”. Il nome dice che molti demoni si erano impossessati di lui. Secondo Marco (Mc 5,9) è il demonio che risponde a Gesù; Marco precisa che c'erano circa duemila demoni in quell'uomo(Mc 5.13).
Ai demoni non resta che supplicare Gesù di non mandarli nell'abisso, il mondo sotterraneo, la dimora dei morti. Per Marco 5,10 i demoni scongiurano Gesù “perché non li cacciasse fuori dal paese”. Luca invece, scrivendo per dei lettori in prevalenza greci, evita di rappresentare il paese dei pagani come un paese abitato da demoni.
“Vi era là una grande mandria di porci, al pascolo sul monte. I demòni lo scongiurarono che concedesse loro di entrare nei porci. Glielo permise. I demòni, usciti dall'uomo, entrarono nei porci e la mandria si precipitò, giù dalla rupe, nel lago e annegò. Quando videro ciò che era accaduto, i mandriani fuggirono e portarono la notizia nella città e nelle campagne. La gente uscì per vedere l'accaduto e, quando arrivarono da Gesù, trovarono l'uomo dal quale erano usciti i demòni, vestito e sano di mente, che sedeva ai piedi di Gesù, ed ebbero paura.
Gesù acconsente ai demoni di entrare nei porci che pascolavano su di un monte e “la mandria si precipitò, giù dalla rupe, nel lago e annegò”.
Ricordiamo che Il maiale è, nella concezione giudaica, l'animale più impuro e perciò più adatto a essere dimora di demoni.
Nel racconto di Marco (Mc 5,13) i porci e i demoni “affogarono nel mare”, da dove sono venuti. In Luca non sono i demoni ad annegare nel “lago”, ma i porci. L’immagine del branco di porci che annega mostra quanti spiriti immondi siano ancora attivi e dannosi sulla terra.
Potremmo chiederci: perché, nonostante Gesù abbia il potere di liberarci dal Male, il Male esiste ancora? Come interpretare il permesso concesso da Gesù ai demoni di “entrare nei porci”? La risposta merita una attenta meditazione.
Il racconto lucano ci suggerisce che i demoni possono nuocere non per il loro incontrastato dominio, ma perché Gesù lo concede loro: il Male non avrà l’ultima parola! Il Male sarà alla fine definitivamente sconfitto. Ora possiamo, nella libertà che Dio ci ha dato, pregare Dio stesso che non ci abbandoni nella tentazione. I mandriani, che solo Luca dice di essere stati testimoni dell'accaduto, fuggono e riferiscono dell’accaduto alla città ed alle abitazioni disperse nelle campagne.
La persona, che la gente, arrivata da Gesù, vede, è un uomo guarito: vestito, sano di mente, seduto e, aggiunge Luca “ai piedi di Gesù”. Quell'uomo è un discepolo di Gesù.
La gente è presa da “timore” non per la mancanza dei porci (non se ne parla più nel racconto), ma alla vista di quell'uomo. E' un timore simile al timore dei discepoli dinanzi alla tempesta calmata da Gesù (8,25).
Quelli che avevano visto riferirono come l'indemoniato era stato salvato. Allora tutta la popolazione del territorio dei Gerasèni gli chiese che si allontanasse da loro, perché avevano molta paura. Egli, salito su una barca, tornò indietro. L'uomo dal quale erano usciti i demòni gli chiese di restare con lui, ma egli lo congedò dicendo: «Torna a casa tua e racconta quello che Dio ha fatto per te».
E quello se ne andò, proclamando per tutta la città quello che Gesù aveva fatto per lui. Quelli che avevano visto (i testimoni), riferiscono come l'indemoniato era stato “salvato”.
L'attenzione viene posta non sui porci (Mc 5,16), ma su quest'uomo non soltanto guarito, ma “salvato”, liberato dal male fisico e spirituale ed entrato in relazione con Dio. I Geraseni invece, presi da molta paura, chiedono a Gesù di allontanarsi da loro. Non cacciano Gesù, come già accennato, per la perdita dei porci, ma perché presi da timore di fronte alla guarigione operata da Gesù. Gesù è rifiutato, come lo era stato a Nazaret e come lo sarà tante altre volte...fino alla Croce.
Gesù risale in barca per tornare indietro. Non vengono citati i discepoli, ma essi sono sempre presenti e testimoni dell'attività di Gesù. L'uomo salvato vuole rimanere nella comunità con Gesù. Ma Gesù lo rimanda a casa ad annunciare ciò che Dio ha fatto per lui. Egli obbedisce “proclamando per tutta la città quello che Gesù aveva fatto per lui”: nell'agire di Gesù opera Dio. Luca limita l'annuncio alla sua città e non nella Decalopoli (Mc 5,20): la diffusione del Vangelo alle genti non è ancora giunto. Avverrà con la Pentecoste (Atti degli Apostoli), ma certamente l'evangelizzazione della Decalopoli deve molto a quest'uomo guarito da Gesù.
Approfondimento personale
- Gesù è accolto dalla folla perché “tutti erano in attesa di lui”. Penso alla Chiesa come madre di tutti o come un rifugio che protegge la mia mediocrità?
- “Maestro, maestro, siamo perduti!”. Ci perdiamo per tanti pericoli fisici e spirituali. Riusciamo ad affrontarli invocando, con fiducia, il Signore?
- La nostra comunità si rivolge al Signore, con fiducia, nelle sue difficoltà?
- “Maestro, maestro, siamo perduti!”. Non siamo noi il “capo” e neanche lo sono i capi delle chiese, bensì il Signore, anche se sembra “addormentato”. Ne siamo ben consapevoli?
- Ci interroghiamo anche su: “Chi è dunque costui?” e cosa rispondiamo alla domanda di Gesù “Dov'è la vostra fede?”.
- Ci chiediamo spesso: perché esiste il Male? Dio non può sconfiggerlo? Nutriamo la certezza che, Dio avrà l'ultima parola e che verrà a distruggere definitivamente il Male?
- Preghiamo il Signore perché “non ci abbandoni nelle tentazioni”?
- Dio ci lascia “liberi”. Viviamo la libertà come un peso o come un dono? Viviamo la libertà come liberazione dalla schiavitù del Faraone per essere “schiavi” del Signore?
|