LE NOSTRE CATTEDRALI
Negli articoli di novembre e di febbraio, abbiamo parlato di alcuni aspetti dell’architettura europea del primo millennio che sono da considerarsi come “segni concreti” che documentano senza ombra di dubbio le radici cristiane dell’Europa. Continueremo ora questo percorso e vedremo come anche nei due secoli seguenti (negli anni, cioè, che vanno dal 1000 al 1200) l’Europa continui ad essere teatro della costruzione di altri segni concreti, di edifici imponenti che testimoniano il desiderio degli uomini di rendere omaggio a Dio, manifestando in modo tangibile, maestoso e duraturo la propria fede in Lui: ci riferiamo alle cattedrali.
Chiunque visiti oggi una capitale o una grande città europea, vedrà che al centro di essa sorge una cattedrale: da Treviri (la cui cattedrale risale al 1039), a Bari (San Nicola, 1089), a Modena (Duomo, 1099) a Parigi (cattedrale di Saint-Denis, 1130, e Nôtre Dame, 1180), a Pisa (Duomo, 1115), a Colonia (Duomo dedicato a San Pietro e a Santa Maria e chiesa di S. Martino il Grosso), per citare a caso solo alcuni esempi, noti a tutti. Costruiti secondo i dettami dell’architettura romanica prima e gotica poi, questi grandiosi edifici sono il segno concreto di una società profondamente cristiana, costituita da uomini, molto più poveri di noi sia dal punto di vista finanziario che da quello tecnico, che pure hanno saputo creare tanta bellezza e dare vita a monumenti che ancora costituiscono un patrimonio dell’umanità: se oggi fossero distrutti, il mondo subirebbe una perdita tanto grave quanto incolmabile. Scrive Timothy Verdon, riferendosi appunto alla cattedrale, come monumento che caratterizza ogni grande città europea: “la bellezza dell'edificio e dell'arte che l'arricchisce ... fornisce una chiave di lettura della vita interiore di coloro che l'hanno voluta, costruita e mantenuta, cifra sicura dei valori collettivi che da due millenni plasmano l'esperienza spirituale d'Europa. Il primo di questi valori è religioso: quello di un rapporto privilegiato con Dio. Le cattedrali sono emblematiche di questo rapporto: sono chiese, ossia case di preghiera per un popolo che si crede convocato da Dio” (Cattedrali cuore d’Europa, L’osservatore romano, 26 febbraio 2011). E ancora: “Le cattedrali sono case di preghiera per coloro che, rispondendo a Dio, si lasciano trasformare in veri adoratori; sono segni permanenti di un rapporto dinamico, che trasforma l'uomo nei suoi rapporti con altri uomini, anzi con "tutti i popoli".All'interno di questi edifici vi è poi un altro segno, che spiega pienamente il senso del termine cattedrale: la cattedra o sedia del vescovo, spesso realizzata in materiali nobili e forme monumentali. Ciò che distingue una cattedrale da altre chiese è infatti la presenza di questa sedia del ministro ecclesiastico considerato un successore degli apostoli inviati da Cristo a tutte le nazioni, l'episcopus o vescovo”(idem)
Come abbiamo accennato all’inizio, le prime cattedrali furono costruite secondo lo stile proprio dell’architettura romanica: gli edifici erano molto ampi e solidi, con navate molto sviluppate in lunghezza in modo da poter accogliere grandi folle di fedeli. La copertura era solitamente a capriata e poi anche a volta . Caratteristica precipua dello stile romanico era l’arco a tutto sesto Più avanti, lo stile cambiò: ci facciamo guidare in questa descrizione dalle parole che Benedetto XVI ha pronunciato in una udienza del 18/11/2009:
“Nei secoli XII e XIII, a partire dal nord della Francia, si diffuse un altro tipo di architettura nella costruzione degli edifici sacri, quella gotica, con due caratteristiche nuove rispetto al romanico, e cioè lo slancio verticale e la luminosità. Le cattedrali gotiche mostravano una sintesi di fede e di arte armoniosamente espressa attraverso il linguaggio universale e affascinante della bellezza, che ancor oggi suscita stupore. Grazie all’introduzione delle volte a sesto acuto, che poggiavano su robusti pilastri, fu possibile innalzarne notevolmente l’altezza. Lo slancio verso l’alto voleva invitare alla preghiera ed era esso stesso una preghiera. La cattedrale gotica intendeva tradurre così, nelle sue linee architettoniche, l’anelito delle anime verso Dio. Inoltre, con le nuove soluzioni tecniche adottate, i muri perimetrali potevano essere traforati e abbelliti da vetrate policrome. In altre parole, le finestre diventavano grandi immagini luminose, molto adatte ad istruire il popolo nella fede. In esse - scena per scena – venivano narrati la vita di un santo, una parabola, o altri eventi biblici. Dalle vetrate dipinte una cascata di luce si riversava sui fedeli per narrare loro la storia della salvezza e coinvolgerli in questa storia”
Nella stessa occasione, il Papa fa alcune considerazioni che ci aiutano a capire il significato profondo di questi segni concreti della fede:
“I capolavori artistici nati in Europa nei secoli passati sono incomprensibili se non si tiene conto dell’anima religiosa che li ha ispirati. Un artista, che ha testimoniato sempre l’incontro tra estetica e fede, Marc Chagall, ha scritto che "i pittori per secoli hanno intinto il loro pennello in quell'alfabeto colorato che era la Bibbia".
