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OTTOBRE 2011

     

LE NOSTRE RADICI

Se osserviamo un albero, certamente prenderemo in considerazione anzitutto ciò che i nostri occhi vedono: il tronco, i rami, le foglie, i frutti; vedremo così ciò che lo differenzia dagli altri  e ci renderemo conto che – pur avendo molto in comune con gli altri alberi, soprattutto con quelli della sua stessa specie – è comunque unico: non troveremo certamente un altro albero identico. Difficilmente ci metteremo a pensare alle sue radici: eppure è da esse (e dal seme da cui esse stesse sono nate) che soprattutto dipendono la salute e la bellezza dell’albero:  se le radici vengono troncate  o anche soltanto trascurate (se, ad esempio, si fa loro mancare l’acqua o il concime, anche in considerazione dell’ambiente naturale nel quale è inserito), l’albero inaridisce e muore.

            Così è anche degli uomini: ciascuno di noi è come è (nel fisico, ma anche nel carattere, nei talenti di cui è portatore) anzitutto per la famiglia nella quale è nato, per quanto è giunto a lui dal passato dal quale proviene e nel quale, appunto, affondano le sue personali radici. (A differenza dell’albero, però, essendo dotato di ragione e di libertà, può, anzi deve, collaborare alla propria crescita e maturazione).

            Così è anche delle società e delle culture (in cui gli uomini sono inseriti): anche esse affondano le proprie radici in un passato – spesso anche molto lontano – dal quale continuano, magari inconsapevolmente, ad attingere. Se però, a causa di questa inconsapevolezza, quel passato viene trascurato e poi dimenticato, è quasi come se non fosse mai esistito: si comincia ad abbeverarsi ad altre fonti, si cercano altri nutrimenti e si finisce con il diventare altri da sé stessi.

            Certamente, nessuno di noi vorrebbe diventare altro da sé: al contrario, ognuno di noi tende alla realizzazione di sé stesso, a volte rischiando di travolgere chi sembra intralciare il suo cammino. Di che cosa dunque abbiamo bisogno per poter diventare veramente noi stessi? Poiché  ciascuno di noi è parte - prima ancora che di una famiglia o di un gruppo - di una società, di una nazione e anzi di una cultura, è evidente che  ha anzitutto bisogno di capire quali sono gli aspetti fondamentali della cultura nella quale è inserito, quali sono quindi i valori fondamentali di essa e da quale fonte questi valori derivano. In realtà, questi valori fanno già parte del nostro essere: già la famiglia e la scuola, gli amici, i gruppi ce li hanno trasmessi: più o meno consapevolmente ne siamo portatori. Si tratta appunto di esserne consapevoli e di cercare di comprenderne le origini.

Valori come, ad esempio, la dignità della persona, il carattere sacro della vita umana, la libertà di pensiero  fanno indiscutibilmente parte della nostra cultura e hanno radici profonde che vanno ricercate molto lontano nel tempo, nella storia di tanti popoli (greco, romano, ebraico), ma soprattutto sono stati espressi dalla  grande tradizione cristiana che  li ha vivificati, consolidati e portati in ogni terra in cui il cristianesimo si è diffuso. La storia della cultura della quale facciamo parte, quella europea ed occidentale in generale, dimostra, a chi la legge senza pregiudizi , quanto il cristianesimo abbia contribuito alla sua formazione, radicando negli uomini e nelle società quei valori che, oltre che cristiani, sono anche semplicemente umani, tanto che sono in gran parte condivisi anche da chi non è credente e sono stati posti a fondamento delle leggi e delle istituzioni.

