13.1 Gesù e Beelzebul: il contrasto con i giudei (Lc 11,14-23)
Antonio turi
11 14Gesù stava scacciando un demonio che era muto. Uscito il demonio, il muto cominciò a parlare e le folle furono prese da stupore.
15Ma alcuni dissero: «È per mezzo di Beelzebùl, capo dei demòni, che egli scaccia i demòni». 16Altri poi, per metterlo alla prova, gli domandavano un segno dal cielo.
17Egli, conoscendo le loro intenzioni, disse: «Ogni regno diviso in se stesso va in rovina e una casa cade sull'altra. 18Ora, se anche Satana è diviso in se stesso, come potrà stare in piedi il suo regno? Voi dite che io scaccio i demòni per mezzo di Beelzebùl.
19Ma se io scaccio i demòni per mezzo di Beelzebùl, i vostri figli per mezzo di chi li scacciano? Per questo saranno loro i vostri giudici. 20Se invece io scaccio i demòni con il dito di Dio, allora è giunto a voi il regno di Dio.
21Quando un uomo forte, bene armato, fa la guardia al suo palazzo, ciò che possiede è al sicuro. 22Ma se arriva uno più forte di lui e lo vince, gli strappa via le armi nelle quali confidava e ne spartisce il bottino.
23Chi non è con me è contro di me, e chi non raccoglie con me disperde.
Un breve racconto di esorcismo (riportato anche da Matteo 12,22-23) introduce la controversia tra Gesù e i capi dei giudei: quale è l’origine del potere di Gesù sui demoni? Ancora una volta vediamo che il “tentatore” sta sempre in agguato a schiavizzare l’uomo, come il muto che Gesù guarisce o inducendo l’uomo a porre domande a Gesù “per metterlo alla prova”.
Luca segue la fonte Q più fedelmente che Matteo (Mt 12,22-30–Discorso missionario). L’episodio è accennato anche da Marco 3,22-27, dopo la scelta dei Dodici (Mc 3,13.18).
♦ Nulla si dice del luogo, del tempo e delle circostanze dell’esorcismo sull’uomo muto. Ricordiamo che, in quei tempi, il mutismo veniva attribuito all’azione del demonio. Secondo Mt 12,22, l’ammalato era anche cieco. La reazione delle folle, nel vedere il muto guarito, è positiva: ”furono prese da stupore”.
♦ La guarigione del muto, invece di convincere gli increduli di Gesù che Dio agiva attraverso di lui, offrì loro il pretesto di calunniarlo. I contestatori di Gesù per Marco sono gli scribi “discesi da Gerusalemme” (Mc 3,22) e per Matteo i farisei (Mt 12,24). Luca parla genericamente di “alcuni” ed “altri”, riferendosi ai giudei in generale. Alcuni attribuiscono gli esorcismi che Gesù compie con successo, a una forza magica, dovuta alla sua complicità con Beelzebùl. E’ strano citare Beelzebul come origine del potere di Gesù, perché è una figura sconosciuta dal mondo ebraico. Gli altri poi “per metterlo alla prova” domandano a Gesù “un segno dal cielo”. Riconoscono il valore messianico dell’agire di Gesù, ma chiedono un segno straordinario proveniente da Dio per convalidare il suo agire (sul “segno” Gesù risponderà in 11,29-32). Forse Luca si ispira a Marco 8,11 che parla di un “segno dal cielo”, ma in un altro contesto.
♦ La risposta di Gesù alla prima accusa (v. 15) è contenuta in tre argomentazioni nei versi successivi 17-23.Come Matteo, Luca introduce la risposta di Gesù affermando che Gesù conosce i pensieri degli uomini, affermazione ben fissata nella tradizione evangelica:
“Ma Gesù, conosciuti i loro ragionamenti, rispose: «Perché pensate così nel vostro cuore? (Lc 5,22). “Egli infatti conosceva quello che c'è nell'uomo” (Gv 2,25).