Quando la fede, in modo particolare celebrata nella liturgia, incontra l’arte, si crea una sintonia profonda, perché entrambe possono e vogliono parlare di Dio, rendendo visibile l’Invisibile.”
E ancora: “la forza dello stile romanico e lo splendore delle cattedrali gotiche ci rammentano che la via pulchritudinis, la via della bellezza, è un percorso privilegiato e affascinante per avvicinarsi al Mistero di Dio. Che cos’è la bellezza, che scrittori, poeti, musicisti, artisti contemplano e traducono nel loro linguaggio, se non il riflesso dello splendore del Verbo eterno fatto carne?”
Spesso le cattedrali nate (a volte sul sito di precedenti basiliche paleocristiane) nel XII e XIII secolo nel corso degli anni sono state rimaneggiate (magari per far fronte alle devastazioni provocate da un incendio) e abbellite con elementi che rispecchiavano di volta in volta i nuovi stili architettonici .
Ripercorriamo rapidamente la storia della cattedrale che a noi che viviamo a Roma dovrebbe stare molto a cuore e che anzi dovremmo conoscere bene: mi riferisco naturalmente a quella che abitualmente chiamiamo Basilica di San Giovanni, ma la cui denominazione esatta è: “Sacrosanta Cattedrale Papale Arcibasilica Romana Maggiore del Santissimo Salvatore e dei Santi Giovanni Battista ed Evangelista al Laterano, madre e capo di tutte le chiese della Città (cioè Roma) e del mondo”. La basilica originaria fu costruita nel IV secolo, ai tempi di Costantino su terreni che sembra appartenessero proprio all’imperatore. Di questa chiesa, nota allora per la sua imponenza come Basilica aurea (cioè d’oro) e molto grande (aveva ben cinque navate) rimangono oggi pochissime tracce. Sappiamo che era dedicata al Santissimo Salvatore. La seconda basilica fu edificata in età altomedievale (iniziata nel X secolo e ulteriormente ampliata e abbellita nei due secoli successivi) e fu dedicata anche a San Giovanni Battista e poi ancora a San Giovanni Evangelista. Fu quasi completamente distrutta da un incendio nel 1308 e subito ricostruita, mantenendo sempre la struttura originaria delle cinque navate precedute da un quadriportico. Nei secoli seguenti subì ancora incendi e devastazioni, finché a metà del 1600 papa Innocenzo X affidò a Francesco Borromini l’incarico di elaborare un progetto di riedificazione quasi totale della basilica. La ricostruzione dell’interno durò a lungo; la facciata invece fu costruita solo a partire dal 1735. Questi rapidi cenni ci fanno capire come siano lunghe e complicate le vicende relative alla edificazione di basiliche e cattedrali e mettono in evidenza ancora una volta come la costruzione di questi edifici (che abbiamo chiamato segni concreti della fede cristiana) accompagni di fatto tutta la storia europea, dato che quasi tutte le cattedrali che abbiamo elencato all’inizio di questo scritto e molte altre ancora hanno vissuto vicende simili a quella della cattedrale di Roma.
A cura di Antonella