Oggi si tende a sottovalutare (e anzi addirittura a rinnegare) l’apporto del cristianesimo alla formazione della culture e, in particolare, della cultura europea, tanto che quando nell’ottobre 2004 si è finalmente giunti ad elaborare il testo della Costituzione europea ( poi entrata in vigore il primo gennaio 2009), non si è voluto inserire in esso alcun accenno alle “radici cristiane” del nostro continente. E’ importante, quindi, che noi, come cittadini europei, oltre che come credenti e cristiani, di quelle radici prendiamo consapevolezza, divenendo così più coscienti della nostra identità profonda. Essere consapevoli della propria identità è il presupposto indispensabile per costruire con chi è diverso da noi un dialogo autentico, nel quale si possano vicendevolmente illustrare le proprie idee, con l’unico scopo di fare passi avanti verso la verità.

Quest’anno cercheremo quindi di studiare alcuni aspetti della storia dell’Europa allo scopo di capire meglio come essa si è formata e conseguentemente capire meglio noi stessi. Forse tutti ricordiamo quanto e con quanto vigore  Giovanni Paolo II abbia insistito perché gli stati dell’Europa riconoscessero l’apporto del cristianesimo nella formazione del continente europeo; è per questo che voglio terminare questo scritto con alcune sue parole, tratte dalla Esortazione Apostolica   Ecclesia in Europa (28 giugno 2003) :

 

ancora oggi ripeto a te, Europa che sei all’inizio del terzo millennio: Ritorna te stessa. Sii te stessa. Riscopri le tue origini. Ravviva le tue radici. Nel corso dei secoli hai ricevuto il tesoro della fede cristiana. Esso fonda la tua vita sociale sui principi tratti dal Vangelo e se ne scorgono le tracce dentro le arti, la letteratura, il pensiero e la cultura delle tue nazioni. Ma questa eredità non appartiene soltanto al passato; essa è un progetto per l’avvenire da trasmettere alle generazioni future, poiché è la matrice della vita delle persone e dei popoli che hanno forgiato insieme il Continente europeo.

 

Antonella

PREGHIERE PER L’EUROPA

 


Preghiera per l'Europa

 

Gesù Cristo,
Signore della storia,
tieni aperto il futuro
alle decisioni generose e libere
di coloro che, accogliendo la grazia
delle buone ispirazioni, si impegnano
a un'azione decisa
per la giustizia e la carità,
nel segno del pieno rispetto
della verità e della libertà:
perché il bene continui a essere
una gioiosa realtà in Europa,
tieni ancorato a Dio
il nostro Continente!

                               (Atto europeistico del 9 novembre 1982)

 

Europa, accogli il Verbo!

 

Ti accolga, Verbo Incarnato,
la nostra vecchia Europa!
Apra le porte e il cuore
per capire e accogliere
ansie, preoccupazioni,
problemi delle Nazioni,
che chiedono il suo aiuto.
Sappia rispondere
col vigore e con la generosità
delle sue radici cristiane
a questo momento storico
che il mondo ora sta vivendo
come sollevato da un incubo
e aperto a migliore speranza.

(Messaggio natalizio, 1989)

 

Per la Chiesa che è in Europa

 

A te, Dio Padre onnipotente,
Dio Figlio che hai redento il mondo,
Dio Spirito che sei sostegno
e maestro di ogni santità,
affido l'intera Chiesa
di ieri, di oggi e di domani,
la Chiesa che è in Europa
e che è diffusa su tutta la terra.
Nelle tue mani
consegno questa singolare ricchezza,
composta da tanti diversi doni,
antichi e nuovi,
immessi nel tesoro comune
da tanti figli diversi.
Così sia.

 

Per l'unità fraterna dei popoli europei

 

O Trinità Santissima,
concedi che tutta l'Europa
senta sempre maggiormente
l'esigenza dell'unità cristiana
e della fraterna comunione
di tutti i suoi popoli,
così che superata l'incomprensione
e la sfiducia reciproca
e vinti i conflitti ideologici
nella comune coscienza della verità,
possa essere per il mondo intero
un esempio di giusta e pacifica convivenza,
nel mutuo rispetto
e nell'inviolata libertà.

 


 

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Ultimo aggiornamento: 12 novembre 2021
 
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