♦ In primo luogo servendosi di una constatazione: “Ogni regno diviso in se stesso va in rovina e una casa cade sull'altra”. Matteo presenta tre immagini: regno, città, casa (Mt 12,25); Marco ne presenta due: regno e casa (Mc 3,24-25), come Luca. La guerra civile non può che portare alla rovina il paese dove ha luogo e ne è il segno l’immagine delle “case-edifici” (non “casa.famiglia” come in Mt e Mc) che crollano una sull’altra. Se Gesù schiacciasse i demoni nel nome di Beelzebùl, sarebbe evidente che il regno di Satana è diviso e ciò lo condurrebbe alla rovina: sarebbe troppo bello! ♦ Poi Gesù ricorda che non è l’unico a scacciare i demoni, altri esorcisti ebrei lo fanno (Lc 9,49-50; Mc 9,38…) e domanda: “I vostri figli per mezzo di chi li scacciano?”
“I vostri figli” sta per “i vostri discepoli” (Gesù si rivolge ai farisei in Matteo). Più generalmente in Luca significa “gente fra di voi”. Per scacciare i demoni era necessario l’aiuto divino, ottenuto con preghiere prolungate e con digiuni. Perché Gesù, agirebbe per autorità del diavolo e non loro? Perché non riconoscono nel suo comportamento ciò che ammettono per gli altri esorcisti, e cioè l’origine divina? Nell’accusa fatta a Gesù vi è quindi un altro motivo che gli stessi esorcisti ebrei giudicheranno e condanneranno a suo tempo: “saranno loro i vostri giudici”. Tuttavia c’è ancora tempo per un cambiamento di giudizio, per una conversione. Quelli che lo accusano dovrebbero riconoscere che il potere di Gesù deriva direttamente da Dio: “Se invece io scaccio i demoni con il dito di Dio, allora è giunto a voi il regno di Dio”. L’espressione “dito di Dio” (“Spirito di Dio” in Mt 12,29) simboleggia “la potenza di Dio”. Matteo scrive “per mezzo dello Spirito Santo” (Mt 12,22) forse per non alludere al noto racconto delle piaghe d’Egitto in Es 7,8 – 11,10. Al contrario di espressioni simili, come “il braccio di Dio” o “la mano di Dio” , l’espressione ”dito di Dio” è rara nell’Antico Testamento; viene usata, forse già da Gesù, come allusione proprio al racconto delle piaghe d’Egitto. Quando Mosè trasformò le acque in sangue, i maghi egiziani fecero lo stesso, come pure nella seconda piaga, quella delle rane; ma quando, per la potenza del bastone di Mosè, Aronne trasformò la polvere del suolo in zanzare, i maghi cercarono invano di fare la stessa cosa e riconobbero che agiva il “dito di Dio”:
“Allora i maghi dissero al faraone: «È il dito di Dio!»” (Es 8,15)
Gesù indica così che se, apparentemente fa la stessa cosa degli esorcisti ebrei, in realtà avviene con lui qualcosa che essi non possono fare: “è giunto a voi il regno di Dio”.
La proclamazione di Gesù (v. 20) mette in luce:
- il legame tra gli esorcismi (inclusi le guarigioni e le altre attività) e la venuta del regno di Dio: essi non solo sono il segno della sua presenza, ma ne fanno parte;
- l’affermazione che il futuro regno di Dio è già presente nell’agire di Gesù;
- il legame indissolubile tra l’operare escatologico (negli ultimi tempi) di Dio e la persona di Gesù.
Il regno di Dio è presente nella predicazione di Gesù: “È vicino a voi il regno di Dio” (Lc 10,9).
Incontriamo Gesù nella sua Parola - custodita nel cuore e vissuta - , nell’Eucarestia, nei fratelli che incontriamo. Incontrando Gesù con fede entriamo - già ora - a far parte dei beati (“Beati voi, poveri, perché vostro è il regno di Dio – Lc 6,20) ai quali appartiene il regno che Dio instaurerà pienamente e definitivamente alla fine dei tempi (e non ancora).
♦ Infine Gesù ricorre, in una piccola parabola, all’immagine di un uomo forte, fiducioso e sicuro delle proprie forze, vinto da uno più forte.
Mentre Marco 3,27, seguito da Matteo 12,29 si riferisce ad un padrone di casa che il ladro deve prima legare per poter rubare, Luca presuppone un signore-guerriero al sicuro nel suo castello finché non viene vinto da uno più forte che: “gli strappa via le armi nelle quali confidava e ne spartisce il bottino”. Non è difficile interpretare la parabola. L’uomo forte è Satana, finora dominatore incontrastato; ma ora uno più forte (come predetto da Giovanni – Lc 3,16) è all’opera nell’agire di Gesù: negli esorcismi, Dio sconfigge Satana.
Tuttavia è nell’intervento escatologico (degli ultimi tempi) di Dio che il Male sarà sconfitto definitivamente.
La parabola è stata interpretata anche in altro modo, fuori del contesto del brano:
- il forte è Israele che, se non fonda la sua pace su Dio, rischia di essere vinto da Satana;
- il forte è il discepolo che deve premunirsi contro gli assalti del più forte, Satana.
Ed ancora:
- il più forte è il demonio nei panni di un ricco signore. La vittoria escatologica di Cristo sul male è una vittoria sulla ricchezza e la fiducia posta in essa, a favore dei poveri.
♦ L’ultimo verso (v. 23), identico a Mt 12,30 è una esortazione – oggi rivolta a noi – a prendere una decisione: “Chi non è con me è contro di me, e chi non raccoglie con me disperde”.
Non è possibile restare neutrali: “Non potete servire Dio e mammona” (Lc16,13). E’ probabile una allusione all’attività missionaria della Chiesa: chi non collabora per raccogliere il gregge nell’ovile, è causa della dispersione delle pecore? Ricordiamo in un altro contesto, il detto già commentato (ventinovesimo incontro) e apparentemente contradditorio che ritroviamo anche in Mc 3,40: “chi non è contro di voi, è per voi” (Lc 9,50).
13.2 Il ritorno dello spirito immondo (Lc 11,24-26)
11 24Quando lo spirito impuro esce dall'uomo, si aggira per luoghi deserti cercando sollievo e, non trovandone, dice: «Ritornerò nella mia casa, da cui sono uscito».
25Venuto, la trova spazzata e adorna.
26Allora va, prende altri sette spiriti peggiori di lui, vi entrano e vi prendono dimora. E l'ultima condizione di quell'uomo diventa peggiore della prima».
Il testo di Matteo 12,43-45 non è molto diverso dalla versione di Luca.
La parabola evoca la triste situazione di un uomo liberato da uno spirito impuro; quest’ultimo, non trovando riposo nel deserto, decide di ritornare in quell’uomo. Se quest’uomo non si è occupato del seguito da dare all’esorcismo che lo ha liberato, e ha lasciato la sua “casa”, il suo corpo ripulito, adornato, ma inoccupato, sarà per lui la catastrofe: non solo quello spirito lo tiranneggerà, ma anche sette altri peggiori di lui. Cosa vuol dirci Gesù?
Gli esorcismi non sono tutto. Se ci sono, rendiamo grazie a Dio, ma l’importante sta nel dopo. Il male non è facilmente vinto, è sempre in agguato, come lo è stato per Gesù (Lc 4,1-13). Cosa fare?
Rimanere saldo nella fede in Gesù, non essere “la pietra” su cui cade il “seme”: “credono per un certo tempo, ma nel tempo della prova vengono meno” (Lc 8, 13). Occorre vigilare, fare abitare il corpo da “qualcosa/qualcuno” che impedisca il ritorno in forza degli spiriti devastatori.
Ma cosa è questo “qualcosa/qualcuno”? Al prossimo incontro…
Approfondimento personale
- Hai mai voluto “mettere alla prova” Gesù?
- Qual è oggi il potere del male che ruba la coscienza critica a tanta gente?
- Ci sentiamo soli, angosciati davanti al mistero del Male?
- Puoi dire di te stesso/a che sei totalmente libero/a e liberato/a dal Male? In caso di risposta negativa, qualche parte di te è sotto il potere che ti domina? Cosa fai per scacciarlo?
- Preghiamo il Padre, come Gesù ci ha insegnato, di non abbandonarci nella tentazione?
- Gesù vince il Male con “il dito di Dio”. Siamo consapevoli che è Lui “il più forte”?
- Conosciamo e sperimentiamo il “peccato”. Tuttavia siamo fiduciosi della potenza buona di Dio (la sua misericordia) e della bellezza della vita con Lui?
- Hai preso la ferma decisione di stare con o contro Dio?
- Collabori nella tua comunità per portare al Signore i tuoi fratelli o sei causa del loro allontanamento?
- Ritieni che la tua fede sia al sicuro per sempre?
- Credi che le “prove” della vita possano allontanarti da Dio? Come pensi di evitare che ciò accada?